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Questa particolare mattina mi ero svegliato di cattivo umore.

Non era comune in me, ero una ragazza molto felice nonostante le circostanze. Ma la sera prima era stata particolarmente frustrante, l'uomo che desideravo così tanto mi aveva negato il passaggio al piacere della carne. E la cosa peggiore era che avevo preteso che nessun altro potesse darmelo. Non so per quanto tempo volesse che fossi vergine, e non ero sicuro per quanto tempo gli avrei obbedito per niente.

Da quando si era trasferito nella casa accanto e avevo scoperto che mi stava guardando mentre facevo il bagno, iniziò a risvegliare in me preoccupazioni sessuali che non avevo mai avuto prima. Era anche vero che raggiunse l'età in cui cominciai ad interessarmi all'argomento.

Vederlo così bello e così mascolino, con una virilità innata mi ha fatto molto più di quanto pensassi di poter mai provare. E ora, essendo sotto i suoi ordini ma incapace di bere il frutto proibito, a causa sua, ero molto frustrato.

- buongiorno tesoro, è ora di alzarsi - mia mamma ha bussato come al solito alla porta della mia stanza.

"Faccio la doccia e scendo di sotto ad aiutarti con la colazione mamma, pulisco papà" le dico e mi stiracchio prima di andare in bagno.

Avevo appena scoperto che il mio letto era proprio sotto la cucina del mio vicino. La sua casa, essendo più alta della mia, coincideva in alcune zone precise a vantaggio della mia qualità esibizionista.

Lo sapevo da poco tempo, quindi dormivo anche nudo per lui e siccome non avevamo l'aria condizionata quasi tutte le sere lasciavo la finestra aperta e una piccola luce accesa.

Mi piaceva provocarlo, o meglio, mi piaceva credere di averlo provocato.

Apro la doccia inclinando la finestra e lo vedo, con le due mani fuori dalla finestra della sua stanza, che fuma una sigaretta e mi fa l'occhiolino come buongiorno.

mi mordo il labbro e stringo il capezzolo stringendo gli occhi; ma quando vedo che sprigiona tutto il fumo in una volta, supponendo che si stesse eccitando, chiudo la finestra lasciandogli vedere solo i miei occhi. E mentre mi masturbo guardando l'oggetto del mio piacere gli faccio notare cosa mi sto divertendo privandolo della vista.

Se voleva giocare, l'avevo già avvertito che saremmo bruciati entrambi.

E non so se si è bruciato con la sigaretta o con il mio atto di sfida, ma la verità è che ha sbattuto il finestrino dopo averlo buttato via.

Ora avrebbe saputo che non importa quanto fossi disposto a essere il suo sostituto, avrebbe dovuto darmi qualcosa in cambio o sarebbe finito per essere il sostituto.

Finisco il mio bagno e altre cose, in un attimo, lasciando la mia doccia molto rilassata.

Indosso un semplice abito plissettato e una cintura di pelle che ho abbinato a stivali di materiale simile.

- buongiorno papà - bacio mio padre sulla guancia e sto per finire di aiutare mia madre con la colazione.

- dove vai tesoro così presto? - lo interroga dalla sua poltrona spaziale per la sua condizione sempre più decadente

- al papà dell'università, oggi ho una conferenza da ricevere e delle carte da consegnare, torno nel pomeriggio e ti porto le medicine - mi sorride come può.

All'università tutto è andato come previsto, il mio professore ha tenuto una lezione magnifica e ci ha dato tutte le informazioni che ci servivano per studiare per l'esame del mese. Ho consegnato il mio lavoro e quando esco per tornare a casa i miei amici mi fermano.

- Gia, dove sei andata ieri sera? Sono andata a casa tua a fare una passeggiata e tu non c'eri, tua madre mi ha detto che hai iniziato a lavorare - Valentina parlava senza sosta.

- Si Valen, ho iniziato a lavorare ma al momento non posso darti molti dettagli, ti prometto di dirti tutto domani, ora devo andare - mentre lo dico sento che i miei occhi sono coperti da dietro e io sa già chi è.

- Eli, non essere fastidioso, amico, la stessa cosa ogni giorno, come se non sapessi già che sei tu - Elliot mi abbraccia e mi bacia il collo, rimanendo attaccato alla mia vita e appoggiando il mento sulla mia spalla.

- Mi sei mancata peluria - mi dice mordendomi il collo... è molto affettuoso - maledetto Eli, non mordermi, mi lasci la tua bava ed è disgustoso - mi lascia andare e ride.

- Se fosse il ragazzo che ti piace tanto, gli diresti di bagnarti bene, e su tutto il corpo, e io sono il tuo migliore amico, mi fai schifo - si porta una mano al petto, fingendo di sentire offeso, imbronciato.

