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02

MANUEL

Questa ragazza è incredibile, sta' tenendo testa a mio padre e non abbassa gli occhi, è fiera come una tigre.

Mio padre le ha già dato cinque ceffoni e la giovane ora ha un occhio gonfio e il labbro rotto.

Ma continua a rialzarsi e a fissarlo con sfida nei suoi bei occhi grigio-verde-azzurri.

Ma perché è qui? Non capisco ha detto che avevano un passaggio segreto, perché non l'ha usato?

Decido di chiederlo e lei mi guarda come se non credesse che potessi farle una domanda tanto idiota.

'Perché conosco le regole. Se non viene trovato nessuno della famiglia chi conquista un territorio ha diritto ad uccidere chiunque sia presente in esso.

Ci tengo a queste persone.'

'Più che alla tua stessa vita?'

'Mio padre ha sbagliato. È giusto che paghino loro?' mi chiede.

'È che paghi tu allora? È giusto questo?' chiedo guardandola negli occhi.

'Non vorrei essere io a pagare per le sue colpe.

Ma non ho trovato alternativa.'

'Sai perché vi abbiamo attaccato?' le chiedo ancora.

Lei scuote la testa,

'No Manuel, non lo so. Immagino che me lo stai per dire?'

Rido un po', è proprio una peste, non ha usato titoli perché noi non ne stiamo usando con lei. È furba.

Ma se pensa che non ho già capito il suo carattere si sbaglia.

Lei non è così spavalda e fredda.

È dolce e fragile.

Si comporta da ribelle solo per far vedere che è forte e che merita rispetto.

'Doña Katherina' dico dandole un titolo per far capire a tutti che ha il mio rispetto per il momento almeno.

'Tuo padre ha attaccato la nostra casa quando sapeva che non c'eravamo dentro né mio padre, né io e ha mandato mia madre all'ospedale con numerose ferite e priva di coscienza.

È in coma da quasi un mese.

Medici dicono che forse è stata anche violentata e inoltre tuo padre ha ucciso dieci nostri uomini.'

La giovane sussulta e rabbrividisce e i suoi occhi sembrano quasi riempirsi di lacrime.

Ma dopo un istante si ricompone.

E capisco il perché della maschera. Non vuole mostrare debolezza per gli altri.

Perché se la consideriamo una semplice ragazzina facile da piegare potremmo decidere di divertirci con qualcun'altro.

Ma perché nessuno la difende?

Perché nessuno prova ad aiutarla?

'Mi spiace per tua madre, Don Manuel' dice abbassando un po' la testa per mostrarmi rispetto e poi però mi fissa subito negli occhi.

'Spero si riprenda velocemente' dice e vedo che è davvero sincera.

'Non hai nemmeno il diritto di parlare di lei puta'

dice mio padre dandole un' altro ceffone e mentre tenta di alzarsi viene riempita di insulti ed alcuni ragazzi le sputano addosso.

Lei rimane impassibile ma vedo che sembra spaventata.

'Padre basta. Stai esagerando.'

'Sai che non mi fermerò Manuel.

La niña la pagherà.'

'Marchos, Hulio, tenetela ferma.

Vediamo cosa nasconde sotto questi stracci.'

Vedo che lei spalanca i bellissimi occhi e fa un respiro profondo.

Ha capito cosa sta per accadere?

Probabilmente si, però ha anche capito che non ha scampo.

KATHERINA

Perché non sono scappata?

Mi faranno davvero del male.

'Mi volete violentare?' chiedo al boss che mi sta fissando con un nuovo interesse.

I suoi occhi scuri mi guardano come con fame.

Ride come se avessi fatto una battuta divertente.

'Sei diretta... No io sono fedele a mia moglie...Ma molti miei uomini non hanno legami.

Mi accontenterò di guardarti mentre faranno di te la loro puta.

Non li farò smettere fino a che avrai ancora un po' di combattività.

Li farò smettere quando avrai paura persino di alzare lo sguardo di fronte a uno di noi. Quando tremerai appena un uomo allunga la mano per toccarti.

Ci divertiremo molto niña.'

Spalanco gli occhi. Farà davvero quello che ha detto? O lo dice solo per spaventarmi?

Fà un segnale e uno dei due uomini che mi tengono mi strappa la vestaglia rivelando il mio corto pigiama.

Il capo si avvicina e mi abbassa la maglia del pigiamino in modo da esporre i miei seni ancora coperti da un semplice reggiseno nero.

Avvicina la mano al mio corpo e io distolgo lo sguardo.

Non voglio guardare, non gli darò la soddisfazione di fargli vedere che quello che mi sta facendo mi terrorizza.

Vorrei vedere degli occhi amici in questo momento.

Spero di trovare gli occhi di Rosa o di Carlos, ma invece incrocio quelli di Manuel e del ragazzo accanto a lui.

Sembrano indignati per quello che sta accadendo.

Ma certamente non interverranno.

Ingenuamente mi sembra che il biondo stia dicendo a Manuel di aiutarmi, di fare qualcosa, ma di certo mi sbaglio.

