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7. Una chiamata (1)

"Pronto, c'è qualcuno in linea?" niente da fare, non sento assolutamente nulla, è possibile che Spencer abbia sbagliato numero? Sapevo che non avrei dovuto fidarmi degli amici sciocchi e senza cervello di mio fratello, che disastro totale, ma come ha fatto a contattarmi con quell'uomo, sono due settimane che cerco di contattarlo e di trovare un modo per far arrivare il messaggio delle mie chiamate alla sua azienda, ma non c'è il minimo segno, sembra un fantasma o il presidente della Russia in persona visto che non è facilmente raggiungibile, La cosa peggiore di tutte è che quando finalmente ero completamente convinto che uno degli inutili amici di mio fratello mi avesse contattato, sostenendo di essere riuscito a violare la rete, grazie ai suoi numerosi contatti, tutto sembra essere più di uno scherzo di cattivo gusto, ma cosa posso aspettarmi da qualcuno che pensa di essere un detective o un mafioso che non conosco molto bene. Insomma, sono completamente delusa e pensare che avevo persino un'immensa voglia di baciarlo, vedo che non se lo merita quel bacio, "beh, sembra... che tu non sia quello che sto cercando, scusa se ti ho disturbato straniero... arrivederci". Prima che potessi riagganciare lo sentii di nuovo, sì, era proprio la sua voce, solo che ora era più roca, più virile e questo fece scorrere una corrente elettrica lungo tutta la mia spina dorsale e fece battere il mio povero cuore un miglio al minuto.

"Gabriela White...?" Santo cielo... sì, a quanto pare sa con chi sta parlando, mi mordo il labbro inferiore e trovo il coraggio di parlare di nuovo, facendo un grande tentativo di sembrare completamente sicura di sé e piena di una sicurezza che in realtà non ho.

"Esatto..." rimane in silenzio e a quanto pare vuole una spiegazione della telefonata, "vede signor Ledebev... si chiederà perché una ragazza che conosceva tanti anni fa la sta chiamando? So che è strano, ma vede... ho bisogno di un favore da parte sua..." di nuovo silenzio, diavolo mi ricordavo che questo era silenzioso, ma non così silenzioso, porca puttana è come parlare con una fottuta statua o meglio parlare da soli al telefono, credo che se si chiamasse il servizio clienti si parlerebbe più con la segreteria telefonica che con questo personaggio.

"Favore...? Perché dovrei farle un favore, signorina White...?"wow e la statua ha parlato, e si è trasformato in un cazzone, beh non che mi sorprenda o mi spaventi il modo in cui mi ha parlato, ma comunque lo farò, è tutto per i tuoi figli Gabriela ricorda, questi giorni sono andati nel peggiore dei modi e i tuoi figli hanno bisogno di quel dannato midollo osseo, quindi devi farlo per loro, umiliati per i tuoi figli, sono gli unici che se lo meritano, "hai un minuto per parlare... o riattacco sono ad una cena importante..."

Wow, si è trasformato in un completo idiota, pretenzioso e persino impresentabile, è un peccato che io fossi innamorata di quell'uomo, forse è sempre stato così e non sapeva chi fosse veramente? Se è così, mi ha mostrato solo una maschera di perfezione per prendermi in giro e ora posso vedere il suo vero volto.

"Come dice lei... la chiamo perché dopo il mio ritorno negli Stati Uniti..." ed ecco la telefonata riagganciata, ma cosa è successo? C'erano ancora dei secondi del mio minuto, posso giurarlo, ma no, quel maledetto ha riattaccato, oltre tutto è un uomo a cui non mancano le parole, non posso crederci, "figlio di puttana... maledetto uomo miserabile, ti odio, ti odio..." dicevo questo mentre mi prendevo a calci nella cucina di casa mia e indicavo il telefono come se fosse quell'uomo, mio padre e mio fratello mi guardavano come se fossi completamente pazzo, anche se posso giurare che c'era un sorriso di divertimento sul volto di mio fratello quando ha notato la mia patetica performance.

Ti avevo detto che dovevamo stare attenti... ora non so come spiegheremo ai gemelli che abbiamo perso la loro madre..." mio padre lo colpisce in testa e si avvicina a me con un'espressione che mostra solo preoccupazione e anche un po' di insicurezza."So benissimo che non è preoccupato solo per il mio comportamento, so benissimo che sapeva già della conversazione che avevo avuto con mia madre sul viaggio a New York per le cure dei gemelli, aveva insistito anche oggi su quell'argomento, facendomi promettere che se quello che aveva in mano non avesse funzionato, avrebbe fatto a modo suo.

"Cosa c'è che non va Gabi... Per chi sono queste dolci parole d'amore...?" Sospiro e sorrido a mio padre dandogli un bacio sulla guancia e un grande abbraccio. Beh, ne ho bisogno, mi sono appena umiliata cercando di parlare con il padre dei miei figli e lui ha riattaccato, sono persa, sono due settimane in cui i miei figli stanno sempre peggio e non c'è stato nessun tipo di donatore, sono sull'orlo di una crisi di nervi, ogni volta che sento le loro dolci voci che mi chiamano con disperazione, o che vado in ospedale con loro perché le chemioterapie sono state troppo brutte per loro, i miei nervi raggiungono un punto di esasperazione che sento che sto per raggiungere il mio limite, proprio come mi sento in questo momento.

"Sì, anch'io mento a mio padre e posso giurare che mi sento malissimo, come non mi sento mai, ma non voglio illuderli di poter parlare con il padre dei gemelli e convincerlo ad aiutarci con quello che ci serve, perché c'era la possibilità che facesse quello che aveva appena fatto o che mi dicesse semplicemente di non chiamarlo più e che non gli importava del futuro dei miei figli, che non avrebbe risposto per quei bambini. Dagli uomini ci si può aspettare di tutto.

"È il fine settimana, perché non ti riposi?" papà mi fa una leggera carezza sul viso e sorride con malinconia, so benissimo perché lo fa e quel motivo, mi fa sentire l'unica colpevole di quelle ore in più che mio padre investe nella sua piccola azienda per avere più soci e fare ancora più soldi del solito.

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