Heartless.

Elizabeth’s pov

A volte penso alla mia vita.. penso a cosa avrei potuto avere se solo fossi nata in una famiglia ricca oppure una famiglia normale. La mia non lo è di certo.

La mia famiglia è da oltre 10 anni che lavora per Zade Walker. Il più grande mafioso della città, ed è anche molto ricco.

Solo che è sposato con Kennedy Marshall. Quella è una vipera.

Ho sempre avuto occhi solo per Zade, da piccola ne ero ossessionata, e anche ora. So di certo che la mia ossessione può sembrare malsana, ma non sono come quelle ragazzine che i creano "post" e se li mettono vicino al letto.

Io non sono così. Io so tutto di Zade. Cosa fa, quanti anni ha, dove va, chi sono i suoi genitori, i suoi amici, so anche la sua carta d'identità.

Zade è stato gentile da ospitarci nel suo castello da oltre 70 camere. Io e mio fratello stiamo nella stessa camera, e mia madre in un'altra. Mio padre ci ha abbandonate quando avevo 7 anni perció non lo considero tale.

«A che pensi?»mi chiede mio fratello Alexander. Lui sta sdraiato nel suo letto, e io nel mio.

«Stavo pensando come fosse la nostra vita se ci fosse papà, oppure a come fosse se adesso non lavorassimo qui» fisso il vuoto. A volte mi sento così persa che cerco rimedio in cose malsane.

Mi taglio.. Lo so non dovrei farlo, ma è la cura a tutti i miei problemi.

«Elizabeth.. lo fai ancora?» mio fratello purtroppo lo sa..una volta mi ha beccato mentre stavo per farlo.

«Alexander.. ti prego non dire niente.» lui capisce in un baleno e ritorna a leggere il suo libro in silenzio.

Mia madre improvvisamente irrompe in camera.

«Tesoro, ho bisogno di te, Zade ha chiesto se gli prepari un bagno caldo» sbuffo. Ma quell'arrogante non potrebbe usare le mani che ha per farlo da solo?

Mi alzo controvoglia dal letto e mi incammino in camera sua.

È sempre così ordinata. Mia madre si impegna sempre per soddisfare i bisogni della famiglia Walker, così come anche io e mio fratello.

«Ciao, Peste» dimenticavo, lui mi chiama in modi assurdi. Ma poi è sposato, non dovrebbe darmi tutte queste attenzioni, in fondo sono solo una serva per lui.

Gli lancio un'occhiata e mi dirigo in bagno a preparargli la vasca. Lui vuole l'acqua calda il giusto, altrimenti si arrabbia e i suoi scatti d'ira non li vogliamo.

Mi chino per aprire il rubinetto ma qualcuno mi posa le mani sui fianchi. La sua stretta è ferrea.

«Ma che stai facendo?»chiedo perplessa.

«Ti tengo, Non vorrai mica cadere e bagnarti tutta?» certo che non voglio.

«Grazie per il tuo aiuto ma non c'era bisogno» così mi incammino verso la porta ma lui la chiude davanti a me con una sola mano.

Mi giro e lo fisso con la fronte aggrottata.

«C'è una spiegazione anche a questo?» non so che gli passi per la testa ma questo non credo sia giusto

«Non c'è una spiegazione a tutto, piccola peste.» in faccia gli spunta un ghigno. I suoi occhi marrone nocciola mi stanno divorando.

«Zade, devo andare ora» lo fisso e cerco di sgattaiolare via.

«Mi piace come pronunci il mio nome, dillo ancora» quest'uomo mi farà perdere la testa un giorno.

«Zade, devo andare» ripeto seria. Lui mi apre la porta ed esco come un fulmine.

«Ci vediamo, piccola peste» mi giro e lo vedo sorridere appoggiato alla porta.