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Because I Love You

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Riepilogo

Jake Price è uno scapolo molto ambito nel Upper East Side. È l'amministratore delegato della Global Corporation, è ricco, bello e di buona famiglia. La sua vita si incrocerà con quella di Blue Morris. È una ragazza sicura di se, piena di sogni ed ambizioni. Vuole iniziare una carriera nell'editoria, suo padre ha già un posto per lei nella sua azienda. I due ben presto scopriranno l'esistenza di un contratto che non può essere sciolto, e le loro vite cambieranno per sempre.

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1

È una bellissima serata di inizio estate, è una serata importante per me, forse più per mia madre che per me. Stasera ci sarà la mia festa di laurea, i miei genitori hanno invitato amici e colleghi, persone di un certo rango. Onestamente io avrei fatto anche a meno, sarei andata in un pub con mia sorella e mi sarei sfondata di tequila, con la conseguenza di svegliarmi il mattino dopo, con accanto un bel manzo nudo.

"Vedrai che ti divertirai, Blue!"

Esclama mia sorella, Sybil, seduta sul mio letto. Lei è la donna perfetta. Morbidi ricci castani, labbra carnose, occhi verdi e delle sopracciglia dalla forma perfetta. Attira lo sguardo di tutti gli uomini, ma del resto, come non potrebbe? Sybil è sempre stata migliore di me in tutto, a scuola, negli sport, con i nostri genitori. È la figlia perfetta che mia madre sfoggia come un gioiello. Sposto lo sguardo da lei, a me. Indosso una gonna a quadri scozzesi, bianco su nero, che arriva a metà coscia, ed un body a maniche lunghe nero, piuttosto aderente. Ai piedi invece ho un paio di stivaletti di pelle un po' sgualciti. Sono a punta ed hanno un tacco abbastanza basso. Nulla di troppo stravagante, insomma.

"Sono sicura che ci sia molto di più sotto. Un aperitivo informale, ma ci sono tutti gli esponenti del Upper East Side ed altre famiglie importanti?"

"Lo sai com'è la mamma, fa le cose in grande"

Cerca di rassicurarmi Sybil, eppure sento che c'è qualcosa che gira intorno alla mia festa di laurea. Sul viso ho una base ben definita, ombretto sui toni del marrone, eye-liner sottile, mascara ed un rossetto color mattone. Non ho avuto molto tempo per acconciare i capelli, perciò li lego in una coda ordinata. Il ristorante è a pochi isolati da casa nostra, non ci mettiamo molto a raggiungerlo. È un elegante ristorante di Manhattan, con una vista a 360 gradi su New York. Non appena gli invitati iniziano ad arrivare, mi munisco di pazienza e champagne e rispondo a tutte le loro domande. Sono tutte persone con la puzza sotto il naso, soprattutto mia madre e la sua cerchia ristretta di amiche.

"La signora Price vuole farti i suoi auguri, vieni"

Ordina mia madre. Mi afferra per un braccio e mi porta verso quest'ultima, è seduta su un divanetto accanto alle vetrate che dipingono una New York immersa in uno splendido tramonto. La signora Price, Bernice, è una donna affascinante. Ha i capelli castani biondo miele, occhi verdi e labbra sottili. È una donna cordiale, molto generosa. Insegna recitazione e musica alla Juliard, ed è una donna molto acculturata e di classe.

"Blue, tesoro. Sono così felice per te!"

Esclama la donna alzandosi. Mi abbraccia calorosamente e mi lascia un paio di baci sulle guance. È una donna molto calorosa ed espansiva. Ha quattro figli, due femmine e due maschi. Tutti e quattro hanno realizzato la loro vita. Yvonne e Selma sono due avvocati, Baxter invece è un interior designer ed architetto. Jake invece lavora per suo padre, è l'amministratore delegato della Global Corporation, una multinazionale che frutta milioni ogni anno.

"Grazie signora Price, mi fa molto piacere averla qui"

Ammetto sorridendo il più possibile. Bernice brinda portando il suo bicchiere contro il mio. Torna a sedersi e mi invita a fare lo stesso.

"Baxter e Jake stanno arrivando. Gli avevo detto che è la tua festa di laurea, ma Jake ha dovuto fare un paio di commissioni prima"

Annuisco poco interessata ai suoi due figli. Baxter è simpatico, Jake invece... beh lui è uno stronzo su tutta la linea. Ha l'abilità di abbassare le mutandine di ogni donna in città, giovane o attempata, non ha importanza per lui.

"Hai già deciso cosa fare dopo la laurea?"

Domanda Salma incuriosita. Ho una laurea in editoria, il che significa che lavorerò in una casa editrice molto famosa. Ho faticato per ottenere un posto nel loro programma formativo, le mie doti ed i miei voti scolastici hanno fatto il loro lavoro.

"Farò uno Stage di sei mesi per la Powell publishing, dopodiché lavorerò nell'azienda di mio padre"

Mia madre sorride fiera della mia risposta. Abbiamo discusso molto sul mio posto nell'azienda di papà. Non si tratta del lavoro, la casa editrice di mio padre è piuttosto famosa, è più una questione di indipendenza. In ufficio sarò sempre la figlia del capo, e non Blue Morris.