Non riuscivo nemmeno a rispondere quando Elliot-Gia mi dice, c'è un tizio che sta scendendo da una macchina del cazzo con la faccia da delinquente mafioso e assomiglia molto al tuo vicino, cavolo mi fa paura ed è bravo.

Quando mi giro e vedo Mike quasi svengo, cosa ci fai qui? E lo vedo venire dritto qui con i pugni chiusi.

Mi avvicino a lui, rischiando l'imbarazzo di farmi sapere che non è qui per me, ma è troppo una coincidenza e non voglio che il mio amico venga ferito dalle tendenze possessive del signor Hunter.

- Chi diavolo è quel tizio e cosa fa toccandoti e succhiandoti il collo? -mi dice tra i denti e vicino, molto vicino alla mia bocca.

- È un amico e niente di più, oltre a che diavolo te ne frega? , - lo rivendico mettendogli le mani sul petto perché non cammini più - ti ricordo che non vuoi niente da me, quindi non hai il diritto di chiedere niente, tanto meno pretendere - prende la mia testa tra le sue mani e mi afferra la bocca in piena strada e davanti ai miei amici, senza alcun pudore.

Sta segnando il territorio, ha solo bisogno di alzare la gamba e pisciarmi negli stivali.

- Il diritto che ho su di te è illimitato, sei mio per quello che voglio e quando voglio - mi bacia ancora e io lo spingo un po' invano, mi stringe forte.

- Cosa vuoi Mike? - chiedo esausta e lei mi lascia prendere la mia cintura e tirarla colpendo il suo corpo

- Voglio punirti - dice e mi morde il labbro

- Stamattina è stata una grave offesa e mi devi un orgasmo, sono qui per riscuoterlo, cammina - Mi spinge verso la sua macchina e io guardo alle mie spalle i miei amici a bocca aperta, facendo segno con la faccia di lasciarglielo fare sappi che va tutto bene, va tutto più che bene.

- entra, carina - mi apre la portiera e quando chiude e si gira mettendo in moto la macchina parla - non si gioca con il diavolo, piccola - le gomme cigolano sull'asfalto quando passi davanti al mio amico - e visto che mi hai disobbedito, voglio due cose in cambio.

Come mi fa quest'uomo, vederlo guidare a tanta velocità è quasi erotico, mi immagino aperto sulle sue gambe, impalato sul suo membro mentre guido e io che gli salto addosso, è che mi bagno solo a pensarci.

- Prima dimmi chi era quel tizio con la faccia da stupido - mi chiede, strappandomi dai miei pensieri bagnati.

- È mio amico, niente di più - la sua faccia mi dice che non gli sembra una risposta sufficiente - ed è gay - finisco di spiegare e restiamo zitti per il resto della strada.

Mi porta dritto al locale e si sente già più sereno, spero che duri, perché non mi piaceva quell'atteggiamento estremamente aggressivo con Elliot. Il mio amico è innocuo come un coniglio, è solo eccessivamente coccoloso. Ma lo amo molto.

- Scendi e vai direttamente nel mio ufficio, nessuno può chiederti niente e se qualcuno lo fa lo licenzierò, il futuro lavorativo di alcuni dipende da te - Scendo e comincio a preoccuparmi del tipo di persona che ho scelto per le mie fantasie sessuali - non voglio parlare con nessuno. non ci metterò molto. Subito ti chiedo la seconda cosa che voglio da te.

- Dai !! - mi precipita.

Entro nel locale direttamente dal garage, non so nemmeno dove andare, ma lo scopro subito. Incontro solo Kimmy, che sta baciando una ragazza in corridoio e mi sorride, non oso fermarmi e continuare per la mia strada.

Aspettavo da una decina di minuti quando sento che aprono la porta e lo chiudono a chiave, non mi preoccupo nemmeno di voltarmi, so che è lui. Non sono riuscito a dimenticare la tua colonia, è come limone e tabacco.

"Togliti tutti i vestiti" la sua voce è seducente di per sé, e girarsi e vederlo appoggiato alla porta con una sigaretta e un drink in mano è stato molto sensuale.

Noto che ha appoggiato sul bracciolo del divano un vassoio con delle ciliegie e due paia di manette metalliche.

C'è anche un bicchiere di ghiaccio e una bottiglia di grappa alla menta, accompagnati da un posacenere.

- Ti ho detto di toglierti i vestiti e continuo a vederti vestito, se devo ripeterlo ti metto su un vassoio di cubetti di ghiaccio e tu me lo succhi in ginocchio - mi viene in mente l'immagine e anche se potrebbe essere interessante, la parte del ghiaccio sarebbe dolorosa.

Mi spoglio e lui si limita a guardarmi con un'espressione indecifrabile, ma il modo accelerato con cui fuma la sigaretta tradisce il desiderio, spegne la sigaretta nel posacenere senza fermarsi a guardarmi.

- siediti sulla scrivania e metti una gamba sul bracciolo di ogni sedia di fronte a te.

