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2. Mio figlio non morirà.

Finalmente le clausole del suo contratto erano diventate chiare e la prima cosa che Jeremy fece fu chiedere che la donna fosse trasferita in una delle suite dell'ospedale, sua moglie non poteva stare in quella piccola stanza, tanto meno i loro figli.

Cosa sarebbe successo se fosse trapelato alla stampa che lo aveva permesso? Aveva un'immagine da mantenere, infatti quello era uno dei motivi per cui aveva proposto questo affare a uno sconosciuto.

Dopo essersi accertata che quella donna fosse in condizioni ottimali e adeguate, è andata a parlare con il direttore dell'ospedale perché riunisse tutto il personale che aveva assistito a entrambi i parti e tutti quelli che conoscevano la realtà di come stavano le cose.

Sei persone in tutto, sei erano troppe per un segreto del genere, nella sua esperienza, due persone a conoscenza di un segreto erano già troppe, sei era un rischio che preferiva non correre, anche così, Jeremy non esitò offrire loro ingenti somme di denaro a tutti se accettassero di firmargli un contratto di privacy e di organizzare tutte le pratiche burocratiche in modo che la sua storia avesse un senso.

Solo quando tutto fu sistemato, Jeremy si ritirò a casa sua e pianse sua moglie per tutta la notte, sapendo che il giorno dopo, per prima cosa al mattino, sarebbe stata sepolta in una tomba a caso, senza alcun riconoscimento o titolo diverso dal suo nome. fanciulla, ma dopotutto, per quanto ne sapeva Marie, era morta senza famiglia oltre a lui.

Odiava doverlo fare in quel modo, odiava non darle la conoscenza che meritava come la vera e prima signora Duncan, ma poi niente di quello che faceva avrebbe avuto senso, dopotutto, qualunque cosa facesse, Marie non avrebbe mai più respirato.

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Quella mattina, mentre Eva allattava la figlia, la balia cercò di dare il biberon al piccolo Airon senza successo, il bambino si limitò a piangere e lei camminò da una parte all'altra della stanza, fermandosi a volte solo per provare a dargli di nuovo da mangiare, ma invece di conformarsi, sembrava ancora più arrabbiato e piangeva molto più forte.

“Ancora non vuoi mangiare?” La voce di Jeremy che proveniva dalla porta interruppe la scena e il bambino tacque all'improvviso nel sentirla.

"Forse dovresti provare" assicurò l'infermiera mentre lui negava, perché per niente al mondo avrebbe toccato quel bambino, soprattutto in quel momento in cui aveva appena seppellito Marie e, con lei, ogni tipo di sentimento simile all'amore che aveva provato mai per nessuno. Quella notte non solo Marie era morta, ma anche la sua capacità di amare.

- Se non mangia lo dovranno intubare, quel bambino non può morire.- avvertì, osservando l'infermiera con sguardo severo. Era il suo erede e gli era costato caro, la donna che amava aveva dato la vita perché lui esistesse.

Eva non poteva fare a meno di prestare attenzione a quanto stava accadendo a pochi metri da lei, tra l'infermiera e il suo attuale marito.

"Mio figlio non morirà", ha detto, alzandosi dal letto e camminando verso Jeremy, il suo quasi marito, si era resa conto che si rifiutava di prendere il bambino tra le braccia, ma questo stava per cambiare, vorrebbe abituarsi a tenere in braccio un bambino.

Dopo essersi accertata che sua figlia fosse già pienamente soddisfatta, la portò dove si trovava il suo quasi marito.

-Ti prego, prendi in braccio nostra figlia, mentre la balia mi dà il nostro piccolo Airone, deve solo volere che la mamma lo allatti- Eva gli sorrise, aspettando che lei allargasse le braccia, per dare il piccolo.

"Ma non so come dovrei tenere un..." Eva non l'aveva nemmeno lasciato finire e aveva già messo quella ragazza tra le sue braccia, qualcosa che Jeremy non aveva programmato di fare, qualcosa che gli aveva creato incertezza, facendolo si sentiva completamente goffa, così decise di sedersi in modo che almeno non cadesse sul pavimento.

- Signora, il suo latte è appena uscito, non avrà latte per due bambini - spiegò l'infermiera osservando tutto, quella donna aveva a malapena un po' di colostro mescolato al latte, tuttavia, non le dispiaceva condividerlo con l'altro bambino quello non era nemmeno suo.

"Lo avrò, più bambini succhiano, più latte avrò, inoltre non sopporto di sentire come il mio bambino piange per la fame" Eva non riusciva a spiegarlo, ma dopo aver visto il figlio che avrebbe dovuto cresciuta con sua figlia, si innamorò perdutamente di quel bambino, così piccolo e indifeso, che sapeva di non riuscire mai a distinguere tra la sua piccola Anya e Airón, il figlio di suo marito.

Prese il bambino tra le braccia e andò con lui a sedersi proprio accanto al letto dove Jeremy stava portando la bambina.

-Vedi che sai come si fa, e le piace che papà la tenga in braccio, vedi come non le mancano nemmeno le mie braccia.

Nonostante conoscesse a malapena l'uomo da un giorno, Eva ha parlato con Jeremy frontalmente senza alcun tipo di paura.

Senza rendersene conto, Jeremy sorrise, era una bellissima ragazza, e non aveva impiegato nessuna vita per nascere, era pura e innocente e meritava tutto l'amore che questa donna poteva darle, per un attimo si sentì in colpa per facendole condividere qualcosa che era solo suo di diritto con suo figlio, quello che aveva preso la vita di qualcun altro per nascere e non si meritava nulla di ciò che le aveva comprato.

- Sì, immagino non sia poi così difficile - mormorò Jeremy subito dopo aver parlato, la ragazza iniziò a piangere e ad agitarsi ansiosamente, ma anche il suo suono le sembrò più dolce e piacevole del pianto del proprio figlio che per lei era stridulo e gli ha causato il rifiuto.- Cosa c'è che non va? - chiese un po' confuso, non sapeva niente di bambini. - Fa male qualcosa?

- Ha fame- assicurò l'infermiera un po' scontrosa, avvicinandosi a lui e porgendogli il biberon che aveva preparato per il bambino - Se la madre condividerà l'allattamento tra i due bambini, avrà bisogno di un po' di rinforzo per i primi giorni - lei spiegò - poi dovrebbero togliere il booster a poco a poco in modo che il latte salga nella quantità necessaria per entrambi, se il booster non viene tolto non salirà come dovrebbe.- dopo aver detto quelli uscì dalla stanza per andare alla nursery e preparare un altro biberon per l'altro bambino, magari se glielo dava la madre dopo averlo allattato, lo riceveva.

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