Capitolo 8
«Mamma»,piagnucola,allungando la mano verso di me.Provo a slacciarle il seggiolino,ma non so come fare.
«Come si fa,mamma?»le chiedo.Come se potesse spiegarmi nei dettagli come tirarla fuori dall'auto.Mi guarda preoccupata,valutando ogni mio movimento.
—Aiutami,Saff!—ringhio,premendo piùvolte il pulsante.Ma non succede nulla.
-Pulsante-mormora,premendo il pulsante verso il basso e poi tirando le cinghie.
Un bimbo di due anni mi ha appena superato in intelligenza.
«Grazie,piccola»,le sussurro all'orecchio mentre la metto sul mio fianco.A casa dello zio Alejandro la coccolano sempre molto.
Georgie era una di quelle mamme che non ci andavano per il sottile;non tollerava lamentele da nessuna delle sue figlie.Il che era fantastico,perchénon sono bambine pignole.E non c'èniente di peggio dei bambini piagnucolosi.Saffie ha i suoi momenti di crisi,ma ha solo due anni,quindi le diamo il beneficio del dubbio.
«Vuoi tenerla mentre lascio questa a casa di Fernanda?»chiede Georgie con la chitarra in mano.Oraètornata nella sua custodia,lontana dai miei sguardi indiscreti.
La guardo completamente confusa.«Fernanda vive da queste parti?»chiedo.
«No,vive a mezz'ora da te,ma non riesco a contattarla da ieri e sono un po'preoccupata,non voglio che Saff stia lìvicino»,mi dice.
Almeno non ero l'unica a sapere che stava succedendo qualcosa di strano.
—Ah,ok,stai solo attenta,ok?Mitch ha detto che suo marito era un po'...sai...Mi trattengo dal dire parolacce e guardo il viso ora sorridente di Saffie.
—Andràtutto bene,ma ti avverto quando arrivo,ok?Prenditi cura del mio bambino.So che staràbene.Probabilmente potrebbe difendersi da chiunque,anche da qualcuno grande il doppio di lui.
Ma c'era ancora una sensazione orribile e sconcertante che mi ronzava in testa.
Fernanda
Un terrore puro mi ha preso mentre camminavo verso casa nostra.Una casa che avrebbe dovuto essere piena di amore e risate.
Avevo paura.Per una volta,ammetto di avere paura.Sono persino pietrificato.
Non so come andràa finire.Non so se mi daràquesta possibilità,solo per non disturbarlo.Le probabilitàsono scarse,ma ripongo tutta la mia speranza in quella strana possibilità.
Anche se,in quel momento,non mi importava del lavoro,del tour,della fuga.Volevo solo Milo,sano e salvo tra le mie braccia.Dovevo assicurarmi che fosse al sicuro e lontano da suo padre.
Avrebbe fatto del male a Milo solo per farmi un dispetto.Per vendicarsi di me.Ha fatto del male a Milo solo un paio di volte.Ma sono giàtroppe.
E questo vuol dire che ho fallito come mamma.Come mamma,il tuo compitoèproteggere i tuoi figli,e nei brevi quattro mesi di vita di Milo,ho fallito.Non sono riuscita a tenerlo al sicuro.
Ma gli prometto che,finchésaròcon lui,lo ameròtantissimo.E forse l'amore potràcompensare il mio essere una cattiva madre.
Sentire le urla disperate di Milo dall'interno della casa mi riempie di determinazione a raggiungere mio figlio.
Come previsto,la porta era giàaperta.Non sentivo altro che le urla di Milo che chiedeva aiuto.
«Leo!»gridai.Poteva farmi tutto quello che voleva,ma avrebbe pagato un prezzo se avesse toccato mio figlio.
Le urla di Milo si fanno piùintense mentre entro in casa.Leo non si vede da nessuna parte.Il silenzio tra un urlo e l'altroèquasi inquietante.Non ho tempo per pensare;i miei piedi mi portano di corsa al ritmo delle sue urla,che sembrano provenire dal mio bagno.
Cosa sta facendo in bagno?
Quando arrivo alla porta,èchiusa.Il mio cuore batte forte,ma non ho tempo per pensare a me stessa.Non ho tempo per pensare a quanto mi sento stordita e debole.
«Andiamo»,mormoro tra me e me,cercando di afferrare la serratura esterna per aprire la porta.Le mie mani tremano cosìtanto cheèinutile.
