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Infrangendo le regole

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Joana Guzman
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Riepilogo

Laila De Luca si è ritrovata con il cuore spezzato la prima volta che si è innamorata, un colpo da cui non si è ancora ripresa. Quando rivede l'uomo che l'ha ferita, la rabbia le ribolle dentro. Avrebbe dovuto dirgli tutto quello che aveva tenuto nascosto per tanti anni e non che era fidanzata. Naturalmente, questa non è stata la sua unica decisione sbagliata: a cosa stava pensando quando ha accettato l'aiuto di Michelle? Michelle Ranieri è un uomo che sa quello che vuole. Ha costruito da zero la catena di ristoranti più famosa del Paese. Non è arrivato fino a questo punto trattenendosi di fronte agli ostacoli ed è un dato di fatto che nulla lo fermerà dal convincere Laila che sono fatti per stare insieme. Se per farlo deve fingere di essere il suo ragazzo, così sia. Lei può stabilire tutte le regole che vuole, ma tutti sanno che alcune regole sono fatte per essere infrante.

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PREMESSA

Anni fa

La risata della ragazza dall'altra parte della porta fece correre un brivido lungo la schiena di Laila. Il panico si fece strada quando si rese conto che Franco non era solo.

Era andata a trovare il suo ragazzo, dopo che lui l'aveva chiamata per annullare il loro appuntamento del pomeriggio. Lui le aveva detto che non si sentiva bene e che sarebbe rimasto a casa. Laila, che era molto preoccupata per lui, si era recata lì con l'intenzione di prendersi cura di lui.

Quando arrivò, non si preoccupò di chiamare. Franco gli aveva dato una chiave qualche settimana prima, in caso di emergenza.

"Per quanto tempo rimarrai con lei?", chiese una voce fin troppo familiare.

L'avevo già sentita tante volte in classe. Questa volta, però, c'era qualcosa di diverso. La crudezza.

"Aspetta ancora un po'. Ho quasi ottenuto quello che volevo e poi avrò finito con lei".

"Non so come fai a sopportarlo".

"Beh, non è affatto facile. Dovrebbero darmi un premio per averla sopportata per tutti questi mesi". Franco si lasciò sfuggire una risata.

"È una ragazzina sciocca e non potrà mai farti provare quello che provo io".

"È una bella sensazione". La voce di Franco sembrava distorta dal piacere.

Laila deglutì saliva nel vano tentativo di non vomitare. Fece un paio di respiri profondi. Raccogliendo il coraggio, afferrò il pomello e aprì la porta. Il dolore le consumò il cuore. Nicol giaceva con metà del corpo sopra Franco. I due erano così persi nel loro bacio che non si accorsero subito della sua presenza.

Un sapore amaro le salì in gola quando seppe che aveva baciato quelle stesse labbra e che pochi giorni prima si era trovata in una situazione simile di cui ora era spettatrice.

Deve aver emesso un suono, perché entrambi si interruppero e si voltarono verso di lei. Gli occhi di Nicol brillavano di malizia e Franco, pur sembrando sorpreso, non sembrava dispiaciuto.

Si augurava che fosse solo un brutto sogno, forse si sarebbe svegliato presto.

"Laila", disse Franco, saltando in piedi. Si infilò i boxer mentre si sedeva coperto dal lenzuolo e la guardava con un ghigno dal letto.

Era più che evidente che non si trattava di un incubo.

Tanti pensieri le passavano per la testa. Voleva causare a entrambi lo stesso dolore che stava provando lei.

Quasi nulla la lasciava senza parole, ma in quel momento era difficile trovare cosa dire.

"È vero?", chiese. Qualcosa dentro di lei si rifiutava ancora di credere alla verità che aveva davanti.

"Non ha più senso nascondere la verità, tesoro", disse Nicol e allungò la mano per prendere quella di Franco, "tanto vale dirglielo e porre fine a questa farsa".

Laila non stava più ascoltando, la sua attenzione era rivolta alle loro mani unite.

"Laila, ascolta... non è così che volevo che lo scoprissi, ma rende le cose più semplici. È la stessa cosa se è finita adesso o tra qualche giorno".

Aveva sperato che lui avrebbe almeno cercato di negare, che le avrebbe ripetuto quanto l'amava e che era stato tutto un malinteso. Dov'era l'uomo che l'aveva trattata con tenerezza, che non si era mai stancato di dirle che era la donna della sua vita?

"Hai detto di amarmi", sussurrò.

"Dovevo farlo se volevo che tu credessi in me. Il tuo nome è uno dei più prestigiosi della città e avevo bisogno di uno slancio per aiutare l'azienda di famiglia. Andiamo, non penserai davvero che io possa guardare una persona come te?".

"Dimmi che è uno scherzo del cazzo". La sua voce aumentava di tono a ogni parola: "Mi hai usato!".

Il groppo in gola le impedì di dire altro. Si strinse le labbra e si rifiutò di piangere.

"Smettila di dare spettacolo e accetta di essere troppo insipida e prudente per lui. Non è un problema nostro se non te ne sei accorta prima, qualcuno più intelligente l'avrebbe fatto".

La rabbia cominciò a scorrere nelle sue vene. Basta, non doveva sopportarlo. Era lei che era stata usata e ora stavano cercando di umiliarla ancora di più. Non lo avrebbe permesso.

Fece un passo avanti e alzò la mano. Franco si mise di fronte a Nicol, mostrando con quel gesto da che parte stava.

Tutti i maledetti mesi che aveva sprecato con lui. E la cosa peggiore era che, anche dopo aver visto che non era stata altro che una marionetta, non poteva cancellare i sentimenti che provava per lui, ma lo avrebbe fatto. Li avrebbe fatti a pezzi nello stesso modo in cui lui aveva fatto a pezzi il suo cuore.

"Non farne uno spettacolo. Ti passerà e potremo anche essere amici".

Si lasciò sfuggire una risata priva di umorismo.

"Sei fuori di testa? Ho appena scoperto che stavi con me per interesse e che mi tradivi con quella sgualdrina". Ha lanciato un'occhiata a Nicol: "Potevi almeno scegliere una persona migliore. Ma cosa puoi aspettarti da un ragazzo della tua classe. Non sapresti riconoscere la qualità nemmeno se te lo dicessero".

"Sempre così arrogante...".

Alzò la mano per farla tacere

"Non ho nulla di cui parlare con ....", la guardò dalla testa ai piedi, "qualcuno della tua specie". Riportò lo sguardo su Franco: "E con te, per quanto mi riguarda, puoi averla. Siete la coppia perfetta, dopotutto".

Aveva così tante cose da dirgli, da insultarlo fino a non avere più saliva, ma non pensava di poter resistere ancora a lungo prima di crollare. Così fece l'unica cosa che poteva fare, si girò e uscì da lì.