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Capitolo 4: Deve trovarla!

Sebbene Cristian non avesse continuato, Serena sapeva che si trattava di una pura minaccia.

Lei era furiosa poiché avrebbe dovuto seguirlo tutto il giorno. Aveva detto che non avrebbero dovuto avere nulla a che fare l’uno con l’altro, ma adesso erano legati insieme per costrizione, e lei non era affatto felice.

Tuttavia non disse nulla, poiché la sua posizione era abbastanza scomoda.

Per tutto il percorso che portava al cancello Cristian non disse nulla, seduto sulla carrozzella fu poi salito in macchina. Serena d’istinto si mosse per salire anch’essa in macchina, ma Luca la bloccò.

“Signora Ferrari, questa è la macchina privata del signor Ferrari.”

Serena si fermò: “Che significa?”

Cristian si voltò verso di lei e con i suoi occhi freddi, profondi e pieni di derisione disse : “Vuoi essere la mia assistente, ma non sei ancora all’altezza.”

A queste parole, il volto di Serena cambiò: “Che significa? Allora perché hai promesso a tuo nonno?”

Cristian non le diede più retta e ritornò al suo sguardo freddo. Mentre Luca, con volto inespressivo, si preparava a chiudere la porta, Serena lo bloccò e chiese: “Io come vado? Tuo nonno è lì.”

Sentendo nominare il nonno, negli occhi di Cristian si accese un lampo violento, alzò lo sguardo e la fissò pericolosamente.

“Luca, mostrale il percorso e dille di andare a piedi.”

Serena rimase senza parole. Come poteva una persona essere così tanto crudele? Luca, con volto inespressivo, le mostrò il percorso e chiuse lo sportello bruscamente.

“Signora Ferrari, buona fortuna.”

L’auto partì e Serena restò da sola davanti al cancello nel vento in uno stato di confusione, mentre il portiere che aveva assistito alla scena, la guardò con compassione.

Davanti a quegli occhi comprensivi, il cuore di Serena si sentì improvvisamente a disagio. Serrò i pugni. Sarebbe andata da sola.

Nel frattempo in macchina Luca chiese: “Signor Cristian, non è un pò troppo per lei?”

Cristian aggrottò le sopracciglia, e con tono freddo disse: “Perché non vai a farle compagnia?”

L’assistente sbiancò “Come non detto.”

Cristian sbuffò, diede un solo sguardo freddo allo specchietto retrovisore e vide la figura minuta in piedi vicino al cancello, un attimo dopo ripensò a qualcosa che gli fece accennare un sorriso.

“Hai qualche notizia della donna che ti ho detto di cercare?”

Parlando di questa faccenda, Luca si coprì la bocca con la mano e tossendo leggermente disse: “Signor Cristian, quella strada non aveva telecamere , quel giorno la pioggia era fitta e di notte era buio, non si vedevano nemmeno i passanti. Ma con un pò più di tempo credo di poterlo scoprire.”

Cristian era davvero amareggiato, di solito quando si trattava di qualcosa che lo riguardasse, Luca trovava sempre il modo per occuparsene. Solo questo non era riuscito a trovare.

Il respiro di Cristian si raffreddò di nuovo e inarcando le sopracciglia disse. “un mese, se è destino, quella donna dovrebbe essere incinta.”

Luca fu sorpreso, una donna di cui non conosceva né il nome né l’aspetto portava in grembo il suo bambino? Non poteva essere uno scherzo, l’espressione di Luca si fece seria.

“Capisco, farò tenere d’occhio il movimento in ospedale.”

Cristian ritrasse lo sguardo. Lui non aveva mai toccato una donna, quella sera era stata la sua prima. Perciò, deve trovarla!

Serena girovagò per mezz’ora prima di arrivare all’azienda della famiglia Ferrari.

Sfortunatamente, una volta arrivata, fu lasciata fuori essendo senza prenotazione.

Nella Città del Nord, l’azienda della famiglia Ferrari era come una parte della stessa città. Vi era solamente quell’azienda che portava avanti l’economia della città. Quindici anni prima essa era una piccola città a cui nessuno si interessava, mentre adesso aveva fatto il salto di qualità.

Non era cosa facile per un’azienda ingrandirsi in tal modo.

“Scusi, potrebbe chiedere al signor Ferrari? Sono davvero la sua nuova assistente.”

La receptionist le lanciò uno sguardo di disprezzo.