Non sarebbe possibile.

Sento le dita ruvide di Jose' Carson che mi pizzicano il capezzolo e deglutisco

Non voglio che continui, ma cosa posso fare?

'In che modo potrei fermarti? impedirti di continuare con tutto questo?'

Lui ridacchia baciandomi il collo e provocandomi un brivido.

'Non c'è alcun modo'.

Forse se mi dicessi dove si trova tuo padre' dice nell'orecchio e continuando a pizzicarmi i capezzoli.

Il suo tocco mi disgusta, ma non posso divincolarmi.

Continuerebbe di più.

Non riuscirei comunque a liberarmi dalla presa dei due uomini che mi tengono ferma.

Cosa posso fare?

In quel momento sento degli spari e come se fosse il segnale tutti gli uomini di mio padre iniziano a ribellarsi e mi sento afferrare e tirare in piedi e poi non capisco come ma mi ritrovo circondata da uomini di mio padre.

Hanno fatto un cerchio protettivo intorno a me.

'Non potete farlo. Vi uccideranno.'

'Non possiamo rimandare a guardare

Doña Katherina.

Fuggite.

Carlos ha sentito vostro fratello.Ha radunato che è uscito dal passaggio e si sta' avvicinando con i fucili.

Vi proteggerà e ci aiuterà poi.'dice Alvaro

'Arriverà tardi. Non posso abbandonarvi...'

'Kate vieni' dice Carlos facendomi indossare una camicia e strattonandomi via e io lo seguo.

'Bene, bene così è questo eh?

Dici di voler proteggerli ma poi scappi come un coniglio.'

Dice Catson guardandomi correre

'Hai onore quanto tuo padre. Credevo fossi più coraggiosa. Peccato quante persone innocenti moriranno oggi?

Direi proprio tutti.'

Si ferma un momento e dà l'ordine che mi terrorizza.

'Uccideteli.'

Mi blocco e mi giro e vedo che gli uomini di Carson stanno puntando i fucili e le pistole contro gli uomini di mio padre che hanno già gettato a terra le loro pistole.

Sento Manuel protestare

'Padre sono disarmati.'

'Spostati Manuel o farai la loro fine.'

Sospiro e lascio la mano di Carlos che sta tentando di farmi correre nuovamente, ma non posso.

Come potrei vivere con questo peso nella coscienza?

Farò quello che vorranno penso guardando Carlos che invece scappa via.

Mi violenteranno? Pazienza.

Cercherò di non opporre resistenza e inizierò subito a sottomettermi si fermeranno vero?

'Fermati, Don Carson. Ti prego.

Tornerò da voi.'

'Troppo tardi niña' mi risponde e io cado in ginocchio sul posto.

Non vorrei farlo. Ma se non mi umilio li ucciderà.

'Ti supplico non farlo. Lascia che torni da te... Non ucciderli ti prego.'

Rimango con la faccia a terra in posizione di supplica e sento che dice agli uomini di aspettare.

'Allora Katherina giusto? Lo farò a due condizioni.

Mi dirai dove si trova l'uscita del passaggio che hanno usato i fuggiaschi e vieni qui da me in ginocchio da brava ragazza sottomessa.'

'L'uscita è accanto al fiume.' dico e vedo che manda due ragazzi biondi probabilmente a controllare.

Ingoio il mio orgoglio e inizio a gattonare verso di loro.

MANUEL

'Padre è assurdo si distruggerà le ginocchia.'

'Allora? ci tieni così tanto a lei Manuel?'

Poi mi guarda e ride, 'a mio figlio piace la bella puta.'

Mi batte una mano sulla spalla

'Hai buon gusto... Bene sai cosa facciamo? Sarai il primo ad averla.

Prima tu e poi suo marito, poi gli altri.'

Vedo che la bella prigioniera si blocca per un istante, ma poi riprende la sua strada.

Di certo non le piace l'idea di mio padre ma non si tirerà indietro.

Scuoto la testa

'Non possiamo padre.'

'Andiamo Manuel. Se non sarai tu saranno altri.

Così ho deciso.'

'Bene allora ma non mi va di farlo davanti a tutti i nostri uomini.'

'Non avrete una stanza. Tutti la guarderanno quando verrà spezzata.'

Sento un sussulto e vedo che è davanti a me e ci fissa con occhi lucidi.

'Ho fatto quanto richiesto Don Carson li lascerai andare?' chiede.

'Perché sei scappata?' le chiedo prima che mio padre posso rispondere.

'Mio fratello sta arrivando con armi per liberarci.'

'Fra quanto?' chiede mio padre.

''Non lo so. Comunque troppo tardi per impedire che li uccidiate o che mi violentate.' risponde.

'Violentare... che brutta parola giovane Katherina. Ci divertiremo con te. È più bello come modo di dire.'

Mio padre le accarezza la guancia e lei rimane immobile.

Sembra una bellissima bambola di porcellana. Spero davvero non sia fragile come credo sia.

Perché altrimenti ora la distruggeremo.

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