
Riepilogo
"Sono incinta", gli ho confessato ed è stato come prendere un controllo e mettere in pausa la TV, ma ha messo in pausa il tempo. So che ha rotto con me, ma non volevo nasconderglielo. Mi si avvicina velocemente e mi solleva la maglietta, tremo per il freddo e soprattutto per il gel sull'addome. “Cosa c'è che non va?” mi chiede guardandomi negli occhi. "Era solo a causa del suo freddo," rispondo spaventato. Non dice niente e segue quello che stava facendo molto velocemente, mi fa male che non dica niente ma soprattutto che non si fida di essere incinta altrimenti non lo farebbe. "Non dirai niente", chiedo visto che non lo sopporto. La porta si apre ed entra il dottor Masson. "Dottore, le chiedono in caso di emergenza", avverte. "Ok, fai un'ecografia," ordina e se ne va. È colpa mia, non per essermi affidato o dato a me stesso, ma per aver commesso un peccato sapendo che era un peccato che dovevo pagare e lo pagherò.
Prefazione
PV Celia.
Sorrido facendo piccoli passi che non sono per niente udibili a causa delle mie scarpe chiuse. Sto davanti alla porta e non busso nemmeno, entro e basta, guardo l'orologio che ho al polso, abbiamo solo 10 minuti e mi basta.
Chiudo la porta dietro di me e l'uomo dagli occhi neri si gira a guardarmi, mi sorride ma non come al solito che mi dice che è successo qualcosa, le sue belle fossette mi fanno dimenticare tutto in pochi secondi.
"Ciao" saluto avvicinandomi.
-Ciao.
“C'è qualcosa che non va?” chiedo, appoggiandomi alla scrivania.
—Niente, guarda, ho già dipinto in un disegno — toglie un foglio da sotto un taccuino e me lo porge, io lo guardo ed è più che bello.
"È bellissimo, lo adoro", sorrido eccitato. Lui disegno è me che leggo la mente concentrata.
“Sapevo che ti sarebbe piaciuto, beh non eri molto immobile ma è perfetto.” Lascia alcune pagine accanto a me e alla fine si degna di guardarmi negli occhi.
"Freddo oggi," commento.
"Ne parleremo quando la lezione sarà finita, credi?" propone.
“Certo.” Mi allontano dalla scrivania e vado a baciarlo ma lui non me lo permette.
"Qualcuno potrebbe entrare", si scusa.
“Ok.” Lo guardo negli occhi per un po' e decido di accomodarmi imbarazzato e deluso.
Ho pregato che la lezione finisse rapidamente in modo da sapere cosa c'era che non andava in lui e perché mi trattava in questo modo?
Ho lasciato la prima aula per stare nel patio e aspettarlo, dopo cinque minuti è arrivato. Non dico niente, lo guardo solo aspettando che parli.
"Mi dispiace, Celia," sussurra e io mi confondo. "Non possiamo andare avanti, abbiamo finito", sbotta.
Rimango sotto shock, non sapendo cosa dire, cosa rispondere, sbatto le palpebre più volte e sorrido le labbra.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiedo guardandolo ironicamente.
"No, non sei tu e lui nega.
-Perché?
"Non possiamo proprio andare avanti", chiarisce. Si avvicina, mi bacia la testa e se ne va, lasciandomi solo il suo odore virile.
Lo guardo allontanarsi, le mie labbra si chiudono e i miei occhi si velano ma non voglio piangere. Ha già ottenuto ciò che voleva? E poi se ne andrà, dopo aver rischiato di non perderlo e aver dormito con lui mi interrompe.
1 settimana dopo.
Ho lasciato l'università in fretta e furia sentendo i miei piedi muoversi dentro le mie scarpe chiuse e basse come sempre, mi avvicino al gruppo Lui ridicolo.
“Flecher, lascia cadere il tuo ego e accetta una volta per tutte che stai facendo tutto questo solo perché non hai me.” Lo guardo e me ne vado.
Arrivato in clinica, prendo in mano la borsa ed entro, saluto il dottor Masson, una persona meravigliosa.
Entro nel suo post e lo chiudo con un sospiro, mi avvicino in silenzio.
"Ciao," saluto e vado in barella, la freddezza nella mia voce è molto chiara, sono qui perché sono consapevole che hai ragione.
"Ciao," risponde normalmente.
Mi sdraio sulla barella e guardo il soffitto, cosa che mi ha chiesto di fare quando voleva sfogarmi.
"Sono incinta", confesso.