"C'è un posto da amministratrice delegato che la aspetta. Gordon andrà in pensione a settembre"

Le due donne iniziano a parlare della pensione sei propri mariti. Sono abbastanza fortunata da scappare via senza dare nell'occhio. Ho proprio bisogno di una pausa. Decido di prendere una boccata d'aria. Prendo l'ascensore ed esco in strada sperando che nessuno mi segua. Afferro le sigarette, ne accendo una e la porto alla bocca.

"La principessina del Upper East Side si è laureata!"

Esclama una voce a me familiare. Baxter Price si avvicina a me con un sorriso, dietro di lui c'è suo fratello Jake. Entrambi indossano dei classici completi sui colori del blu e del nero, sono impeccabili come sempre. Baxter spalanca gli occhi quando vede la sigaretta nella mia mano, io la nascondo dietro la schiena e sorrido. Nessuno sa che ogni tanto fumo, e di certo non voglio che questi due lo vadano a spifferare a mia madre.

"Non è mia... la stavo buttando via e ... ma chi voglio prendere in giro, solo non dirlo a nessuno. Andrebbero fuori di testa!"

Jake non sembra sorpreso, anzi, ha un ghigno divertito sulle labbra. Baxter mi fa gli auguri per poi scappare dentro. Mentre Jake prende la sigaretta dalle mie mani e ne prende un tiro.

"Serata impegnativa?"

Sputa fuori il fumo che si libera in aria, mi ripassa la sigaretta ed io la poso tra le labbra. Jake è un uomo alto dalle spalle larghe. Ha i capelli castani piuttosto corti, sistemati in ciuffetti ordinati che vanno verso l'alto. La mascella squadrata è coperta da una barba folta ma ordinata, che rende il suo viso ancora più bello se possibile. Il tutto si chiude con un paio di occhi verdi, labbra carnose ed un naso leggermente a punta. Insomma, è perfetto per fare il modello di Calvin Klein, bello ed intelligente, un mix mortale. La famiglia Price abita nel nostro palazzo, ogni tanto le nostre madri si riuniscono con altre donne del palazzo, per chiacchierare, o meglio dire sparlare, sui tutti.

"Mi sono appena laureata con il massimo dei voti. Ho dato tutto per raggiungere questo giorno, e l'unica cosa che volevo era diversa da quella che voleva mia madre. Ma va bene così, presto finirà questo teatrino"

Ripasso la sigaretta all'uomo accanto a me, non la rifiuta anzi mi ringrazia e mi passa un sacchettino. Da un lato ci sono disegnati dei palloncini colorati, mentre dall'altro c'è un unicorno arcobaleno.

"È per me?"

Jake annuisce. Lo apro cercando di non sorridere, al suo interno c'è una scatola vellutata di Cartier. La apro con delicatezza trovandoci una collana d'oro ornata da un ciondolo a forma di B, tempestata da diamantini.

"Voi siete completamente pazzi"

Sussurro accarezzando l'oggetto con i polpastrelli. Jake sorride, mi passa la sigaretta ormai quasi finita per poi prendere la collana. La posiziona intorno al collo e la chiude velocemente.

"È oro rosa, diciotto carati. La commessa mi ha detto che saresti impazzita, ma del resto sono diamanti"

Alza le spalle indifferente. Come può spendere quasi venti mila dollari per me? Mi conosce appena, abbiamo chiacchierato un paio di volte, ma nulla di più.

"È bellissima. Ma non dovevi regalarmela, mi bastava una bottiglia di vodka o dei tortini con la glassa"

Ammetto facendolo ridere. Non scherzo affatto però, vorrei davvero poter andare in qualche pub a bere birra da quattro soldi e mangiare noccioline del discount.

"È un regalo speciale, dal momento in cui diventerai speciale per me... oh almeno credo"

Scrolla le spalle tornando a guardare la città davanti a noi. Rimango confusa dalle sue parole, pensa forse che andremo a letto insieme? Si sbaglia di grosso se pensa che basta regalarmi una collana del genere per farmi aprire le gambe.

"Se la collana era un modo per portarmi a letto, allora puoi anche riprenderla"

Jake alza le sopracciglia, tra il confuso ed il divertito. Prende l'ultimo tiro di sigaretta che poi butta a terra.

"Non te l'hanno detto i tuoi... non è così?"

"Detto cosa Jake?"

L'uomo inizia a ridere di puro gusto, batte le mani continuando a ridere sguaiatamente e ad imprecare come un idiota. Ma che problema ha?

"Detto cosa, Jake?!"

Lo afferro per un braccio, la mia mano si stringe intorno ad un bicipite bello gonfio, devo ammetterlo. Jake si schiarisce la voce un paio di volte, solleva una mano e mi accarezza la linea della mascella con il dorso delle dita.

"Io e te ci sposiamo tra due settimane, agli Hemptons"

Sento un forte boato seguito da un fischio leggero, quasi impercettibile. Quello era il mio cuore esploso nel petto. Prende il suo posto un macigno nero, pieno di rabbia e confusione. Mi lascio Jake alle spalle e corro verso l'ascensore. Sapevo che c'era qualcosa sotto, ed ora mia madre mi sentirà.