
Riepilogo
Mi sveglio di colpo, il cuore che batte forte, il respiro affannoso, mentre il sudore mi scivola lungo la schiena. Le lenzuola attorcigliate intorno alle gambe sono umide, un nodo di tessuto intriso di terrore. È lo stesso incubo, lo stesso da anni, eppure ogni volta è come se fosse la prima. Sento ancora l'eco dello sparo nelle orecchie, il suono nitido e spietato che mi perfora l'anima. Ogni volta rivedo la scena, ogni dettaglio. Il mio corpo che cade a terra, le mani che si allentano dal fucile, il terreno freddo e ruvido sotto di me. E poi quel dolore, acuto, che mi lacera dall'interno. Allora non lo sapevo, non potevo saperlo, ma stavo perdendo più di sangue. Stavo perdendo una vita, una che non avevo neanche capito di avere dentro di me. Mi porto una mano al ventre, un gesto ormai automatico, come se ci fosse ancora qualcosa lì da proteggere. Ma non c'è più niente, solo il vuoto. Nota bene: accolta di episodi di indagini di Bailey e Carter, sulle loro indagini. Ogni capitolo è un'indagine a sè anche se in qualche modo quello che accade è tutto collegato fra di loro.
Incubo
Carter
Mi sveglio di colpo, il cuore che batte forte, il respiro affannoso, mentre il sudore mi scivola lungo la schiena. Le lenzuola attorcigliate intorno alle gambe sono umide, un nodo di tessuto intriso di terrore. È lo stesso incubo, lo stesso da anni, eppure ogni volta è come se fosse la prima.
Sento ancora l'eco dello sparo nelle orecchie, il suono nitido e spietato che mi perfora l'anima. Ogni volta rivedo la scena, ogni dettaglio. Il mio corpo che cade a terra, le mani che si allentano dal fucile, il terreno freddo e ruvido sotto di me. E poi quel dolore, acuto, che mi lacera dall'interno. Allora non lo sapevo, non potevo saperlo, ma stavo perdendo più di sangue. Stavo perdendo una vita, una che non avevo neanche capito di avere dentro di me.
Mi porto una mano al ventre, un gesto ormai automatico, come se ci fosse ancora qualcosa lì da proteggere. Ma non c'è più niente, solo il vuoto
Se solo avessi ascoltato Bailey. Se solo fossi rimasta in ufficio come mi aveva chiesto, implorato quasi. Ma no. Dovevo essere io a scendere in campo. Dovevo essere io a mettere fine a tutto, come se fossi invincibile, come se niente potesse mai fermarmi.
Stavamo per prendere Julia. Julia, quella donna che si nasconde dietro un sorriso freddo e le sue ragazze spezzate. Una rete di sfruttamento e dolore, un'organizzazione di cui Julia era il volto, la mente. Pensavo che fermarla significasse salvare delle vite. Ma invece ho perso la mia.
Bailey si muove accanto a me, il suo corpo si tende nel sonno, come se anche lui sentisse il mio tormento.
«Principessa?»
La sua voce è roca, assonnata, ma piena di preoccupazione. Lo sento avvicinarsi, il letto che si abbassa sotto il suo peso mentre si allunga verso di me.
«È lo stesso incubo».
Le parole escono da sole, stanche, come se fossero state ripetute troppe volte. Ed è così, ogni notte ormai, un ciclo che non riesco a spezzare.
Lui mi attira a sé, le braccia che mi circondano e il suo petto forte contro la mia schiena. Sento il suo mento che si appoggia sulla mia testa, il suo respiro che si regolarizza di nuovo.
«Shh, è tutto ok».
La sua voce è un sussurro, un tentativo di calmarmi, di farmi sentire al sicuro. Ma non funziona. Non questa volta. Non ogni volta.
Lui continua a dirmi che non è colpa mia, eppure io non riesco a smettere di sentirmi responsabile. Sono stata io a decidere di andare. Io a ignorare le sue parole, i suoi avvertimenti. E ora, ogni notte, quel peso mi schiaccia, mi soffoca.
Le lacrime scivolano giù senza permesso, silenziose, ma Bailey le sente. Lo so perché lui si stringe di più a me, come se potesse raccoglierle tutte e tenerle per sé.
«Basta, Carter... basta piangere...»
Il suo tono si incrina leggermente, c'è dolore anche nella sua voce, un dolore che mi fa sentire ancora più in colpa. Non volevo trascinarlo in questo mio inferno, eppure eccoci qui.
Mi volto leggermente, il viso rivolto verso il suo, anche se non riesco a guardarlo negli occhi.
«Ci riproveremo, vero?»
La mia voce trema, e odio me stessa per la fragilità che traspare. Mi sento spezzata, e non riesco a immaginare come potrei mai ricompormi.
Bailey mi accarezza i capelli, un gesto lento e rassicurante.
«Quando sarai pronta, sì. E sarà diverso, Carter. Vi proteggerò, entrambi. Ma solo quando sarai pronta».
Le sue parole mi feriscono e mi confortano allo stesso tempo. Una parte di me vuole urlare che non sarò mai pronta, che non so se potrò mai riprendermi da tutto questo. Ma un'altra parte, quella che è sopravvissuta a tante battaglie, vuole credere che un giorno possa esserci speranza.
Abbasso lo sguardo, incapace di rispondere.
«E se non dovesse...»
La frase resta sospesa nell'aria, la paura che non riesco a mettere in parole. Se non dovesse succedere mai più? Se non potessi mai più essere madre?
Bailey mi interrompe dolcemente, le sue labbra sfiorano la mia fronte.
«C'è sempre la via dell'adozione, no?» Sorride, anche se non lo vedo, posso sentirlo. Lui è sempre così, pronto a trovare una soluzione, una speranza, anche quando io non ne vedo più.
Annuisco debolmente. Non è una promessa, ma almeno è qualcosa a cui aggrapparmi.
Bailey si sdraia di nuovo, tirandomi con sé, facendomi adagiare il viso contro il suo petto. Il battito regolare del suo cuore mi calma leggermente, il ritmo lento e rassicurante di chi mi ama più di quanto io ami me stessa in questo momento.
Stringe meglio le braccia intorno a me, come se volesse proteggermi da tutto il male del mondo, come se potesse. Vorrei credere che possa farlo. Vorrei davvero.
Sento le sue dita che tracciano cerchi leggeri sulla mia schiena, un tocco così lieve che quasi mi addormenta, come se stesse cercando di cullarmi nell'oblio. E forse è proprio quello di cui ho bisogno. Forse, almeno per stanotte, posso permettermi di lasciarmi andare e trovare un po' di pace tra le sue braccia.
I miei occhi si chiudono lentamente, i pensieri che si dissolvono uno a uno, come fumo nel vento. Il suo respiro è l'unica cosa che riesco a sentire, un suono che mi accompagna nell'oscurità. E prima che me ne accorga, mi addormento, con la testa appoggiata sul suo petto, tra le sue braccia che mi tengono al sicuro. Finalmente, il sonno arriva, senza incubi questa volta.