Mentre faccio quello che mi chiede, mi sento nervosa e troppo esposta, lo guardo mettere accanto a me il bicchiere di ghiaccio, versare il liquore verde e immergerci un mazzo di ciliegie.

Ammanetto ogni piede alle sedie e le apro con un calcio ancora di più quasi al massimo che le mie gambe possono concedere, lasciandomi troppo esposta al suo sguardo scrutatore.

“Adesso piccola, ti toccherai per me, quello che mi hai negato la mattina, lo farai adesso e povero te se vieni senza il mio permesso, dai!” chiede.

Con meno imbarazzo di quanto mi aspettassi, inserisco un dito dentro di me e mi appoggio alla scrivania con la mano libera, continuando a guardarlo, e comincio a pompare dentro e fuori.

- geme rivolto a me, voglio sentirti - pretende e io obbedisco.

Lo vedo estrarre una ciliegia dal liquido e facendo aprire di più le sedie e allungando ancora di più le mie gambe, si mette in mezzo e togliendomi la mano mi mette il frutto nel buco provocandomi una straordinaria sensazione di calore.

- ahhh, dio, non posso - mi lamento, fa un po' male, brucia ma presto il calore è così forte che mi sembra di venire e lo vedo prendere un altro frutto - se non lo fossi vergine ne metterei un altro in te per aver osato protestare, tu puoi fare quello che ti dico, apri - ordina indicandomi la bocca e io apro senza esitazione.

Quando vedo che sta per mettermi il frutto in bocca, gemo forte quando noto che mi ha tolto l'altro e ho le convulsioni dal piacere - accidenti, che sensazione, merda, ahh- Continuo a gemere , la freschezza del momento in cui il sacco insieme al calore che c'era dentro era straordinario.

- Ti do un plus, per non essere venuto ubbidiente, quel momento serviva a provocarti l'orgasmo, e siccome sei stata una brava ti compenserò- mi mette in bocca l'altra ciliegia e si abbassa suo al mio sesso

- ohh dannazione Mike, rallenta, non resisterò - provo un piacere indescrivibile, nessuno mi ha mai fatto questo e lui è così veloce con la sua lingua e la sua fame vorace che la mia inesperienza non me lo permette resisti come vuole.

Succhio il mio rametto di ciliegio e costringo il mio cervello a non pensare all'uomo che mi lecca, mordicchia e succhia il mio clitoride con disperazione e una tecnica incredibile.

Non ce la faccio più, i miei capezzoli sono due punte dure, il mio ventre trema sotto le sue mani, mi tiene per la vita mentre la sua lingua affonda e affonda dentro di me, mi appoggia bene sul bordo del tavolo e delle sedie allungare di nuovo facendomi sentire ancora più aperto. Sembro una ballerina perché sono così aperta.

- dannazione, non posso ahhh, dio, dio, non posso più - non mi sente continua e continua e mi stringe i seni ora provocando più piacere ed è quando mi sculaccia che gli vengo in bocca e urlo forte il suo nome.

- cavolo Mike, oh cavolo!! - tutta la frutta è scivolata attraverso il mio corpo e lui sporge la testa tra le mie gambe e succhia tutto il liquido dalle ciliegie alla mia bocca e mi bacia dandomi il mio sapore

- nemmeno Dio potrebbe fotterti come faccio io, quindi non nominarlo più, sto molto meglio - mi morde la bocca stirandomi il labbro

- Semplicemente non voglio farlo, ma spero di aver chiarito che sei mio, per quello che voglio, quando voglio, e la prossima volta che mi sfiderai, sarai tu con il tuo culo di cui addebito la colpa- mi slega le gambe e io rimango sul bordo della scrivania, non posso muovermi, non si chiudono per il dolore dovuto alla postura.

- vestiti, un taxi ti aspetta fuori, domani c'è una festa a tema e devi venire con la mascherina, ti mando il vestito a casa - vestito? - sarai la mia compagna per quella notte - finisco di dire e finalmente mi alzo da tavola e comincio a vestirmi.

- Dai, non ho tutto il giorno, e ricorda al tuo amichetto di tenere le mani e la lingua tranquille o avrai un sacco di problemi con me - si avvicina e mi sussurra all'orecchio - e tu non lo vuoi, vero? - toccandomi sfacciatamente le natiche.

E se ne va, se ne va, lasciando lì tutto quello che ha portato e usato su di me, e non voglio nemmeno pensare a chi raccoglierà tutto questo.

Sapevo che tutto questo era sbagliato, ma almeno stavo ottenendo quello che volevo da lui, a poco a poco lo stavo seducendo, facendo sì che si interessasse a me abbastanza da andare alla mia università a cercarmi.

Ora dovevo andare a prendere le medicine di mio padre e pensare a cosa avrei fatto domani per vestirmi e venire qui per far impazzire quest'uomo abbastanza da prendermi per una volta.

Avrebbe passato una bella serata domani.

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