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Mia madre spalanca gli occhi quando mi vede marciare verso di lei, si alza dal divanetto e mi viene in contro, forse con la speranza di portarmi da qualche altra parte.

"Dimmi che mi stai prendendo per il culo!"

Esclamo attirando l'attenzione di ogni persona nella stanza, persino il personale si gira a guardare me e mia madre. Se c'è una cosa che Miranda Morris odia più delle persone sciatte e della bigiotteria, quella è fare brutte figure in un luogo pubblico, davanti alla sua cerchia ristretta di amiche snob. La sua presa sul mio braccio è così forte che le sue unghie ricostruite si conficcano nella mia pelle.

"Andiamo in un posto più adeguato"

Senza lasciarmi ribattere mi trascina in una stanza privata, più piccola rispetto alla sala grande. C'è un tavolo da sei persone, con un unica finestra che da sul panorama. Mi spinge dentro con furia e si chiude la porta alle spalle.

"Ma dico sei impazzita?!"

Non è raro per noi discutere, in realtà discutere è un modo carino per dire litigare furiosamente. Mio padre dice che siamo così uguali da non riuscire ad andare d'accordo, ma io penso solo che mia madre vorrebbe controllarmi, ma non ci riesce, e questo la fa andare su tutte le furie.

"Ora vado a chiamare tuo padre, così ne parliamo!"

Esce dalla saletta, mentre io prendo posto al tavolo. In questo momento una sigaretta ci starebbe bene, ma sono sicura che mio padre mi tirerebbe una bella sberla se me ne vedesse una in mano. È il tipico padre distaccato, di ghiaccio quasi. Tutto casa e lavoro, solo che quando è a casa si chiude nel suo studio e lavora. Ha passato così poco tempo con me e Sybil, che a malapena conosce i nostri gusti in fatto di cibo, colori, serie tv. Le cose più banali che un padre dovrebbe sapere. Mia madre non è di certo migliore, è sempre stata severa ma disinteressata. Siamo cresciute con una sfilza di Tate. I miei pensieri vengono interrotti dalla porta scorrevole nera, che si apre e rivela i miei genitori. Entrambi hanno un espressione rabbiosa sul viso. So per certo che da qui ne uscirò con la coda tra le gambe ed un collare intorno al collo, come se fossi un cagnolino. Il nuovo cagnolino di Jake, per la precisione.

"Papà ti..."

"Prima di aprire bocca, lascia che io ti dica come stanno le cose. Miranda siediti"

Ordina a mia madre, che prende posto accanto a lui, dall'altro lato del tavolo rispetto a me.

"La Morris Press ha perso parecchi clienti nell'ultimo anno. Siamo indebitati fino al collo, e se continueremo così finiremo per fallire per bancarotta. Ho costruito la Morris press da solo, con i miei sforzi ed il mio sudore ed io non posso gettarla via così!"

"Perciò mi vendi come una vacca al miglior offerente!"

Mio padre sbatte una mano sul tavolo con forza, anche mia madre sussulta a causa del botto. Mio padre mi lancia un occhiataccia carica di rabbia. È chiaro che farebbe tutto per la Morris Press, anche sacrificare la mia vita.

"C'è un contratto tra me e Price. Un paio di anni fa stavo per andare in bancarotta. Isaac si è offerto di ripagare tutti i miei debiti, soldi in prestito che avrei dovuto ridargli. Peccato che sono ancora in bancarotta e non ho quei soldi. Ha proposto di cedergli l'attività, ed io ho accettato ma a condizione che Jake sposi te. Ti darà quel posto come amministratrice delegata, ed il quaranta per centro andrà a noi"

Indica me, sua moglie e se stesso. Mi viene da piangere. Potrei restare qui a disperarmi ma rimarrei comunque fregata. L'unica cosa che posso fare è accettare questo inferno, dal quale posso sempre tirarmi fuori con il divorzio. Devo stringere i denti per un po' di tempo. Tutto qui.

"Jake è d'accordo con questa storia?"

Mio padre annuisce, si scambia uno sguardo con mia madre, poi sospira e si alza.

"Ha scelto lui di sposare te invece che Sybil. Probabilmente ti trova più attraente. Per quanto mi riguarda, puoi anche fingere che non sia un vero matrimonio, l'importante è tenere la Morris Press nella nostra famiglia. Lo capisci?"

"Non c'è un modo per sciogliere il contratto? Una clausola. Posso trovare quei soldi da me, di che cifra parliamo?"

Mio padre mi guarda sconfitto, appoggia le mani sul tavolo e rilassa le spalle. È chiaramente a disagio, parlare dei suoi fallimenti non dev'essere facile.

"Parliamo di duecento mila dollari, Blue. E non si può proprio sciogliere quel contatto, se non gli darò quei soldi lui si prenderà la mia azienda, poi ci farà finire con il culo per terra. La casa, le macchine, le tue fottute borsette di Chanel. Tutto confiscato, e finiremo per vivere per strada. È questo che vuoi per me? Per tua madre?!"

Trovo ingiusto che i suoi errori ricadano su di me, sulla mia vita. Jake è affascinante ma non è di certo un marito. Non è di certo la persona con cui sognavo di condividere il mio cuore, con cui mettere su famiglia, costruire una casa. Non ho altra scelta, in ogni caso. Dovrò accettare questo maledetto matrimonio, stringere i denti per un po' e poi liberarmi di Jake Price.

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