Capitolo 6: Le Confessioni e le Ombre
Capitolo 6:
Le Confessioni e le Ombre
Hamilton, Montana, Stati Uniti d'America
Ranch degli Stewart
14 marzo 2035
La mattina seguente inondò il ranch degli Stewart di una luce dolce e incerta, come se il sole stesso trattenesse il respiro. L'atmosfera nella casa era sottilmente cambiata, carica di una tensione palpabile, un misto di apprensione e speranza nascente. Dopo le rivelazioni toccanti della sera precedente, era calato un silenzio rispettoso, lasciando a Jimmy e Jane lo spazio necessario per digerire gli echi dolorosi del passato. La pesantezza dei giorni precedenti si era leggermente dissipata, sostituita da una tensione più nervosa, l'anticipazione delle rivelazioni a venire.
Jane aveva raccontato, con una voce a volte esitante, a volte spezzata dall'emozione, i dettagli della sua segregazione. Aveva parlato delle minacce, della paura costante, dell'isolamento e della scoperta della sua gravidanza il giorno stesso del suo rapimento.
Jimmy l'aveva ascoltata in silenzio, il cuore stretto dall'orrore di ciò che aveva vissuto. La rabbia montava in lui nei confronti di coloro che le avevano inflitto una tale sofferenza, una rabbia temperata dal dolore di sapere di non aver saputo nulla, di non aver potuto fare nulla.
Jimmy stava vicino alla finestra del salotto, osservando il paesaggio estendersi oltre le recinzioni del ranch. I suoi pensieri turbinavano, un confuso miscuglio di rimpianti, di ritrovata tenerezza e di una sorda inquietudine riguardo alle passate minacce a Jane. Si voltò quando Jane entrò nella stanza, portando una tazza di caffè fumante tra le mani. I suoi occhi portavano ancora i segni delle lacrime della sera precedente, ma una nuova chiarezza sembrava avervi messo radici.
«Hai dormito bene?» chiese Jimmy, la sua voce dolce e piena di rinnovata attenzione.
Jane abbozzò un leggero sorriso. «Meglio di quanto avrei creduto. Parlare… aiuta.» Si avvicinò al grande divano e si sedette, lo sguardo perso nelle fiamme del camino.
Un silenzio confortevole si stabilì tra loro, diverso dalla pesantezza dei giorni precedenti. Era un silenzio di reciproco riconoscimento, uno spazio dove le parole non erano immediatamente necessarie.
Finalmente, Jimmy fece un respiro profondo. «Hai detto… ieri… che questa minaccia… forse non si è completamente spenta.» Il suo tono era grave, il suo sguardo fisso sul viso di Jane.
Un'ombra attraversò gli occhi azzurri di Jane. Appoggiò la tazza con un leggero tintinnio. «È la verità, Jimmy. Quando ci si scontra con gente del genere… le ripercussioni possono essere profonde e durature. L'indagine ha permesso di arrestare molte persone, ma… ci sono sempre delle ramificazioni. Persone che sono sfuggite alle maglie della giustizia. Vendette latenti.»
L'istinto di poliziotto di Jimmy si mise immediatamente in allerta. «Hai ragioni di credere che… che sei ancora in pericolo?»
Jane esitò, le dita che giocherellavano nervosamente con il bordo della tazza. «Non direttamente. Nessuna minaccia specifica negli ultimi anni. Ma… non si può mai essere sicuri al cento per cento. Soprattutto quando la famiglia di mia madre è coinvolta. I Genovese… la loro influenza si estende ben oltre New York.»
Un brivido percorse la schiena di Jimmy. Ricordava i frammenti di informazioni che Faith gli aveva dato all'epoca, giusto abbastanza per capire la gravità della situazione senza conoscerne i dettagli precisi. L'idea che Jane avesse vissuto tutti quegli anni sotto quest'ombra costante lo riempiva di una rabbia sorda.
I loro sguardi erano fissi l'uno sull'altro, carichi di una nuova intensità.
«Cinque mesi…» sussurrò Jimmy, la sua voce roca. «Cinque mesi d'inferno… e tu eri… eri incinta.»
«Perché non ne hai mai parlato più apertamente? A Beth… alla tua famiglia… a me?» L'incomprensione tinse la sua voce.
Jane sospirò. «La vergogna, Jimmy. La paura di mettere in pericolo gli altri. E poi… l'impressione che fosse una mia battaglia. La mia carriera. La mia famiglia. Non volevo trascinarvi in questo. Avevate la vostra vita qui, lontano da quella giungla.»
