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05

CAPITOLO 05**

**MYRA**

Rimango nell’ombra per un po’, aspettando. In lontananza, il rumore del mare che si infrange contro le rocce riempie il silenzio, insieme ai suoni naturali del bosco.

Il bosco è più fitto e difficile da raggiungere qui— uno dei motivi per cui questo è il posto perfetto per incontrare le persone. Lo considero moi territorio.

Mi raddrizzo, allerta, quando sento un rumore in lontananza. Anche la mia lupo è in allerta. Ascolto attentamente lei e il rumore per capire chi potrebbe essere.

Non esco dall’ombra degli alberi fino a quando una figura familiare non appare nel clearing e si dirige verso il bordo della scogliera. Ma anche allora, prendo il moi tempo per osservarlo.

Non riesco a capire perché, ma qualcosa mi disturba ultimamente, rendendo più difficile fidarmi della mia intuizione naturale. Quando non esco subito, la figura scruta il bosco, senza vedermi.

Sorrido tra me e me. È Nat, uno degli assassini più abili, eppure non mi vede anche quando sono parzialmente visibile. Credo che le ore di allenamento per camuffarmi stiano dando i loro frutti.

« Sono qui, » annuncia Nat, quando non esco ancora. Mi soffermo per qualche secondo, chiedendomi come andrebbe se lo prendessi in giro. Sarebbe comico, ma lascio cadere subito l’idea, perché oggi non sarebbe possibile. Ho altro da fare dopo questo incontro.

Forse la prossima volta.

Senza fretta, esco dal moi nascondiglio, le mani in tasca, la maschera e il modulatore vocale accesi e gli occhi puntati sull’uomo. Notò come il suo corpo si irrigidisce visibilmente vedendomi. Non posso fare a meno di sorridere.

Mi teme, e per qualche motivo, questo mi soddisfa. Mi fa desiderare di vedere la paura nei suoi occhi mentre mi avvicino a lui.

« Sei in ritardo, » gli dico, e vedo come ingoia un grosso boccone d’aria. Mi fa sorridere più ampiamente sotto la maschera.

« Sono stato trattenuto da una commissione, » chiarisce velocemente, « Il compito è stato eseguito alla perfezione. Il pagamento deve essere fatto entro stasera, » insiste, inclinando la testa da un lato e lanciandomi uno sguardo provocatorio, nonostante la tensione nel suo corpo cresca.

Rido.

« Fammi vedere prima, » ordino, avvicinandomi, vedendo lui farsi ancora più teso. Emana un sospiro prima di estrarre una busta dal suo cappotto. La prendo con rapidità e la strappo, guardando le foto di un uomo colpito alla testa.

« Che ne pensi ? » mi chiede, con un accenno di curiosità nella voce. Lo guardo.

« Diecimila dollari in meno, » sputo, « Sarebbe stato perfetto se il colpo fosse stato nel mezzo delle sue sopracciglia, »

« Dai ! Volevi che fosse morto, e ora è morto, » protesta, lanciando le mani in aria. Gli lancio uno sguardo severo, e lui si raddrizza subito. Non può vedere i miei occhi, ma può sentire la furia nel moi sguardo sotto la maschera.

« Venti mila dollari in meno, »

« Cosa ? »

« Trenta mila in totale, »

« Aspetta, no, » taglia corto, « Va bene. Ho capito. Lo terrò a mente la prossima volta, »

Annuisco, prendo l’accendino dalla tasca e brucio le foto.

« Ho delle novità, » prova a tentarmi prima che io vada via. Inclino la testa e lo guardo. La mia mano è sulla pistola, giusto nel caso stia solo perdendo tempo.

« Ma avrei bisogno di quei trenta mila se vuoi sentirle, » mi dice.

« E se mi racconti le novità, poi ti uccido ? » chiedo, e lui si raddrizza subito.

« Questo ti farà morire un giorno, » lo sento mormorare sotto voce. Mi chiedo se dovrei mostrargli la mia nuova pistola, ma lui parla prima che lo faccia,

« Però oggi ti lancio un osso. Florence è morta, »

« Quella è vecchia, »

« E anche Jeremy, » aggiunge rapidamente, facendomi gelare. Mi guarda con un sorriso malizioso, consapevole che questa è la prima volta che mi sorprende. Stringo il pugno mentre lui continua,

« E puoi immaginare chi lo ha abbattuto, »

I fratelli King.

Quei due bastardi.

Non che mi dispiaccia la morte di Jeremy. No. Sono contenta che sia morto perché stava cercando di tenermi sotto controllo. Con lui morto, ho una preoccupazione in meno, ma se c’è una cosa che mi dà più fastidio, è che la sua morte è più che altro un messaggio indiretto da quei bastardi dei fratelli.

Sono là fuori. Mi cercano.

So che sarò io la prossima dopo Jeremy. Avrei dovuto spaventarmi, ma invece rido ad alta voce, lasciando Nat sbigottito. Mi guarda con shock.

« Non dovresti ridere, » commenta, il suo volto che si indurisce. « Ti stanno cercando, Morgan. Se fossi in te, augurerei che la terra mi inghiottisse prima che i fratelli arrivino da me, »

« Ecco, vedi, Nat, » rido. Sta cercando di avvertirmi, ma le sue parole mi fanno solo ridere. « Tu non sei me. Non sarai mai me. Ho i miei metodi, e va bene se tu non li capisci. Stai nel tuo campo e fai quello che ti dico, » gli dico.

Lui scuote la testa.

« Dovresti temerli, Morgan, » mi dice. « Non sono come Simmone. Sono molto più pericolosi, e farebbero di tutto per inseguirti, »

« E perché ti preoccupi tanto di me ? » rido invece di diventare seria come lui vuole, ma che ci importa. Non temo più niente. Neppure quei bastardi. Non mi prenderanno mai.

« Mi paghi bene. Mi dispiacerebbe perdere quella parte, e poi sono i fratelli Alfa. Tutti li temono. Dovresti temerli anche tu, »

« Io non sono come tutti, Nat. Apprezzo la tua preoccupazione, ma è chiaro che mi sottovaluti. Molto, » gli dico, « Credo sia giunto il momento di trovare un nuovo sicario, » annuncio, e lui scuote di nuovo la testa. Vedo che vuole dire altro, ma me ne vado prima che lo faccia.

Ho cose più importanti da fare che preoccuparmi di quei bastardi.

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