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CAPITOLO 05**
« Non puoi farlo, Devon. » Dice lei guardando abbattuta.
« Fondamentalmente posso, sono il tuo Alpha, » dice Devon con un sorriso compiaciuto.
Celine mormora qualcosa e guarda Steven con tanto amore che fa arrossire chi la osserva.
« Ehi, piccolo compagno, scusa, devo ascoltare moi fratello, ma ti prometto che lo farò alla perfezione, » dice e bacia la fronte di Steven, che arrossisce. Lo abbassa e lo fa alzare in piedi. Stefan si avvicina a Steven e si mettono accanto a Kevin.
Devon stringe la mano di Kevin, guardandolo speranzoso per la prima volta, e li lascia ritirarsi.
#Per favore vota se ti è piaciuto. Sto facendo del moi meglio. E per favore, menziona nei commenti gli errori. Ti sarò grato.
Tornati alla casa del branco, Steven è testardo e vuole formare l’alleanza lo stesso giorno. Alcuni degli anziani protestano. E Steven, cerca di nascondere il fatto che è stato sopraffatto, combatte con tutte le sue forze contro gli anziani, tanto che anche loro devono ammettere la verità su quanto accaduto. Ma Kevin è sicuro. Non permetterà che questa farsa di guerra continui. Non dopo ieri. Se non fosse stato per Celine, avrebbe perso suo fratello. Kevin lo abbraccia forte, senza curarsi degli anziani. « Sono contento che tu stia bene, fratello, » sussurra Kevin e Steven sorride, ricambiando l’abbraccio.
Ma la mattina dopo, viene inviato un messaggio che annuncia l’organizzazione dei colloqui di pace da parte di Devon Rickson, con una lettera sdolcinata per Steven da parte di Celine Rickson. Kevin e tutti i membri del branco guardano il più giovane dei Flint, immerso nell’amore. Per questo motivo, sono obbligati ad accettare l’alleanza.
Vedere Steven così lo fa pensare alla sua compagna. Ha passato la maggior parte dei giorni tra la battaglia preoccupandosi per il dolore al fianco, nel dolore e nel sollievo di sapere, così felice quando il dolore non si è fermato, che la sua compagna è sopravvissuta alla guerra.
E poi c’è il Demone Bianco. Il Lupo Demone del Branco della Loto Bianco.
Ci sono molte voci che circolano su di lui, dove il vento le porta. Dicono che sia la reincarnazione del male, una bestia selvaggia domata dagli Alpha Fratelli. Bianco come la neve con occhi come sangue. Una lunga criniera bianca che lo rende un’apparizione insolita. Il luccichio mortale nei suoi occhi e la rapidità dei suoi attacchi dicono che sia un’arma forgiata dalla Dea e dotata di vita propria. Intenso e arrabbiato. Piccolo ma intimidatorio. Il Demone Bianco tra il clan dei lupi. Kevin stesso era terrorizzato a guardarlo. E dopo l’incontro di ieri lo disprezzava profondamente.
Kevin aveva chiesto a Steven del suo incontro con il Demone. Ma lui rispondeva a pezzi.
E con sua fortuna, era stato scagliato via e in qualche modo aveva trovato la sua compagna senza essere ucciso dal Demone.
Il sangue di Kevin bolliva. Temeva per suo fratello minore. E pensare alla pace con un Demone ancora in giro era impossibile. Forse avrebbe potuto convincere il suo amico a sbarazzarsi di lui. Quel Mostro aveva attaccato suo fratello. Il Terzo Figlio della loro famiglia. Figlio del precedente Alpha. Avrebbe potuto chiedere giustizia prima dell’Alleanza. Sì, Kevin lo avrebbe fatto. Doveva rimuovere quel bastardo privo di emozioni. O, se nulla funzionava, almeno sarebbe dovuto essere rinchiuso in una cella. E usato solo durante le guerre. Come l'arma che era.
Durante una delle loro riunioni con il Branco della Loto Bianco, chiese a Devon riguardo alle voci crescenti sul lupo demoniaco, se avesse venduto la sua anima al Diavolo. Devon cominciò a ciarlare su come non fosse un demone, su come tutti non lo vedessero come umano, ma vedessero il suo potere prima di vedere il suo vero io.
Kevin raccontò a Devon di come tutti i suoi compagni di branco avessero quasi fatto la pipì nei pantaloni al solo sentirne il nome, ma che, purtroppo, erano rimasti paralizzati dalla paura. Volevano anche smettere di combattere, ma stare con il Demone era un po’ troppo per loro.
Kevin pensò a un piano. Un’opportunità per legare il Demone al suo branco per sempre.
Un’opportunità per avere una potenza distruttiva di calibro sconosciuto pronta a combattere al loro fianco, se dovesse sorgere la necessità.
