Capitolo 7
- Pronto, Stacey? - Risposi, staccandomi dalla sua presa mentre lui si accigliava.
-Stacey? - esclamò stupita.
-Kacey? - Ci riprovai non appena la mia amica iniziò a ridere, mentre la ragazza si allontanava dopo avermi mandato a quel paese. - Addio pompino e sveltina! - Ho riso. - Ne troveremo un'altra per stasera. -
- Una diversa ogni sera, credo... - aggiunse tendendo la mascella - ... così come credo che tu non ti svegli mai da solo. -
- E da quando questo fatto ti sorprende? Sono sempre stato così, amico mio! -
- E non sei stanco di tutto questo? - Continuò, e io capii cosa voleva dire.
-Nessuno si stanca di fare sesso. -
-Sai che non è quello che intendo. -Disse. - Devi riconoscere che hai un problema che ti tormenta e che di certo non lo risolverai andando in giro per la penisola a fare sesso. Per quanto tempo vuoi scappare da questa situazione? -
- Senti, so che non sei stato malizioso poco fa, ma non voglio che tu faccia di nuovo il suo nome davanti a me.... - aggiunsi, visibilmente irritato - ... Non voglio sentire il suo nome perché la odio così tanto! -
- Non si tratta nemmeno di lei, ma di te! - aggiunse. - Guardami negli occhi e dimmi che stai bene! Avanti, dimmelo se hai il coraggio di farlo! - ripeté mentre mi mordeva la punta della lingua all'interno della bocca e la stringeva fino a farle male. - Non puoi nemmeno passare la notte se non hai qualcuno al tuo fianco, solo per non dover rimanere da solo ad ascoltare i tuoi fastidiosi pensieri, vero? Sono passati mesi e non riesci a trovare pace, anzi non riesci a trovare pace perché non fai altro che fingere che lei non esista, che stai bene ed eviti i luoghi che te la ricordano. Ti stai distruggendo con le tue stesse mani e so che ognuno soffre a modo suo e so anche di essere una rompiscatole, ma ti amo con tutto il cuore e non posso sopportare di vederti così. -
-Girai la pagina. - Scrollai le spalle anche se i miei occhi probabilmente parlavano chiaro. Forse più forte della mia voce.
- No, cazzo, no... - mormorò - ...scappare non è girare pagina. -
- Lei è... mia... sorella! - sbottai a bassa voce, mostrando il mio disappunto. - È mia sorella, brutta stronza! Cosa cazzo pensi che dovrei fare? -
E dannazione, quelle parole facevano male. Cosa si aspettava che facessi?
-Non lo sai con certezza. - Mi ha lasciato perplesso, ma è successo perché non avevo mai pensato a questa ipotesi.
- Ma c'è un cazzo di certificato di nascita che Chloe aveva a casa sua e... -
-E l'hai letto? L'hai visto con i tuoi occhi? Quale cognome c'era accanto a Peps? Styles o Hayden? - Chiese, mettendomi a tacere e aumentando i miei sospetti, anche se preferivo rimanere con i piedi per terra. Apprezzavo il fatto che credesse ancora in un noi e che non si fosse mai arreso, ma quello che stava dicendo mi sembrava completamente assurdo e mi sarei presa in giro per niente. -C'è la possibilità che non siate fratelli, così come c'è la possibilità che lo siate. Hawk non è qui per confermarlo, e nemmeno la madre di Veronica, vero? -
-Che motivo avrebbe mia madre di mentirmi? Che motivo avrebbe mia madre di mentirmi? -
Deglutì.
Malconcio e ferito, Cooper.
- Non lo so, ma quello che posso consigliarti è di chiarire la questione e di ristabilire il rapporto con Peps. È vero, ora ha degli amici, due tutori che si occupano di lei, ma l'unica cosa che ha davvero in questa vita? - fece un respiro profondo - ... quello che ha davvero sei tu, a prescindere dai legami che avete. -
Risi ironicamente. - Non dirai sul serio, vero? - Non disse una parola, ma sembrava molto serio. - Le ricordo cosa le ho offerto l'ultima volta che ci siamo incontrati e lei è uscita dalla porta come se nulla fosse! Da quel giorno, per me quella non esiste più. È stata lei a scegliere per entrambi. Sempre! -
- Dai, non le hai offerto nulla. Le hai posto solo una condizione. Se te ne vai, mi perdi per sempre... Che bel modo di riallacciare un rapporto così delicato come il vostro. Hai ingranato la quinta senza darle il tempo e la possibilità di pensarci! - rispose lui, continuando a fantasticare. - Quando Javi è morto, dopo il funerale avrebbe potuto andare a Bowie, invece è rimasta perché voleva passare del tempo con te e sapere se stavi bene o no. È venuta qui e ne abbiamo parlato per un po' e l'unica cosa che riuscivo a vedere nei suoi occhi era quanto le mancassi? - ha detto - ... o quanto si sentisse sola e fuori dal mondo a New York, con due estranei. -
- Non è un problema mio, perché come le ho detto è stata lei a scegliere quella vita! Il mio problema, invece, è che non posso averla vicino e devo far finta di non provare più nulla per lei. - Quelle parole mi sono uscite dalla bocca piene di rammarico e senza permesso, costringendomi a contraddirmi. -Sto soffrendo come un cane, ok? È questo che volevi sentire... dannazione! Bene, ti ho accontentato. Dormo nella sua stanza, mi siedo sul suo sgabello e mangio il gelato al limone o i cereali dalla stessa ciotola che usa lei. Quella merda dei Minions, e sai perché? Perché la odio. - Sputai con sincerità mentre il mio cuore correva, rifiutandosi di ascoltare quelle parole. - La odio perché mi ha rovinato le viscere, mi mangia l'anima e mi fotte il cervello ogni momento di ogni giorno. Dal momento in cui mi sveglio a quello in cui vado a dormire. La odio con tutto il cuore perché mi manca sentire la sua voce, la sua risata e il suono dei suoi passi in casa o perché mi ha reso dipendente, tanto che ora non ricordo come diavolo faccio a sopravvivere. E forse hai ragione sul fatto che non sto bene, ma è colpa sua se sono così, quindi sì, non voglio più avere niente a che fare con lei e non voglio più che mi nomini! -
