RACCONTO 1 IL FAUNO - Prologo
Rama, l'Atlantide della Val di Susa
Questo racconto ha inizio duecentocinquanta anni fa, nel 1772, in un paesino piemontese chiamato Rama – soprannominato anche l’Atlantide della Val di Susa. A dominare il borgo svettava il Monte Musinè, imponente e misterioso.
Ai piedi di quella montagna, gli abitanti di Rama vivevano in serenità e armonia, tra feste popolari, giochi e competizioni che riunivano persino conti e duchesse, i quali lasciavano i loro castelli per mescolarsi ai sudditi. Ma non tutti erano benvenuti nel paese. Il re Adaman e la regina Agata, che erano al contempo sovrani e sindaci del borgo, emarginavano coloro che consideravano figli del Diavolo: streghe, sirene, fauni, fate e creature fatate. L’unico modo per smascherare queste presenze, quando assumevano forma umana, era sottoporle alla prova del ferro: al semplice contatto con il metallo, la loro pelle avrebbe bruciato, rivelando la vera natura.
L’odio del re per quelle creature affondava le radici in un tragico evento di trent’anni prima. Si diceva che il padre di sua moglie, il re Amos, e la regina Ebea fossero stati uccisi una notte da una di quelle entità, la quale aveva anche cancellato i ricordi della principessa Agata, unica testimone. Solo suo fratello, il principe Damiano, aveva assistito alla scena. Eppure, nel profondo del cuore, Agata sapeva che quelle creature erano innocenti. L’unica traccia che le rimaneva di quella notte era una fialetta, trovata nella stanza dei genitori poco prima della tragedia, e il vago ricordo di un’antica amicizia con la regina Eclimanea, perduta insieme alla memoria.
Appena divenuta regina, Agata giurò di scoprire la verità. Così, quando fu ordinata la costruzione di una muraglia di pietra e ferro per isolare le creature, fece erigere segretamente un tempio con un passaggio nascosto che conduceva alla foresta dove il re Adaman le aveva esiliate. Nessun abitante di Rama poteva avventurarsi in quel territorio, delimitato da massi ricoperti di ferro e sorvegliato da severe regole, incise su targhe minacciose:
- Vietato l’ingresso nella foresta delle creature. Trasgredire significa morte.
- Non uccidere le creature nel loro territorio, a meno che non violino i confini.
- Nessun rapporto, carnale o diretto, con le creature è consentito. L’unica eccezione è la violazione del patto territoriale.
- I figli nati da unioni tra umani e creature saranno eliminati prima della nascita. I colpevoli di tale sacrilegio verranno giustiziati.
Il fauno Hector, capo delle creature, e la sua compagna, la strega Eclimanea, accettarono il patto pur sapendo di essere innocenti. Qualcuno aveva ordito quella faida per impadronirsi del trono. Anche il popolo di Rama doveva tenersi lontano dalla foresta Isea e dal fiume Faun, dove le creature celebravano i loro riti.
La regina Eclimanea, scoperto il tempio segreto, iniziò a incontrare Agata nelle notti di luna piena, approfittando del passaggio nascosto. Per un tempo, i loro colloqui rimasero celati a tutti. Ma ogni equilibrio, prima o poi, si spezza. E quando accadde, nulla fu più come prima.
