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Capitolo 11

-Ipotermia,staràbene quando riusciràa regolare la sua temperatura-mi dice brevemente,senza voler entrare nei dettagli quando non era suo compito condividerli.

"Ipotermia?Ma siamo a maggio!"Non riesco a trattenermi dal dire esattamente quello che penso."Mi dispiace,spero che si riprenda completamente."Mi scuso rendendomi conto di quanto sia stato insensibile.

Lei rimane in silenzio dall'altra parte del telefono,ma riesco ancora a sentire delle persone che parlano in sottofondo.

«Pensi che potrei parlare con Fernanda?»Mi butto.Èimprobabile,ma se non chiedessi,non lo saprei mai.

Sospira e poi dice:«Il suo telefonoèscarico,tra dieci minuti devo uscire per andare al lavoro,dovrai venire tu».Sembra insicura,come se potesse essere rimproverata solo per averlo suggerito.Forse sì,forse a Fernanda non piacerebbe l'idea.

«Posso?»chiedo come un bambino.

-Ènella sala Oceano,nell'unitàCavalletto di mare,non so se Fernanda ti lasceràentrare,maèlìse la vuoi-mi dice.

La sala Oceanèl'unitàdi terapia intensiva pediatrica.Mi ricordo di aver visitato Saffie lìquando ha avuto una crisi epilettica qualche mese fa.Quindi Milo deve stare davvero male per essere in cura lì.

Chi ha l'ipotermia a maggio?

Il mio cervello non riusciva nemmeno a capire come fosse possibile.A meno che non avesse una malattia rara di cui non avevo mai sentito parlare.

Ringrazio Margot e mando subito un messaggio a Georgie:"Miloèstato portato in ospedale,il telefono di Fernandaèscarico,vado a trovarla,ma devi cercare Saff".Lo faccio breve e conciso,cosìcapisce l'urgenza del mio messaggio.

Non risponde al mio messaggio,ma vedo che l'ha letto.Se fosse per me,porterei Saffie con me,ma purtroppo non ho il suo seggiolino.Anche se lo avessi,non riuscirei ad allacciare quella maledetta fibbia.

Fernanda non andava da nessuna parte,non c'era bisogno di affrettarsi.

Ma io volevo farlo.Volevo scappare di casa come se non ci fosse un domani.Volevo essere lìin pochi minuti.

C'era qualcosa nella mia testa che mi diceva che Fernanda non avrebbe nemmeno voluto vedermi.Suo figlioèin ospedale,perchédovrebbe voler parlare con me?Non vorràraccontare tutta la sua vita a qualcuno che conosce da meno di quarantotto ore.Non mi aspettavo che mi raccontasse la sua vita,ma vorrei almeno capire cosa leèsuccesso da quandoèscappata da quello studio.

Considerando che suo figlioèstato ricoverato in ospedale per ipotermia a maggio,immagino che non le sia andata molto bene.Non ci vuole un genio per capirlo.

«Eh?»grida Georgie.A volte sièbenvenuti a casa mia;a volteèpiuttosto inaspettato.

Saffie grida"Mamma!"dal soggiorno,dove negli ultimi minuti mi ero messa a camminare sul tappeto.Bruciando buchi sul pavimento.

«Ciao,mia bellissima bambina»,sussurra Georgie,dondolando Saffie sul fianco.

«Ti ho lasciato il basso vicino alla porta,te lo porteremo un'altra volta,assicurati solo che sia a posto,ok?»,dice.

Prendo le chiavi ed esco,sperando e pregando con tutto me stesso che Fernanda mi faccia entrare.

-Oh,e H-grida Georgia un'ultima volta.-Per favore,per l'amor di Dio,non farti notare,non abbiamo bisogno di affrontare anche questo-mi ricorda.

Non avevo intenzione di fare un gran casino per far sapere al pubblico che ero in ospedale,lo so che nonècosì.Soprattutto,non voglio attirare l'attenzione su Fernanda.Sento che non le piacerebbe.

Avevo controllato i suoi social(era attiva solo su Instagram),ma volevo scoprire qualcosa di più.Mi sembrava di invadere la sua privacy,ma tecnicamente,se le informazioni sono online,nonèche devo cercare molto.

Mi ha colpito quanto fosse attiva su Instagram.Solo pochi giorni fa,aveva pubblicato una foto di raggi di sole che,colpendo un vetro o uno specchio con la giusta angolazione,facevano danzare piccoli arcobaleni sulla parete della stanza di Milo.Lui era in fondo alla foto,sdraiato nella sua culla,con i piedi in bocca.L'aveva intitolata"bambino arcobaleno".La maggior parte dei suoi post riguardavano Milo,ma mi ha colpito un po'vederne uno di lei e Leo,entrambi in posa meravigliosa,con enormi sorrisi sdolcinati alla fotocamera.

Eh.

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