«Ma Jane…» Jimmy si interruppe, cercando le parole giuste. «Avremmo voluto esserci per te. Sostenerti. Proteggerti.»
Gli occhi di Jane si inumidirono di nuovo. «Lo so adesso. Retrospettivamente… molte cose sarebbero potute andare diversamente. Ma all'epoca… ero isolata. Terrorizzata. E poi… c'è stato…» La sua voce si spezzò, incapace di pronunciare la parola.
Jane chiuse gli occhi per un istante, una smorfia di dolore le attraversò il viso. «La paura… mi paralizzava. E poi… mi dissero… lo sapevano. Sapevano del bambino.»
Un'ondata di rabbia sommerse Jimmy. L'idea che quegli uomini avessero potuto usare il suo bambino non ancora nato per manipolarla, per spezzarla, lo riempiva di una rabbia fredda.
«Loro… volevano usarti», intuì Jimmy, la mascella serrata.
Jane annuì lentamente. «Pensavano che mi avrebbe reso più docile. Più incline a cooperare. Ma… mi ha dato un altro motivo per combattere. Una piccola scintilla di speranza in tutta quell'oscurità.»
Il silenzio tornò, pesante del peso di quella perdita comune, di quel futuro rubato. Jimmy tese la mano e prese quella di Jane. La sua pelle era calda questa volta, la sua presa più ferma. La sua pelle era morbida sotto le sue dita.
«Mi dispiace così tanto, Jane. Così tanto che tu abbia dovuto passare tutto questo da sola.»
«Non è colpa tua, Jimmy. Ma… sapere che ero incinta… ha reso tutta questa prova ancora più… insopportabile.»
Fece un respiro profondo e continuò, la sua voce ora più sicura. «Dopo… dopo quel giorno… all'ospedale… quando ho perso tutto… mi sono giurata di non lasciarmi mai più controllare dalla paura. Volevo che giustizia fosse fatta. È per questo che ho continuato l'indagine, nonostante le minacce.»
«E ci sei riuscita», disse Jimmy con ammirazione. «Hai messo quei criminali dietro le sbarre.»
«Sì», rispose Jane, ma c'era un'ombra nei suoi occhi. «Ma non riporterà indietro nostro figlio. E non garantisce che il pericolo sia completamente scongiurato. Le ramificazioni di quell'affare erano profonde. I Gambino e i Genovese… hanno molto potere.»
L'inquietudine si dipinse sul volto di Jimmy. La minaccia che aveva aleggiato su Jane per dieci anni non si era quindi completamente spenta.
«Pensi che potrebbero ancora ricominciare?» chiese, il suo istinto di poliziotto in allerta.
Jane alzò leggermente le spalle. «Non si sa mai. È per questo che sono rimasta a New York. Per combattere. Per non lasciarmi intimidire. Ma…» La sua voce si spezzò leggermente. «Ma a volte… la solitudine è pesante. La paura ritorna.»
Guardò Jimmy, i suoi occhi azzurri pieni di una vulnerabilità toccante. «Quando sono venuta qui… a Hamilton… una parte di me ha avuto voglia di venire. Di rivederti. Di… di ritrovare un po' di quella pace che avevo provato con te.»
Jimmy si inginocchiò di fronte a lei, prendendo entrambe le sue mani tra le sue. «Jane… qui sei al sicuro. Non lascerò che ti succeda niente. Mai più.»
Le sue parole erano sincere, cariche di una tacita promessa di protezione e sostegno. Jane sentì un'ondata di calore invaderla. Dopo tanti anni di solitudine e paura, la presenza di Jimmy era un balsamo per le sue ferite.
«Grazie, Jimmy», sussurrò, con le lacrime agli occhi. «Grazie di essere qui.»
«Tutto questo… mi fa così male, Jane», sussurrò lui, la sua voce piena di una profonda tristezza. «Tutta questa sofferenza… tutta questa solitudine che hai sopportato.»
Jane strinse le sue mani in risposta. «Abbiamo sofferto entrambi, Jimmy. A modo nostro.»
Un nuovo silenzio si stabilì, più sereno questa volta, tinto di una reciproca accettazione del dolore passato.
«Allora… cosa facciamo adesso?» chiese Jimmy, i suoi occhi che cercavano una luce di speranza nello sguardo di Jane.
Jane fece un respiro profondo e ritirò dolcemente le mani. Si alzò e si diresse verso la finestra, osservando il paesaggio con una nuova intensità.
«New York è la mia vita, Jimmy. Il mio lavoro… i miei amici… beh, quelli che sono rimasti. È lì che ho costruito qualcosa. Nonostante tutto.»
