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Brian geme e sbircia oltre la scrivania verso l’ingresso.
— Se n’è andato. Possiamo uscire adesso.
Usciamo tutti da dietro la scrivania e Lexi tira fuori il suo quaderno per annotare le nuove informazioni.
— Quindi ora sappiamo che, per quanto tardi vada a dormire, arriva sempre puntuale.
Oh sì, sappiamo tutto. Sappiamo che ieri sera ha cenato tardi con il signor Wills, il presidente della ENCOM. Sappiamo a che ora è uscito dal ristorante, sappiamo a che ora è rientrato a casa.
E sì, siamo diventati gli stalker pazzi di Kingston.
Non è un titolo di cui andare fieri, ma è molto soddisfacente sapere che ho la possibilità di non farmi beccare.
Prendiamo l’ascensore e torniamo al nostro piano, dove ci accoglie una vice direttrice furiosa.
— Signor Scott, signorina Evans e signorina Benson, siete arrivati in ritardo al discorso del mattino !
Ops.
— La prossima volta che fate tardi, vi segnalerò al capo.
Ci minaccia e poi esce dalla stanza furibonda.
— Come se il capo la stesse a sentire.
Mormora Brian mentre ci sediamo.
— Allora ?
Mi giro verso Lexi.
— Fammi vedere il quaderno. Che hai raccolto ?
Lei me lo passa e io sfoglio le pagine. In qualche modo Lexi è riuscita a mettere le mani sull’agenda di Ian, ed è una vera benedizione. Ora posso usarla per evitare tutti gli eventi in cui sarà presente lui.
Passo il dito sul calendario all’interno del quaderno e mi fermo su una data.
— Che cos’è questo ? Giorno dell’annuncio del fidanzamento ?
Lei annuisce.
— Il signor Kingston annuncerà ufficialmente la sua fidanzata alla festa dell’anniversario dell’azienda.
— Ha una fidanzata ?
— Sì.
Fa spallucce.
— Ma come— quando è successo ?
Chiedo, confusa.
— Beh, ne parlano tutti, ma tu vivi sotto una roccia quindi non potevi saperlo.
Dice con tono beffardo, e io alzo gli occhi al cielo.
— Comunque, settimane fa la notizia che il signor Kingston avesse una fidanzata è trapelata alla stampa. E il pubblico è impazzito. Sai, è quel bel miliardario scapolo che tutte vogliono sposare.
Dice con un tono leggermente frustrato.
— Voglio dire, il signor Kingston è bello. Tipo molto. Ma Daniel—
Si sventola con la mano.
— Lui è la versione più calda del caldissimo.
— Cosa vuol dire questa cosa ?
Brian fa una smorfia.
— Torniamo alla storia, Lexi.
Dico, impaziente.
— Va bene. Quindi la stampa ha continuato a tormentare la famiglia Kingston per sapere chi fosse lei. E la madre del signor Kingston ha detto che suo figlio l’avrebbe presentata alla festa per l’anniversario dell’azienda.
— Accidenti. Com’è possibile che uno spaventoso come Ian abbia una fidanzata ?
Chiedo, incredula.
— Lo so, vero ?
Sospira Lexi.
— Aspetta.
Si gira verso di me.
— Hai appena chiamato il CEO con il suo nome ?
— Cosa ?
Faccio spallucce.
— Nessuno ha sentito.
— Io ho sentito.
Dice Alan dall’altro lato del tavolo.
— Uhh.
Sospiriamo tutti e tre nello stesso momento.
Dopo aver studiato il calendario del CEO, torniamo a lavorare. È quasi ora di pranzo quando mi alzo per andare in bagno.
Mi sto lavando le mani quando una donna esce barcollando da una cabina, piangendo a dirotto. Tira fuori un mucchio di fazzoletti dalla borsa e si asciuga il viso, ma le lacrime non smettono di scendere.
