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Ho sposato un gangster?

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Riepilogo

Un semplice battito cardiaco è in grado di cambiarti la vita per sempre, nel bene e nel male; questo è ciò che accade quando due persone sono destinate a stare insieme. Georgia non immaginava di ritrovarsi a due passi dal suo vero amore, David. Dal loro primo incontro, le loro vite si sono intrecciate in un modo indissolubile, proseguendo il loro cammino sempre stretti mano nella mano. Purtroppo però, nulla è come sembra e ben presto la verità metterà a dura prova la loro relazione. Chi ha sposato realmente la giovane Georgia e cosa ne sarà di lei?

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Prologo

Non è semplice cedere all'amore, almeno non per me.

Ho capito troppo in fretta e sin da piccolo, che il mondo si sta ricoprendo, sempre di più e giorno dopo giorno, di un enorme strato di crudeltà che non mi permette di vivere serenamente.

Le sofferenze che ho subito in passato mi hanno segnato nel profondo dell'anima e solo grazie a uno scopo ben preciso, sono riuscito a rialzarmi e diventare quello che sono. È da tempo che nutro una profonda e viscerale sete di vendetta e finalmente sono a tanto così dal toccare con mano la mia agognata giustizia.

《Niente e nessuno sarà in grado di distogliermi dal mio obiettivo》queste furono le famose e ultime parole pronunciate dal sottoscritto, prima di essere smentite dalla visione di un completo e adorabile disastro.

《Forza ragazzo! È tempo di brindare!》esclama il mio superiore mentre riempie il suo bicchiere di birra.

Tutti esultano in mio nome, come se fossi una specie di eroe di guerra, un mito leggendario da osannare fino alla morte.

Nelle mie orecchie, le voci risuonano come un brusio ovattato e il tempo sembra che stia scorrendo al rallentatore fino a quasi fermarsi.

Nella mente riesco a scandire le parole di una canzone "can't got you off my mind", mentre risuona tramite filodiffusione nel locale.

Questo è un vero scherzo del destino, anche la musica sembra si stia prendendo gioco di me.

Non riesco a toglierti dalla mia testa ripete il ritornello e io non riesco a toglierle nemmeno gli occhi di dosso, eppure continuare a guardarla so che mi porterà alla rovina.

Da quando ha messo piede nel locale, ho studiato tutti i suoi lineamenti con attenzione.

Deve aver avuto una giornata tremenda, perché continua a farsi riempire il bicchiere con qualche super alcolico e nel frattempo parla animatamente agitando le mani.

Sono sempre stato scettico sui colpi di fulmine, ho sempre pensato che fossero storielle da settimanale per adolescenti, eppure io mi sento proprio folgorato e se non dovessi provare nemmeno a parlarle, ne morirei.

L'impaccio e la timidezza non mi sono mai appartenuti, ma questa sera non faccio altro che tentennare e rendermi ridicolo.

Mi sento un fottuto idiota.

Le passo accanto casualmente, sperando che i suoi occhi riescano a incastrarsi con i miei, ma il mio piano fallisce miseramente e me ne torno al mio posto sconfortato.

《Cosa c'è ragazzo? Sembra che tu sia stato folgorato!》dice il mio superiore abbozzando un sorriso malizioso.

《Se questo dovesse essere l'effetto di una folgorazione, allora sono morto e finito in paradiso》rispondo senza perdere di vista quella giovane dalla chioma rossiccia.

Il mio capo guarda nella stessa direzione in cui sono rivolti i miei occhi e ride beffardo, dandomi una pacca sulla spalla, scuotendo la testa e riempiendo nuovamente il mio bicchiere.

《È più grave di quel che pensassi sarà meglio berci su.》

Grave dice? Non ho fatto nulla, cosa potrebbe mai succedere? Non riesco nemmeno a porgerle un semplice saluto, penso tra me.

《Figliolo, ogni lasciata è persa. Devi ridimensionare un po' le tue priorità! D'accordo che vuoi la tua vendetta, ma attento a non avere rimpianti》continua come se stesse rispondendo ai miei pensieri.

Sospiro, guardandola ancora.

Ride rumorosamente e senza alcun motivo apparente.

Parla in confidenza col barista e il suo fare civettuolo mi infastidisce.

《Buttati David! Almeno potrai dire di averci provato!》

Il mio capo cerca d'incoraggiarmi, ma temo che lui non abbia ancora capito che la mia determinazione non può tentennare, non dopo tutti i sacrifici che mi hanno portato fin qui.

《E cosa dovrei fare? Non posso permettermi un corteggiamento, lo sa bene! Potrei diventare il suo peggiore incubo!》rispondo con amarezza; pronunciare queste parole mi crea un enorme disagio.

《Il fatto che tu ti stia preoccupando per lei, senza nemmeno conoscerla, dimostra che per te conta già più di ogni altra cosa!》

《No! Si sbaglia!》rispondo scettico.

