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06

**CAPITOLO 06**

Per un breve momento vedo i suoi tratti addolcirsi, ma il momento sparisce in pochi secondi e lui strappa la sua mano dalla mia presa, facendomi sobbalzare. Si avvicina verso di me e i miei occhi si spalancano, il moi corpo barcolla indietro nel tentativo di scappare.

« Che cazzo vuoi ? Pensi che, siccome non ti ho picchiata prima, puoi parlarmi così ? » ringhia, mostrando i suoi denti affilati.

Rabbrividisco per la profondità e l’intensità della sua voce e per quanto fosse morbida e baritonale, che mi riempie le orecchie. Quando riesco a superare il suo tono, capisco cosa ha detto e mi ritraggo di nuovo, un gemito accidentale che mi sfugge dalle labbra. Se i miei occhi non stessero per lacrimare, credo avrei potuto dirti come i suoi occhi si sono addolciti, come prima, ma questa volta con un accenno di rimorso. Involontariamente, il moi labbro inferiore si protende e gli occhi mi si riempiono di lacrime mentre dico piano :

« V-volevo aiutarti. »

Lo sento fare un respiro profondo prima di voltarsi e passarsi le dita tra i capelli scuri come se fosse frustrato.

« Cazzo, » mormora infastidito, ma non sono sicura se sia per colpa mia o di qualcos’altro.

Con occhi spalancati, lo osservo mentre guarda di nuovo verso di me e borbotta qualcosa a bassa voce prima di girarsi e cominciare a camminare. Abbasso la testa con un’espressione triste, ma sobbalzo quando sento la sua voce profonda rimbombare tra le pareti.

« Se non riesci a stare al passo con me, sono affari tuoi, » dice senza emozione.

Il moi cuore salta e il moi viso si colora di rosso, come al solito, e corro per cercare di stargli dietro. Accelero il passo quando riesco ad avvicinarmi a lui e lo guardo mentre cammina con la testa alta. Quando si volta a guardarmi, abbasso rapidamente lo sguardo, arrossendo.

Continuiamo a camminare in silenzio e ripetiamo lo stesso schema : io lo guardo di nascosto, ma ogni volta che lui mi guarda, giro velocemente la testa e fisso il terreno con le guance rosse. Non so perché reagisco così, sono confusa, ma non riesco a trattenermi. Voglio guardarlo, c’è una curiosità che cresce dentro di me e che è difficile ignorare. La mia mente è razionale e mi dice che dovrei fare qualcos’altro, ma non la ascolto. Inarco le sopracciglia, dovrei davvero ignorarlo, ma non ci riesco.

Apre una porta ed entra, mi fiondo dentro prima che la porta possa chiudersi su di me. Guardo dentro e vedo dove siamo. Capisco subito, per via dei kit di primo soccorso e di altre attrezzature mediche, che siamo nell’infermeria. Si siede su una sedia, le sue gambe larghe, e io mi sposto nervosamente. Si accuccia, appoggiando il gomito sinistro sul ginocchio e poggiando la testa sul palmo mentre mi guarda con un’espressione annoiata. Mi tende l’altra mano, quella che è sporca di sangue e segnata da tagli.

« Cinque minuti, » la sua voce ha un tono autoritario e io annuisco velocemente.

Mi giro, inciampando leggermente, grazie alla mia goffaggine, e guardo intorno finché non vedo il kit di primo soccorso e lo prendo. Posiziono il kit bianco su un tavolo, lo apro e guardo cosa c’è dentro. Ci sono tante cose, ma prendo alcool, Neosporina e bende di stoffa. Mi giro e mi arrossisco profondamente quando vedo che i suoi occhi scorrono dalla mia schiena fino ai miei occhi. Quello che mi fa arrossire fino alle orecchie è che non sembra per nulla imbarazzato di essere stato colto a guardare il moi corpo, ma i suoi occhi sono pieni di un desiderio ardente.

Mi contorco, nervosa, e comincio a mordermi il labbro inferiore per abitudine.

« Non farlo, » dice con voce roca, tesa, e io subito smetto di mordermi il labbro.

I miei occhi tornano a fissare la sua mano e mi ricordo di cosa ero venuta a fare. Mi avvicino timidamente e mi accovaccio tra le sue gambe, concentrandomi sulla sua mano, completamente ignara dello sguardo infuocato di Killian.

Prendo delicatamente la sua mano e afferro l’alcool dal pavimento dove avevo messo le altre cose che avrei usato. Apro la bottiglia e prendo un batuffolo di cotone, lo bagno con l’alcool e lo strofino sulle sue nocche tagliate. Mordo il labbro, spero che non gli faccia male. Non sembra fare alcun suono che suggerisca dolore, così il moi cuore si calma un po’.

Dopo aver pulito il sangue e visto chiaramente i tagli, faccio una leggera smorfia. Giuro che prima sembravano più grandi e più profondi, o forse sono io che vedo male ? Sorrido leggermente, beh, sono contenta che non sia gravemente ferito. Mi do un colpo mentale.

Finnick, perché ti interessa ?

Perché sono una persona premurosa, mi dico.

Spremo un po’ di Neosporina sulle dita e la strofino delicatamente sui tagli, cercando di evitare che si formino cicatrici brutte. Lascio cadere il piccolo vasetto di gel e prendo le bende di stoffa. Mentre sto per bendare la sua mano, alzo lo sguardo e mi fermo nei miei movimenti. Il moi viso si colora di rosso. Mi stava guardando così intensamente, con così tanta concentrazione. Mi stavo chiedendo se mi stesse guardando in questo modo tutto il tempo. Timidamente abbasso lo sguardo sulla sua mano, ma sono completamente sorpreso quando sento le sue dita lunghe e robuste sollevarmi il mento per farmi guardare su.

Il moi viso è bollente mentre lo guardo. I suoi occhi mi bruciano e ora che siamo così vicini, tutto sembra così… irreale. È normale che qualcuno possa avere un profumo così buono ? Trattengo il respiro, possono gli occhi di qualcuno essere così chiari ? I tatuaggi sono assolutamente orribili, ma perché i suoi sembrano… attraenti ? La mia mente è un caos e per abitudine mi infilo il labbro inferiore in bocca. I suoi occhi si fanno scuri e la sua mascella si contrae.

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