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Capitolo 7

Torno a casa con Marta e Diego, quel giorno mangeranno insieme e potranno accompagnarmi in parte.

Lucas si è offerto di accompagnarmi a casa, ma le moto non mi sono mai piaciute molto, forse non sono molto audace in tutti gli aspetti, anche se ha a che fare anche con il fatto che la mamma ha passato la vita a spaventarmi per loro. Penso che li veda come una specie di macchina per uccidere, e chiunque può togliersi quell'idea dalla testa.

Inoltre non siamo neanche troppo lontani, di solito mi ci mette poco per tornare a casa, e con Marta e Diego la strada diventa ancora più piacevole.

Chiacchieriamo, oggi mi sono avvicinato se possibile a loro, soprattutto a Marta, con la quale ho più cose in comune di quanto immaginassi. Ora parlano di una classe in cui hanno coinciso.

- E sapere? Mi ha beccato con la sigaretta! — dice ora Marta, ridendo a crepapelle — Giusto, Miriam?

— Eh? — Sì, il più delle volte di solito mi perdo, ma mi rendo subito conto dell'argomento — Parli di Fede? Certo che ti ha beccato, se non sai come nasconderti!

— Ignorando che è un insegnante, la verità è che si è sempre comportato bene — Parla ora sottovoce — Non ha mai detto niente ai miei genitori, se lo scoprissero mi ucciderebbero.

— Sembra simpatico — Do la mia opinione su di lui, nascondendo le tante altre cose con cui potrei descriverlo.

- Maggio? — Marta mi guarda con le sopracciglia alzate, poi dà una rapida occhiata a Diego, che secondo me non ne sa molto — Sì, lo sai... molto bello — Evidenzia le ultime parole, sorridendo.

— Ha ragione Miriam, ti nascondi fatalmente — Diego le mette un braccio intorno alle spalle — Quando lo vedi sbavi.

"Tesoro, ho gli occhi sulla faccia." Le dà un piccolo bacio sulla guancia. "Non posso scusarmi per questo."

Certo, non sarò l'unico in tutta la scuola a vederlo. Dire che è bello è dire poco. È uno di quegli uomini che vedi per strada e devi guardare, cioè quasi involontariamente. Attrae proprio così, senza fare uno sforzo. Deve essere un regalo.

Abbiamo riso insieme, non sapevo quanto fosse comodo una cosa del genere, non ho mai avuto niente del genere: un gruppetto di amici.

Li saluto a un paio di minuti da casa. Non so dove vadano, non so ancora quali posti ci siano in zona per le persone della mia età.

Camminando da solo, come sempre, comincio a vagare. Fede, quanti saranno come me e Marta? Almeno la scuola media.

Non vedo l'ora di tornare a casa per continuare a leggere il mio libro. È sciocco, ma a volte immagino di essere una di quelle protagoniste che si innamora dell'uomo che non può avere, e poi anche lui si innamora di lei e combattono contro ogni probabilità per stare insieme.

Respiro guardando il cielo, non so se va bene sognare ad occhi aperti 24 ore su 24, ma non posso cambiarlo.

Certo, Fede sarebbe il perfetto ragazzo impossibile, il mio maestro, niente di più e niente di meno.

Più impossibile di una relazione del genere? Non credo che ce ne siano molti al mondo.

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