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Capitolo 05

Alcuni giorni dopo

Oggi devo tornare al lavoro, e sono stressata, non voglio necessariamente rivedere Ken, dopo aver letto ho riattaccato, non ho sue notizie e tanto meglio! Respiro molto meglio, vivo bene e penso che il messaggio sia buono da trasmettere.

Oggi il mio ritorno negli uffici. Quando sono arrivato al mondo, mi sono guardato in modo strano, prendendo l'ascensore per andare in ufficio, ho incontrato un collega con il quale ci siamo salutati brevemente.

Jason: Salve signora HUNNAM

Io: eh?!

Si guardò alle spalle e mi fissò stupito per il mio sguardo indescrivibile. Non capisco chi stia chiamando la signora HUNNAM.

Volevo chiedergli chi sta chiamando in quel modo quando altre tre persone sono arrivate davanti all'ascensore, salutandomi come Ms. HUNNAM. Nello stesso momento è arrivato l'ascensore, sono entrati tutti tranne me, sono rimasto scioccato davanti.

- Non sale, signora HUNNAM?!

IO : ..

Senza nemmeno poter dire una parola, le porte dell'ascensore si chiusero.

Non riesco a credere a quello che sta succedendo in questo momento.

Non so per quanto tempo sono stato lì, ma abbastanza perché una sicurezza dell'atrio venisse a trovarmi.

- Signora HUNNAM, ha bisogno di qualcosa?!

Io: eh?! Sto cercando di trovare i miei sensi

- avete bisogno di aiuto?!

Io: no, no. Scuotere la testa. Sto bene grazie. Premi il pulsante dell'ascensore

- Va bene

Si allontanò da me mentre le porte dell'ascensore si aprivano.

Entrando in questo ancora confuso sulla situazione. Non capisco come e perché mi chiamano tutti Ms. HUNNAM, una settimana fa nessuno mi salutava almeno con un sorriso come un ciao la mattina e un arrivederci la sera. Era serio quando mi ha detto che sarei diventata sua moglie?! Tutto questo è serio?! Forse ha appena ordinato a qualcuno di chiamarmi per cognome per farmi pressioni.

Ma non posso lavorare in questo tipo di condizioni, me ne vado! Me ne andai nel suo ufficio con un passo deciso per farlo secondo la mia decisione.

Sono entrato nel suo ufficio senza bussare interrompendo una riunione immagino, quando mi ha visto varcare la soglia del suo ufficio tutti gli occhi erano puntati su di me, lui e altri due uomini seduti in un angolo dell'ufficio rilassati,

Ken: Ti presento mia moglie. Disse con gli occhi su di me

Io: ho smesso!

- vuoi che ce ne andiamo?! Comunque, l'incontro è finito.

I due, a turno, stringevano la mano a Ken.

- Signora HUNNAM. Raggiungi la mia altezza

L'altro fece lo stesso e se ne andarono chiudendosi la porta alle spalle.

Ken: la prima e l'ultima volta che mi interrompi durante una riunione! Alzati all'improvviso

IO : ..

Ken: Che mancanza di buone maniere hai fatto?! Chiamare . Fai questo tipo di stupidaggini ai tuoi amici ma non a me! Venendo pericolosamente verso di me. A cosa stai giocando!!?

Me e te ?! Cerco di scacciare la mia paura. Non sono il tuo strumento, non sono tua moglie!

Ken: di cosa stai parlando?! Arriva alla mia altezza con un'aria indescrivibile

Io: cos'è questa storia, mi chiamano tutti per nome!

Ken: Ecco come ti chiami adesso, beh non capisco, qual è il problema?? parli con più calma

Io: il problema?! Risata nervosa. Mi fai sembrare tua moglie

Ken: Sei mia moglie!

Io: cosa prova?! Non voglio ! Lasciami solo! Non sono tua moglie! Chiedi a un'altra persona! Non sei degno di essere mio marito!

Si avvicinò al suo ufficio, prese un foglio che vi era sopra e me lo porse.

Ken: la prova che siamo legalmente sposati. Mano tesa

Mi sono avvicinato, gli ho strappato il foglio di mano, e in effetti, sono sposato con quest'uomo, come ha fatto, è davvero un giornale ufficiale?

Io: devo crederci?!

Ken: Comunque, che tu ci creda o no, me lo devi

Io:scusa!?

Ken: il tuo fratellino, deve trecentomila dollari a un ragazzo, ho pagato il debito, altrimenti lo ammazzerebbero e getterebbero il suo corpo ai coccodrilli, è questo che vuoi?!