«La mamma sta arrivando!»,gli dico,ma le sue urla sono troppo forti per farmi sentire.«Leo,te lo giuro»,lo maledico.Ero furiosa.Non solo aveva portato via mio figlio a Maggie,ma lo aveva anche chiuso in bagno.
Non sapevo dove fosse Leo.Non sembrava che fosse a casa;c'era un silenzio tombale.A parte il pianto di Milo,speravo che non fosse lì.Anche se mi fa schifo pensare che abbia lasciato suo figlio da solo,preferirei che Milo fosse a casa da solo piuttosto che Leo gli facesse del male.
Ma la porta del bagno era chiusa.Dall'interno.Il che significava che Leo...Doveva essere dentro.O forse era riuscito a chiuderla dall'esterno.
Gli orrori che potevano aspettarmi dall'altra parte della porta erano abbastanza per mandare chiunque a una morte prematura.Per quanto ne sapevo,Leo poteva aspettarmi con un coltello.
Non appena riesco ad aprire la serratura,il rumore di Milo si ferma.Si ferma completamente.
Gli stai facendo male.
«Arrivo,tesoro»,ho urlato,girando la serratura un'ultima volta prima che scattasse e potessi aprire la porta.Ho trattenuto il respiro.Aspettando,mentre tutto mi appariva davanti agli occhi.
La prima cosa che notai fu Milo seduto in una vasca da bagno troppo piena.Il suo viso era rosso come un pomodoro.Sporgeva appena dall'acqua.Aveva la bocca aperta come se stesse urlando,ma non usciva alcun suono.Le sue braccia e le sue gambe sporgevano dall'acqua,pallide e macchiate.Aveva i pugni serrati,tutto il suo corpo tremava.
Le mie gambe mi portano da lui,prima ancora di poter dare un'occhiata al resto del bagno.Il mio istinto materno si attiva all'istante.
-Ho...-Allungo le mani verso il basso per tirare fuori Milo dall'acqua,ma non appena le mie mani toccano la superficie,le allontano dall'acqua gelida.
Fa davvero freddo.
Sono riuscito a tenere le mani lìsolo per un secondo.E Miloèrimasto seduto lìper almeno venti minuti.
Rimetto le mani dentro e lo tiro fuori all'istante.Il suo corpo sembra ghiacciato.Non c'èda stupirsi che abbia urlato.E ora,il suo piccolo corpo trema involontariamente e il suo petto si agita alla ricerca d'aria.
Èentrato in una specie di shock.
«No,dai,Moo,ti tengo»,lo incoraggiai.I suoi movimenti si indebolirono,ma il respiro del suo petto mi rassicuròche era ancora vivo.
Lo abbraccio forte,cercando di dargli tutto il mio calore.O almeno,quello che mi era rimasto.Sento il sangue gelarsi solo ad abbracciarlo.
I miei occhi scrutano il bagno e solo ora noto Leo appoggiato alla parete piastrellata.Aveva gli occhi chiusi e la pelle pallida.Il suo corpo era completamente inerte.
Tutta la vita che mi era rimastaèsvanita sul pavimento.Questo sarebbe bastato a traumatizzarmi per sempre.
«Leo,tesoro»,lo esorto,tenendo Milo fermo e silenzioso contro il mio petto,mentre entro nella doccia.«Leo»,insisto di nuovo,ora sedendomi sulle ginocchia.
Allungo una mano per scuoterlo delicatamente.E sento un tuffo al cuore quando ansima e apre gli occhi.
All'inizio sono sollevata che stia bene.Poi la mia attenzione si sposta su Milo,cheècompletamente svenuto mentre lo abbraccio.Leo gli ha fatto questo.Nonèstato solo un colpo o uno schiaffo;avrebbe potuto essere un omicidio se avesse continuato nella vasca da bagno.
Ho lasciato Leo da solo in bagno.Se sviene di nuovo,ècolpa sua.Non mièdispiaciuto quando ha messo mio figlio in una vasca gelida.
«La mamma va a cercare aiuto,ok?»gli sussurro.Prendo la copertina di Milo e la avvolgo intorno al suo corpicino.Non ero sicura se avesse solo freddo o se fosse qualcosa di più.Ma sapevo che non potevo lasciarlo lì.Ero abbastanza intelligente da capire che aveva bisogno di cure mediche.
Per colpa di suo padre.
Suo padre che potrebbe morire sotto la doccia.
