I DISTILLATI DI DENA stagione 1 puntata 2

Dena era il suo nome. Inusuale per la nostra tradizione.

Gli occhi color caramello, le lunghe trecce sulle spalle e l'abitudine di portare camicia e jeans la rendevano unica.

Così come la provenienza, il colore della pelle e il lavoro che svolgeva.

Una ragazza così giovane, di così rara bellezza, che serviva al banco era qualcosa che non si era mai visto prima.

Certo, il villaggio era un piccolo paradiso in confronto a molti altri centri abitati della zona.

Non c'era alcun malintenzionato che ne avrebbe turbato la quiete con la sua presenza o al quale potesse interessare venirci a fare visita.

Così come non c'erano interessi particolari per gli investitori.

Eppure, ogniqualvolta un forestiero si ritrovava all'interno del nostro perimetro, finiva per rimanervi a lungo. Come se avesse trovato un luogo dove far riposare il proprio spirito.

Capitava sempre più spesso che mi fermassi a pensarci.

D'altra parte, guardavo i volti dei miei compaesani ed erano così monotoni da risultarmi familiari. Percepivo gli abitanti del luogo quasi come parenti, eppure spesso non ne conoscevo neanche il nome.

E poi, solitamente, non salutavo mai nessuno. Era meglio tenere le distanze. Preferivo riconoscessero il rumore dei miei passi, piuttosto che il suono della mia voce.

L'ultima volta che avevo fumato una sigaretta era stato qualche anno prima, forse sette o otto o venti... quando ancora non mi ero fermato in questo luogo sperduto. Sì, sono stato anche io uno di quei forestieri erranti che si fermano qui.

Ma non saprei dire il perché.

Nacqui in Europa, in Italia. Mi sembra sia passato oltre un secolo, talmente sono le cose accadute e i luoghi che ho visitato.

Un'esistenza strana, la mia. Ma questo non spiegava il volermi fermare qui.

Mi ripetevo che forse un giorno avrei ripreso la strada. Anche nel caso non fossi riuscito, ancora, a rivolgerle parola.

Perché avrei dovuto farlo? In effetti ero un cliente non pagante, accettato chissà per quale motivo...

I pochi alberi disposti a fare da ombra si inclinavano al vento caldo serale, mentre in lontananza si iniziavano a percepire i primi ululati notturni.