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Antipodes

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VeraNere
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Riepilogo

La semplice storia di due rette parallele, destinate a incontrarsi. Non sempre essere parte di mondi diversi, equivale a non incrociare mai i propri destini. In alcuni casi può succedere che, una piccola coincidenza, porti i due universi a collidere. Ma incontrarsi non basta. Bisogna riconoscersi, scegliersi e avere il coraggio di osare. Sarà il caso dei due protagonisti? *in corso* aggiornamento ogni giorno

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Premessa

Cos’è che potrebbe portare due rette parallele ad incontrarsi?

Secondo i libri di testo: nulla.

Secondo la mia esperienza: le coincidenze.

Vi siete mai chiesti come funzionino le coincidenze?

Avete mai pensato che quando decidete di muovere un passo a destra, state già variando il corso di una di quelle parallele?

Le coincidenze sono così. Eventi del tutto casuali, determinati da una scelta non ponderata, microscopica rispetto al flusso delle scelte quotidiane di ogni singolo individuo, che però si ripercuote in maniera esponenziale sul decorso di una o più esistenze, oltre alla nostra.

È così che può succedere, quindi, che due vite destinate a percorsi opposti e paralleli, trovino il modo di creare un punto di incontro, generato da piccole coincidenze posizionate qua e là.

È sufficiente uscire di casa a fare una passeggiata quando non era in programma; o dare un passaggio sotto l’ombrello, in un giorno di pioggia, ad un anziano colto alla sprovvista; o fermarsi a leggere tutti i titoli dei libri esposti in una vetrina di una libreria di fronte alla quale si passa distrattamente ogni giorno da anni; o decidere di prendere le scale al posto dell’ascensore; oppure decidere di leggere il volantino pubblicitario che ci viene messo in mano con prepotenza, prima di buttarlo via; o, ancora, decidere all’ultimo minuto di dare ascolto al consiglio di un amico.

Sono tutte piccole scelte che non creano un vero e proprio cambiamento all’economia della giornata, ma che, a lungo raggio, iniziano a creare un ponte tra una retta e l’altra, fino a che…

Il principio di questa storia risiede tutto in questo preambolo.

E quindi abbiamo due vite sviluppate in modo diametralmente opposto, settate su due percorsi così diversi e distanti, che immaginarne un possibile punto di unione, sembra impossibile.

Uno è nato 4 anni prima dell’altro, cresciuto da solo, con un padre potente, tra lusso e patinature, in una grande città, viaggiando molto spesso, imparando lingue e culture diverse di prima mano.

L’altro è cresciuto in periferia, circondato dall’amore di una madre e di un padre di umili origini, tormentato da una sorella più piccola che è la sua croce e la sua delizia, ha conosciuto il mondo attraverso i libri che divora con passione, ha imparato due lingue oltre la sua, e solo per poter entrare nella migliore università tra quelle che con il suo umile stato ha potuto selezionare.

Uno ha iniziato a lavorare subito dopo aver terminato gli eccellenti studi, nella società di suo padre, e da due anni è comodamente relegato in un elegante appartamento situato all’ultimo piano di un palazzo moderno, di tre stanze, con un balcone ampio e una vista mozzafiato sulla città.

L’altro ha fatto ogni tipo di lavoro, anche con turni estenuanti, vivendo in un piccolo bilocale al piano seminterrato di un vecchio palazzo fatiscente, condiviso col suo migliore amico, per non gravare troppo sui genitori, che nel loro piccolo lo hanno sempre aiutato con modeste somme inviate insieme a verdura e frutta fresca del loro raccolto. Solo da poco sono riusciti a trasferirsi in un appartamento con due camere da letto, un primo piano senza vista, ma caldo e non umido.

Uno ha un nome importante, evocativo, adatto alla sua figura dignitosa.

L’altro ha un nome semplice ma potente, che pare cozzare con il suo aspetto mite.

Uno ha il cuore in frantumi per aver perso l’amore della sua vita.

L’altro ha il cuore intatto, mai toccato da nessuno e mai usato per nessuno.

E come possono due esistenze del genere incontrarsi?

Se chiedete a me, è tutta questione di prospettiva.