“Di che cosa sta parlando? Il signor Ferrari non ha mai avuto bisogno di un’assistente, tutta la compagnia ne è consapevole, se vuole sedurre gli uomini dovrebbe almeno informarsi meglio.”

Serena restò sbalordita, forse era un piano di Cristian, che anche se lei fosse arrivata davvero non sarebbe potuta entrare.

“Vada via, gente come lei non è qualificata per essere un lavoratore ordinario, e lei vorrebbe addirittura essere un’assistente.”

Gli occhi della donna alla reception erano davvero sprezzanti, così come quelli delle persone attorno che cominciarono ad echeggiare e deriderla.

“Guarda com’è vestita, e osa dire di essere un’assistente, non ha neanche una divisa da lavoro, indossa quattro stracci.”

“C’è davvero di tutto.”

“Se non se ne va, chiameremo la sicurezza.”

Serena fu schernita al punto da arrossire, mordendosi il labbro inferiore, abbassò lo sguardo per guardare i vestiti che aveva addosso.

Era vero, quegli abiti li aveva acquistati in una bancarella al mercato notturno quando il suo stipendio non era abbastanza. Aveva sempre cercato di risparmiare, ma per tutto questo tempo ne era sempre stata orgogliosa.

Oggi, derisa da così tante persone, Serena si era improvvisamente sentita in imbarazzo.

“Vada via, e si cambi prima di tornare.”

Tutti la guardavano con sguardo sarcastico, e lei sempre più in imbarazzo, si mordeva il labbro inferiore non sapendo cosa fare, finché udì una voce gentile provenire da non troppo lontano.

“Che succede?”

Serena si voltò e incontrò due occhi calorosi.

“È arrivato il vice presidente.”

“Vice presidente!”

Era Leonardo, il fratello di Cristian.

Serena fu sorpresa di vederlo.

Leonardo andò verso di lei e disse calorosamente: “Sei venuta per Cristian?”

Lei annuì nervosamente, chiunque l’aveva vista in quella circostanza imbarazzante, l’avrebbe sempre derisa in cuor suo. Il solo pensiero le faceva venire i crampi allo stomaco.

Abbassando lo sguardo e scusandosi disse: “Mi dispiace, ho causato scompiglio in azienda.”

“Non fa nulla.” Leonardo le prese la mano e disse. “Ti porto su.”

Davanti a quella scena, i dipendenti rimasero sbalorditi ed increduli.

Il sorriso malizioso della donna alla reception scomparve dal suo viso, aveva creduto che fosse una persona qualunque, perciò l’aveva derisa, mai avrebbe potuto immaginare che lei conoscesse il signor Leonardo. Era forse davvero la nuova assistente del presidente?

In ascensore, Serena si sentiva ancora a disagio, quando abbassò il capo, notò che Leonardo le teneva la mano, il cuore le si fermò e subito ritirò la mano ed indietreggiò per mantenere la distanza da lui.

Leonardo non si scompose e mostrò un lieve sorriso sul volto attraente. Serena lo fissava di nascosto. La sua pelle era bianca, aveva sopracciglia delicate, labbra non troppo spesse, sul viso sempre un sorriso gentile e indossava una camicia bianca senza alcuna piega. Sembrava davvero a suo agio. Mentre lo guardava, l’ascensore si aprì.

Arrivati, Leonardo le disse: “ percorri il corridoio sulla destra, l’ultimo ufficio è quello di Cristian, io ho delle cose di cui occuparmi, non posso accompagnarti. Riesci a trovarlo da sola?”

Serena annuì nervosamente: “Si grazie mille.”

“Di nulla.”

L’ascensore si chiuse davanti a lei, e si tranquillizzò, fece un sospiro profondo e si diresse verso la fine del corridoio.

Finalmente vide la porta dell’ufficio, si preparava a bussare alla porta, quando questa si aprì improvvisamente ed un oggetto ne fu spinto fuori.

Serena non fece in tempo a scansarsi, fu colpita e cadde sedendosi a terra, vicina all’oggetto che l’aveva colpita.

“Come puoi farmi questo?”

Serena scoprì che ad aver lanciato l’oggetto era stata una donna dal trucco pesante e con i vestiti arruffati, che dopo essere caduta a terra, si rialzò velocemente e puntando contro Cristian gli urlava contro insultandolo. L’imponente figura di Cristian, seduto sulla sedia a rotelle, con occhi neri ed intimidatori, il cui corpo emanava una forte energia, con le labbra sottili leggermente aperte disse. “Vattene via.”

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