Capitolo 4
POV DI MANUEL
Avvolto nei miei pensieri mentre ascoltavo mio padre, sospirai titubante.
"Quindi fatemi capire bene, per ora io sposo la ragazza, poi Damian prima o poi salderà il debito e poi? Cosa diavolo me ne faccio di lei?” Chiesi confuso.
Questo piano faceva acqua da tutte le parti.
"Damian non avrà mai il denaro che ci deve, la ragazza è solo un mezzo per ricattarlo e prendere informazioni, ma tranquillo non sarai incatenato a lei per sempre."
Fissai mio padre, beh se la metteva così, allora ci stavo, un paio di mesi sarebbero passati velocemente e poi nella peggiore dei casi diventare vedovo inaspettatamente non era una cattiva idea.
“Ok, però a delle condizioni… non voglio essere sposato per più di 3 mesi."
"Non posso garantirtelo. Damian ha stipulato un contratto prematrimoniale, e quel fottuto documento ha due milioni di clausole, Damian non è stupido, dobbiamo trovare un modo per riaggiarale..." Poi prese un'altra boccata dalla sua sigaretta e continuò.
"Lo so che questa situazione è un'eccezione, e anche se non ti piace l'idea di sposare una Russof, un uomo della tua età dovrebbe comunque iniziare a pensare ad una famiglia e soprattutto ad un erede..." Disse serio.
Allargai gli occhi disgustato.
Mio padre aveva perso la ragione?!
"Piuttosto mi faccio tagliare le palle prima di pensare di avere un figlio con una Russof. Forse non mi sono spiegato bene, non voglio avere niente a che fare con questa mocciosa, se sto acconsentendo è perché voglio vedere quel maledetto pezzo di merda sul lastrico. Adesso ti dico cosa farò..." Dissi guardando entrambi.
"Nessun matrimonio convenzionale, solo due firme…per quanto mi riguarda posso firmare adesso, anzi no, lasciami prima leggere queste cosidette clausule.” Dissi indurendo il tono.
Mio padre tirò fuori un fasciolo grande come un dizionario, cosa diavolo c'era lì dentro?!
"Dimmi che è uno scherzo..." Mormorai con un cipiglio.
Mio padre scosse la testa serio prima di allungarmi il fascicolo.
Mi presi tutto il tempo per leggere attentamente il contratto e sfogliando le pagine inziai davvero a pensare che quel dannato Damian voleva incularci.
"Hai letto la clausula 51?" Chiesi alzando un sopracciglio.
Etrambi annuirono.
"E allora come pensate di riavere il vostro denaro?"
"Ci affidiamo al tuo fascino figliolo...tocca a te farla cadere ai tuoi piedi e convincerla a cambiare le carte..."
"Papà stai scherzando? Qui dice che, anche se la mocciosa dovessere tirare le cuoia domani mattina di cause totalmente natuarli, io non vederò un centesimo prima di dieci anni dalla data in cui è stato firmato il certificato di matrimonio, e nel caso dovessi risposarmi in questi dieci anni, allora i tempi si estenderebbero a quindici?! Ma siete totalemte impazziti?" Chiesi scuotendo la testa, questo contratto era una gran truffa e noi stavamo acconsentendo?!
"Non siamo stupidi, le stesse cose valgono anche per lei, idiota! Se qualcuno provasse a farti del male, Russof non vedrebbe nemmeno un centesimo." Sputò Erik.
"A me no che, non riesci a farle eseguire la clausula 64..." Rispose Alexander con un ghigno sinistro.
Abbassando velocemente lo sguardo sul fascicolo, lessi la marea di fregature presenti nel contratto di matrimonio fino alle 64 e finalmente sorrisi arricciando le labbra come un diavolo.
"Bene...le farò vivere l'inferno..."Dissi con un ghigno sadicio.
"Ricorda, lei conosce il contratto tanto quanto te e probabilemte starà pensando la stessa cosa..." Conitnuò Alexander.
"Tranquillo papà, farò in modo che mi chieda il divorzio..." Beh la clausula 64 era molto chiara, se uno delle due parti avrebbe chiesto il divorzio prima dello scadere di dieci anni di matrimonio, l'altra parte avrebbe ceduto il 80% dei beni totali posseduti prima e durante il matrimonio.
"Perfetto... adesso ci sono un paio di cose da sapere sulla piccola Russof...numero uno, non è una stupida, anzi a quanto ho sentito dire anche se non è ancora laureata, già gestisce gli account delle due fabbriche di tabacco e dell'hotel, non so cosa sappia del porto, ma cerchiamo di estorcerle più informazioni possibili." Proseguì.
"E numero due, ha una gran bocca larga proprio come suo padre."