Il trucco è sbavato e i capelli sono in disordine. In quel momento sembra una creatura infernale e ci metto quasi un minuto per riconoscerla.
È la stessa donna che ho visto alla riunione dei dirigenti. Quella con i capelli rossi. Quella che ha chiamato Ian « amore mio ». Bleah.
Prende il telefono e inizia a comporre un numero. Quando dall’altra parte rispondono, inizia a piangere nel microfono.
— Me l’avevi promesso. Mi avevi promesso che l’avrei sposato. Me lo avevi promesso !
Singhiozza in modo devastante.
— Ma tuo figlio non vuole sposarmi. Mi odia. Non mi guarda nemmeno. Mi dice sempre di andare al diavolo.
Prende altri fazzoletti e si soffia il naso.
Chiunque ci sia dall’altra parte deve averle detto qualcosa che la fa impazzire, perché improvvisamente urla :
— NOOOO ! VOGLIO SPOSARE IAN PRESTO. NON POSSO ASPETTARE !! AAAAAH TI ODIO !
Urla così forte che indietreggio contro il muro, spaventata. Gesù, questa donna mi fa venire i brividi. È sicuramente uscita dall’inferno.
— No, vengo anche domani.
Dice, determinata.
— Non mi fermo. Verrò nel suo ufficio domani mattina. Lo avrò, vedrai.
Poi chiude la chiamata ed esce dal bagno di corsa, senza preoccuparsi di chi possa averla sentita.
Tipo me.
Aspetta.
Ha detto Ian ?
Oh mio Dio. I miei occhi si spalancano. Lei è la fidanzata.
Accidenti, devo dirlo a Lexi e Brian.
Esco di corsa dal bagno e torno alla scrivania, quasi facendo cadere Lexi dalla sedia.
— Ma che cavolo, Hailey ? Calmati !
— Non c’è tempo per calmarsi. Ascoltate.
Racconto tutta la storia, e man mano che parlo, i loro occhi si fanno sempre più grandi, finché non temo che possano uscire dalle orbite.
— È fantastico !
Strilla Lexi.
— Brian, arriviamo un’ora prima domani. Magari la vediamo !
Brian annuisce con un gran sorriso.
— Hailey, vieni con noi ?
— Assolutamente no.
Scuoto la testa.
— Ho bisogno del mio sonno di bellezza. Già arrivo mezz’ora prima per evitare il diavolo. Questo è il massimo che posso fare.
…
Guardo in alto verso l’edificio imponente davanti a me e allungo le braccia.
— Ahhh, ho tanto sonno.
Sbadiglio e piego i fianchi da una parte all’altra, facendo la mia routine di esercizi mattutini davanti all’ingresso dell’ATC.
La sicurezza mi guarda storto e io faccio il saluto militare.
— Buongiorno, signori.
Le loro sopracciglia si inarcano ancora di più e io rido prima di entrare.
È la mattina successiva e oggi sono arrivata da sola, visto che quei due sono venuti prima per vedere la fidanzata. Che carini.
Tiro fuori il telefono e li chiamo.
— L’avete trovata ?
— Ci ha mentito.
Sputa Lexi.
— Non è venuta. Abbiamo cercato in tutto l’edificio. Se devi lottare per un uomo, fallo bene. Doveva mantenere la parola.
Si lamenta.
— Ho perso il sonno, ahhh !
Rido.
— Meno male che non sono venuta. Sono nella hall adesso. Aspettatemi all’ascensore.
— Va bene, vostra altezza.
Sbuffo e metto il telefono in borsa.
Mentre cammino verso l’ascensore, vedo che le porte si stanno chiudendo.
— Aspetta !
Corro.
— Aspettami !
Metto la mano in mezzo, impedendo alle porte di chiudersi.
Le porte si riaprono e io sollevo lo sguardo con un sorriso.
Ma mi si spegne subito in faccia.
Perché sto guardando dritto negli occhi Ian maledetto Kingston.
