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Elizabeth sospira mentre cammina nell’ufficio vuoto. Passa le dita sulle scrivanie mentre si perde nei suoi pensieri.
Questo è il posto dove lavora negli ultimi tre anni della sua vita. Sorride tra sé, pensando al fatto che questo è stato il suo primo lavoro. Appena uscita dall’università è venuta qui, alla ricerca di un impiego.
Ha sempre voluto diventare architetta, è sempre stato il suo sogno da bambina. Così, appena finita l’università, si è messa a cercare un lavoro. Ma non funziona. Va ovunque, ma nessuno la assume.
Poi qualcuno le parla di un impiego alla McGregor Industries. Ingolla il suo orgoglio e ci va. Ride da sola, non ricordando nemmeno per quale posizione si sia candidata, tanto era nervosa.
Quello che invece ricorda bene è il signor McGregor. Quanto è stato gentile, quanto l’ha aiutata, e quanto è stato come un padre per lei.
Il sorriso però le scompare dal viso appena pensa a lui. Dio, quanto le manca… Sente le lacrime pungerle gli occhi e le scaccia via in fretta sbattendo le palpebre.
Uno sguardo all’orologio le dice che è ora di andare alla sua scrivania e prepararsi per il suo ultimo giorno di lavoro…
Questa mattina James si è limitato a lanciarle uno sguardo strano mentre le passa accanto. Lei gli dice il suo solito buongiorno, a cui lui risponde a malapena con un borbottio che somiglia a un « mattina ».
Passa la maggior parte della giornata chiuso nel suo ufficio, non la chiama, non le dice nulla. Solo quando lei gli comunica che sta per fare una breve pausa caffè, lui la guarda negli occhi.
Oh.
Va bene, puoi andare — dice, mentre lei chiude la porta dietro di sé. Un po’ infastidita dalla sua risposta, prende la borsa ed esce al piano terra.
Ma dai — dice Natalie con un sorriso e un grissino in mano.
Giuro — risponde Elizabeth con uno sguardo infastidito.
Prima mi tratta come un cane, ora mi ignora e poi pensa pure di dovermi dare il permesso come se fossi una bambina che chiede di andare in bagno.
Ma dai Elizabeth, non è così grave. Non pensi di star esagerando un po’ ? — risponde Natalie.
Elizabeth sospira alla risposta dell’amica e sta per replicare quando i suoi occhi si spalancano.
Che ci fa qui ? — dice ad alta voce.
Che intendi ? — chiede Natalie, confusa, girandosi. Anche i suoi occhi si spalancano appena vede James McGregor entrare in una tavola calda, ancora vestito con un completo Armani.
Le due si voltano in fretta, cercando di non farsi riconoscere dal capo. Tirano entrambe un sospiro di sollievo quando lui prende un tavolo fuori (loro sono sedute dentro) e si allontana dal loro campo visivo e uditivo.
Dio, è intimidatorio — dice Natalie sorseggiando il suo tè.
Ma devi ammettere che è proprio un bel vedere — aggiunge muovendo le sopracciglia. A quelle parole, Elizabeth quasi sputa il tè.
Ma dai, anche tu devi ammetterlo. Soprattutto quando non si è rasato e ha ancora quella leggera barba del mattino…
Natalie ! — esclama Elizabeth ridendo.
Che ci posso fare ? Non ti sei mai chiesta che corpo si nasconde sotto quella scultura che è il suo viso ? — dice con aria innocente.
Va bene, non è brutto — dice Elizabeth, pensando a lui. A dire il vero, pensa che sia l’opposto di brutto. A ben vedere, è davvero piuttosto affascinante. Non l’ha mai visto in quel modo però, perché il suo carattere è odioso. Lei crede fermamente che la bellezza venga da dentro, e sa che lui non gliel’ha ancora mostrata. Per ora.
Non è brutto ? — inizia Natalie, ma Elizabeth la interrompe subito, persa nei pensieri sul suo capo.
Sei in ritardo — sono le prime parole che la accolgono quando esce dall’ascensore. Alza lo sguardo e vede James seduto sulla sua scrivania. Guarda l’orologio : è in ritardo di due minuti.
Mi dispiace, signore, non succederà più — dice, sapendo in cuor suo che per fortuna questo è il suo ultimo giorno.
Voglio il fascicolo del conto Johnson sulla mia scrivania subito, devi chiamare la Haxel corp e cancellare il moi incontro e poi ritirare i miei vestiti dalla lavanderia — dice tutto d’un fiato mentre lei si avvicina alla scrivania.
Va bene. Mason ha chiamato e vuole anticipare il suo incontro alle nove, va bene ? — dice sedendosi alla sua scrivania mentre lui si gira a guardarla.
Va bene, sarò nel moi ufficio — dice alzandosi.
Elizabeth si occupa dei compiti che le ha dato e verso le dieci torna alla scrivania dopo aver finito tutto. Si siede, e poco dopo Natalie si avvicina alla sua scrivania.
Ehi tesoro, come stai ? — chiede sedendosi sulla scrivania.
Sto bene. Indaffarata, ma bene.
Fa strano vederti andare via, dolcezza. Ho sempre pensato che saresti rimasta qui più a lungo di me.
Elizabeth ride guardando l’amica.
Dio, pensavo che me ne sarei andata dopo un anno. Quello era l’accordo.
Lo so, ma sei davvero portata per tutto questo, sai ? Sei l’unica che è rimasta così a lungo.
Ma dai — dice Elizabeth ridendo.
Ma davvero, mancherai — dice Natalie sospirando.