«Ma… hai detto ieri che… che mancava qualcosa», ricordò Jimmy dolcemente.
Jane si voltò, i suoi occhi brillanti di una disarmante onestà. «Sì. Manca… una parte di me. Una parte che avevo dimenticato finché non ti ho rivisto.»
Il cuore di Jimmy batté più forte a quelle parole. Un'ondata di speranza, fragile ma potente, sommerse le sue apprensioni.
«E questa parte… è qui? A Hamilton?»
Jane esitò un istante, il suo sguardo che vagava per la stanza, come se cercasse una risposta tra le mura familiari del salotto degli Stewart.
«Non lo so ancora, Jimmy. Sono combattuta. Una parte di me ha paura di tornare a New York, di rituffarsi in quella vita dove la minaccia ha sempre aleggiato. Ma un'altra parte… ha paura di lasciare tutto ciò che ho costruito.»
«Non devi decidere subito», disse Jimmy, alzandosi e avvicinandosi a lei. «Resta qui ancora un po'. Prenditi il tempo di… di respirare. Di ricordare quello che avevamo. Di vedere cosa potrebbe essere.»
Un leggero sorriso illuminò il volto di Jane. «Sei sempre così paziente, Jimmy. E anche… insistente.»
Un sorriso rispose al suo. «È perché ne vali la pena, Jane. Sei sempre valsa la pena.»
I loro sguardi si incrociarono, una connessione intensa ristabilendosi dopo dieci lunghi anni di silenzio e distanza. La fiamma del loro amore, sebbene tremolante, non si era spenta. Era semplicemente stata ricoperta dalle ceneri della tragedia e della paura.
«E questa minaccia… se è ancora lì…» cominciò Jimmy, il suo tono tornando grave. «Non ti lascerò affrontarla da sola questa volta. Sono un poliziotto. È il mio lavoro proteggere le persone. E… tu sei più di qualcuno da proteggere per me, Jane.»
Gli occhi di Jane si inumidirono di nuovo, ma questa volta non c'era solo tristezza. C'era anche una luce di gratitudine e… di speranza.
«Grazie, Jimmy», sussurrò, la sua voce piena di emozione. «Grazie di esserci sempre. Anche dopo tutto questo tempo.»
«Sarò sempre qui per te, Jane», rispose Jimmy con una sincerità toccante. «Qualunque cosa accada.»
Il silenzio che seguì fu carico di una promessa tacita, di un rinnovato impegno. I fantasmi del passato non erano scomparsi, ma la loro presa sembrava meno forte. Jimmy e Jane, due anime segnate dalla tragedia, si trovavano di nuovo sull'orlo di un nuovo capitolo, incerto ma portatore di una luce di speranza. La fiamma del loro amore, alimentata dalla verità e dal coraggio di affrontare il loro passato, cominciava timidamente a crepitare di nuovo, illuminando dolcemente il cammino incerto del loro futuro.
All'improvviso, il telefono di Jimmy squillò, rompendo la quiete del salotto. Rispose, la sua espressione che si increspava mentre ascoltava il suo interlocutore.
«Cosa? Quando è successo?» chiese, il suo tono che si fece improvvisamente allarmato. Si alzò, il suo sguardo preoccupato incrociò quello di Jane.
«Era Rick», spiegò Jimmy riattaccando. «C'è stata una rapina al frutteto dei Daly. Kayce e Melody sono rimaste ferite.»
L'inquietudine si trasformò in angoscia sul volto di Jane.
~Mio Dio! Bisogna avvertire Callie.
«Stanno bene? Le loro ferite sono gravi?» chiese precipitosamente.
«Rick non aveva molti dettagli», rispose Jimmy, la sua mente già rivolta al suo dovere di poliziotto. «Dobbiamo andarci.»
«Bisogna dirlo a Callie», disse Jane, preoccupata per la sua migliore amica. «È nella stalla con i bambini e Ethan.»
Mentre si precipitavano fuori dalla casa, lasciandosi alle spalle la fragile intimità del loro ritrovarsi, un'ombra minacciosa aleggiava su Hamilton. La tranquillità della piccola città era spezzata, e la minaccia che aveva perseguitato Jane per tanti anni sembrava aver trovato un nuovo modo per raggiungerla, colpendo dove era più vulnerabile. La fiamma del loro amore nascente si sarebbe spenta a causa di questa nuova crisi, o questa prova li avrebbe uniti ancora più forte di fronte all'avversità? Il futuro, ancora una volta, era incerto.