"Ok, tranquillo, non ho bisogno di sapere che è come suo padre, quella ragazza è già condannata, contro di me non ha speranza, e poi solo perché è una mocciosa non sottovaluterò il fatto che potrebbe essere una spia e giocare il mio stesso gioco..."
Alla mia affermazione Erik mi guardò con la coda dell'occhio sbuffando, come se tutta questa situazione fosse solo un mal di testa, infatti lo era, ma adesso era troppo tardi per tornare indietro.
Alexander mi guardò annuendo.
"Il ragazzo ha ragione, Erik...dobbiamo stare attenti anche noi..."Mormorò Alexander.
Con fare annoitato Erik si allontanò per versarsi da bere. Beh a quanto pare non ero l'unico che beveva di prima mattina.
"Tutto questo dannato piano, tutta questa scocciatura solo perché Manuel non sa tenere a bada la pistola..." Disse Erik sbuffando.
"Fratello, Manuel ha fatto quello che avresti fatto tu e anche io... Non biasiamarlo per essere un White con le palle..." Rispose Alexander.
Facendo un altro sorso del suo drink, Erik annuì e poi mi guardò oltre la spalla.
"Allora se sei come dice tuo padre, un White con le palle, non solo spezzerai la ragazza, ma ti assicurerai che non si intrometta nei nostri affari. Se la mocciosa riesce a rubare informazioni su di noi e a passarle a suo padre, sarà meglio preparasi alla guerra."
Annuii senza dire nulla.
“Per il resto fai quello che cazzo vuoi Manuel…gli affari sono l’unica cosa che mi interessano e dovrebbe interessare anche te.” Concluse mio padre.
"Ok, ok tranquillo, sistemerò le cose..."
Avevo sempre portato a termine i miei progetti e questo non sarebbe stato da meno.
"Bene, adesso firma l'atto di matrimoio. Farò recapitare i documenti il prima possibile."
Senza esitare firmai quella che sarebbe stata la condanna dei Russof.
Lasciando la White Corporation decisi di occuparmi del REX, in serata avevo la mia riunione semestrale, un gruppo di nuove ragazze sarebbe arrivato ed io adoravo scegliere personalmente le mie "impiegate".
"Non vedo l'ora di divertirmi..."Disse Achille con un ghigno.
"A chi lo dici, devo scaricare un po' di tensione...questa storia del matrimonio è una gran seccatura."
"A proposito...congrtulazioni amico." Mormorò ridendo.
Guardandolo con occhi assassini lo colpii con una gomitata al braccio.
"Vaffanculo Achille..." Sputai arricciando la fronte.
"Dai...Stavo solo scherzando..." Disse in sua difesa.
"Anche se però legalmente sei un uomo sposato a tutti gli effetti."
Grazie per avermelo ricordato, stronzo. Detestavo questa situazione anche se il mio amico aveva ragione. Solo al pensiero di avere una moglie volevo vomitare.
"Beh...ti dirò cosa farò per festeggiare, prenderò tre ragazze e mi godrò la prima notte di matrimoio senza sposa." Mormorai divertito.
Achille annuì ridendo.
Mentre entrambi ridevamo, il mio cellulare iniziò a vibrare. Gettando un occhio sullo schermo respirai forte dal naso. Samantha. Cosa diavolo voleva?
"Che succede?" Sputai annoiato.
"È cosí che mi rispondi?" Chiese piagnucolando.
"Te lo chiedo per la seconda ed ultima volta, che succede?" Il mio tono divenne ancora più grave e spazientito.
"Mi manchi Manuel..."
"E?..." Cristo, già mi ero stancato di parlare al telefono.
"Perché mi tratti sempre così male?"
La voce di quella donna alcune volte mi irritava oltre il limite.
"Ti tratto come ti ho sempre trattata...adesso devo andare..." Borbottai annoiato.
"Aspetta..."
Roteai gli occhi sbuffando.
"Appena papà avrà finito a Città Grande verrò subito da te..." Disse con tono contento.
"Ok, fammi sapere quando arrivi, manderò qualcuno a prenderti..." E senza aspettare una sua risposta riattaccai.
Chiusi gli occhi e mi passai una mano sugli occhi, i Russof, il matrimonio, il porto, il REX e Samantha, cos’altro? Avevo così tanti impegni da non poter ricordare più che giorno fosse.
"Ho bisogno di un assistente personale..." Mormorai.
"L'ultima te la sei scopata per un mese e poi l'hai licenziata..." Disse Achille ridendo.
"Ricordami perché l'ho licenziata?" Chiesi alzando un sopracciglio.
"Perché pensava di essere la tua ragazza e credeva di poterti controllare..."
Scossi la testa. Donne, tutte uguali, assetate di potere e di cazzo.
