Capitolo 7

Anna sostiene lo sguardo, restare sola con lui non la intimorisce, sebbene abbia davanti a sé il miglior Master in circolazione.

“Quali provvedimenti professore?”

“Posso rovinarle la media dandole votacci negli esami, fare una relazione alla commissione chiedendo una nuova ammissione al corso, e se voglio posso anche decidere di fare una mozione per la sua espulsione.”

Che grande bastardo! Non sta affatto scherzando, se non abbassa un po’ la testa rischia seriamente di compromettere i suoi studi rendendo vani ed inutili i sacrifici fatti.

Anna si passa una mano tra i capelli e con l’indice attorciglia una ciocca nervosamente, poi lo fissa nelle iridi, sta per parlare ma quegli occhi la disarmano, la ipnotizzano, scatenandole un crampo al basso ventre.

Cosa fare ora per ottenere una tregua a quello scambio piccato di battute?

“A volte la mia testa si estrania professore, e la causa latente di questo mio problema è proprio lei.”

Ma cosa sta dicendo? Possibile che non riesca a contenersi di fronte a quel pezzo d’uomo che è entrato prepotentemente nella sua vita?

Manieri inarca nuovamente il sopracciglio destro, quel gesto già ripetuto è indice d’interesse, Anna ormai non ha più dubbi a riguardo.

Poi la stupisce, perché in luogo di inveire su di lei, sembra calmarsi.

“Così sarei io la fonte dei suoi pensieri?” La sua voce risulta quasi suadente, Anna arrossisce ma non può andare oltre.

“Sì.”

“Non faccia la ragazzina Poletti, si comporta come un adolescente alle prime armi, basta che un professore nuovo si presenti in classe che non è più in grado di concentrarsi, le conviene cambiare atteggiamento con me, io non tollero i toni con cui mi ha sfidato e per farle capire che non scherzo le concedo un’ultima possibilità.”

Anna resta in silenzio, se sapesse realmente le immagini che prendono corpo nella sua mente, non avrebbe questa opinione di lei; e poi come si atteggia con quel suo modo di fare da professionista, sembra quasi che ci creda anche lui alle cose che dice.

“Qual è questa possibilità.” È curiosa Anna, vuole vedere fin dove è disposto a spingersi.

“Dato che non riesce a distogliere la sua attenzione dalla mia persona, c’è solo una soluzione che vorrei proporle, e badi, sta a lei scegliere di metterla in atto, in caso contrario alla minima deconcentrazione la sbatto fuori.”

“Continui” replica lei iniziando a capire dove vuole andare a parare.

“D’ora in poi seguirà le mie lezioni seduta di fronte al muro. Ogni quarto d’ora la interrogherò per capire se è stata attenta e concentrata, ad ogni risposta errata, la caricherò di compiti finché non avrà imparato a comportarsi da adulta.”

Ad ogni sua parola pronunciata con enfasi lei si sente perduta, la sta umiliando, sta distruggendo la sua autostima, la sta punendo per alimentare il suo ego di padrone, eppure non la scalfisce perché proprio in quello stesso istante prende una decisione che la fa sentire in vantaggio.

“Dunque è questo che ha in serbo per me?” le chiede con voce rotta, lui la guarda piuttosto sorpreso, si sarebbe aspettato una sfuriata, una risposta con quel piglio aggressivo, e invece le sembra così remissiva ora.

“Vedo che ha cambiato tono, mi sarei aspettato un’imprecazione.” Lei alza il viso poi la sua voce fluisce con una calma disarmante.

“So quando devo ritirarmi professore, e questo è uno di quei momenti, se mettermi davanti ad un muro, per lei, rappresenta una soluzione, non mi tirerò indietro.”

Manieri ha uno spasmo, sembra che voglia nasconderlo ma Anna se ne accorge, lei sa che lui sta godendo nell’umiliarla, sa che se sarà furba e brava ad assecondarlo avrà la sua occasione.

“Bene…Poletti, rientriamo in classe, è ora d’iniziare da subito ciò che le ho appena proposto, mi mostri che ha compreso.”

Anna si alza, abbassa gli occhi e lo precede.

In quei pochi metri che percorre nel corridoio, prima di raggiungere l’aula, sente i suoi occhi spogliarla, sa che ora ha attirato davvero la sua attenzione.