《Allora come non detto! Continuiamo i festeggiamenti!》conclude il mio superiore, fissandomi di sottecchi.

Mi impongo di non guardarla, prima o poi andrà via e io potrò concentrarmi nuovamente sui miei obiettivi.

Cerco di lasciarmi coinvolgere dai discorsi dei miei compagni, ma il rumore di un bicchiere che si frantuma mi riporta nuovamente a posare gli occhi su di lei.

《Sssssssccccccheat? Seat, per fa..fa..favore! Tirami un altro drink prego... Grazie. … auguriiiiiii》

È ubriaca persa e parla biascicando, rivolgendosi al barista.

Ingurgito a pieni sorsi tutto lo scotch che ho tra le mie mani, lasciando tintinnare i cubetti di ghiaccio tra di loro e contro il vetro del bicchiere vuoto.

Avrei bisogno di fumare una sigaretta, ma la tenacia che l'alcol mi sta donando ora, sfumerebbe a ogni tiro.

Le mie gambe mi portano ancora da lei, senza lasciarmi nemmeno il tempo di rendermene conto.

《No! Ti prego non farlo David!》

Una voce lontana mi blocca per un solo istante e mi porta a pensare a quali conseguenze andrei incontro se non dovessi decidermi di battere in ritirata.

Potrei rovinarle la vita…

Ahimé, sono già troppo vicino al suo calore e i miei neuroni sono andati a farsi fottere.

Il suo profumo mi manda il tilt, i suoi occhi verdi ed ebbri mi sciolgono, le sue labbra carnose e rosee mi accendono; mi ha incantato.

《D'ora in poi ci penso io a lei!》dico con fare possessivo.

Guardo severo il barista, sperando di riuscire a controllare il mio impeto violento.

Ho osservato anche lui per tutta la sera e i suoi sguardi non mi sono piaciuti per niente, le sue intenzioni erano piuttosto evidenti.

《Non credo proprio che tu possa avere pretese su di lei!》dice spavaldo, guardandomi dall'alto verso il basso.

《Non credo che tu voglia avere problemi con me e farti riempire la faccia di pugni》rispondo con fare minaccioso.

Come volevasi dimostrare, il ragazzo ha codardamente deciso di continuare a fare il suo lavoro con la mascella intatta e con tutti i denti in bocca.

Gli avrei volentieri dato una lezione, dopo che l'ho visto servire alcolici a una povera anima indifesa, solo per potervi mettere le mani addosso come un viscido verme.

Pago il conto senza nemmeno chiedere a quanto ammonta, ho passato la serata a controllarla e a occhio e croce, quel bastardo aveva ricevuto del denaro più del dovuto.

Adesso cosa ci faccio con te?

La mia domanda inespressa rimane ferma nei miei pensieri, mentre osservo la sua pelle bianca colorarsi di un leggero rosso porpora sulle gote.

《Il principe azzurroooooo…》urla con eccentrico stupore.

Mi guarda ammaliata per un attimo, per poi perdere i sensi tra le mie braccia.

Mi vede come un principe e nessuna figura retorica potrebbe essere più sbagliata per me.

《Io ti amo!》

Pronuncia queste poche parole biascicando, in preda agli effetti di tutto l'acol che ha ingurgitato, mentre delicatamente la stendo sul sedile della mia auto.

Non posso evitare di sorridere.

《Dimmi un po' principessa, ricordi dove vivi?》chiedo mentre aziono il motore dell'auto, scrutandola dallo specchietto retrovisore.

Mugugna qualcosa d'incomprensibile e inizia a ronfare.

Frugo nella sua borsa in cerca dei suoi documenti e trovo il tanto agognato indirizzo e la riaccompagno a casa.

Appena individuo la sua abitazione, parcheggio nel suo vialetto, la prendo in braccio e mi avvicino all'entrata sperando di beccare subito la chiave giusta per poter aprire il portone.

Entrando, vengo accolto dall'intensità del suo profumo e il mio cuore ha un fremito.

Vagando a tentoni nel buio di quelle mura, individuo la camera da letto e la adagio sul letto disfatto, beandomi ancora un po' di quella visione illuminata dai raggi della luna che filtrano dalla finestra.

Devo andare via e lasciare che questo bizzarro incontro faccia parte solo di un meraviglioso ricordo, ma non ci riesco.

《Resta con me, ti prego!》

Sembra che mi stia supplicando, trattenendomi debolmente una mano.

In questa stanza lei è ubriaca, ma io non sono per niente lucido e mi sto addentrando in un gioco pericoloso.

Mi stendo accanto a lei e vorrei averla incontrata prima, magari la mia vita sarebbe stata più dolce.

Il mio telefono vibra imperterrito, la mia collega sta continuando a telefonarmi da quando ho lasciato il locale e io è da allora che la sto ignorando.

Domattina tutto questo potrebbe esser stato solo un sogno, tanto vale fare tesoro di ogni secondo.