IO : ..

Ho lacrime di rabbia che mi rigano silenziosamente le guance, non so con chi ero arrabbiata, con il mio fratellino o con quell'uomo in piedi davanti a me

Sono uscito da quella stanza arrabbiato, ero davvero arrabbiato con mio fratello. Tanto più che passo tutto il mio tempo a dirgli di stare attento a quello che fa, con le persone che frequenta, ora pago per quello. Non voglio che si riprenda i suoi soldi e che mio fratello muoia, non posso perdere un'altra persona cara, non lo supererò, ma non voglio essere sua moglie!

Stavo guidando piangendo perché stavo andando fuori di testa, immaginavo lo scenario peggiore nella mia testa, forse deve ancora dei soldi a qualcun altro e loro possono ferirlo o ferire me e mio padre.

Arrivare a casa, non essendoci mio padre, mi rassicura molto, non dovrà ascoltare tutte le sue sciocchezze.

Io: Daniele! DANIELE! piangere

Daniel: vola le scale. Cosa sta succedendo, perché stai urlando così?!

Gli ho dato un bel ceffone quando è arrivato alla mia taglia

Io: sciocchi! Come puoi essere così ignaro! Spensierato! Attutire ! Trecentomila ?! Che cazzo hai fatto con quello!? Hai diciassette anni! Come sei entrato nei tuoi problemi, fratello mio. Dì che sto ancora piangendo e sono molto arrabbiato

Daniel: Non è quello che pensi

Io: non è quello che penso?! Stai frequentando persone pericolose! Ti rendi conto delle conseguenze?! Tu pensi a me?! Per papà ?! Immagina a causa della tua stupidità che ci succeda qualcosa, non sai di cosa sono capaci queste persone!

Daniele:..

Io: maledetto Daniel perché!!!? ho urlato

Daniel: Ella, calmati, troverò una soluzione, sistemerò tutto. Mi afferra per gli avambracci. Per favore, non dire a papà che ti sto implorando

Io: è tutto sistemato. Liberami da lui. Non voglio, in ogni caso, sistemare le tue sciocchezze e pagare per la fottuta pelle rotta! Per andare di sopra

Daniel: cosa hai fatto Ella?!

Io: Stai zitto!

Arrivato in camera mi sono buttato sul letto, mamma!

Non so come e quando mi sono addormentato, mi sono svegliato qualche ora dopo, mi sono guardato intorno, era già buio. Sono andato a farmi una doccia calda, ho bisogno di rilassarmi.

Non so se mio padre sa tutto questo, il mio matrimonio, i trecentomila, gli verrà un infarto, ho paura, ho davvero paura.

Ogni volta che apro gli occhi comincio a pensare, penso a questo dannato matrimonio con Ken, come farò a sbarazzarmi di lui e del suo matrimonio. Continuo a non capire perché mi abbia preso, perché volesse farmi sua moglie. Gabriela morirebbe per lui, perché non lo vede.

Alcuni giorni dopo

Non vado a lavorare da un po' e non ho nemmeno notizie di Ken, e tanto meglio! Sottolineo lo stesso, rispetto al prestito se così posso chiamarlo, mi faccio delle domande, mi chiedo, se per caso si riprende i suoi soldi visto che non lo voglio, come facciamo?! Come vivrà mio fratello?! Io e mio padre?! Sono stressato e non riesco davvero a dormire la notte.

Ero nella mia stanza quando mio padre è tornato a casa arrabbiato

Papà: Mi stai prendendo in giro?!

Io: eh?! dico completamente confuso

Papà: ti sei sposata alle mie spalle Ella?! Scuotendo un foglio che aveva in mano

Io: papà.. io..

Papà: Chiudi la bocca! Cosa non ti ho dato Ella?! Pensavo fossi cambiato, che fossi diventato un adulto responsabile ma mi dimostri che è il contrario, mi hai mostrato oggi che non sei degno di essere mia figlia

Mio padre ha questa abitudine di parlare piano, senza necessariamente gridare, preferisco ancora quando grida, mi fa meno male di quando è così

Io: papà.. fammi spiegare per favore. Piangere

Papà: non hai niente da spiegarmi! Niente ! Dato che ora sei una donna sposata, ti chiederò di lasciare la mia casa.

Io: papà tira su col naso..

Papà: mi hai deluso, mi hai ferito, non riesco nemmeno a guardarti negli occhi, tua madre si starà rotolando così tanto nella tomba che non ne sei degno

Quando ha detto che ho iniziato a piangere ancora un po'

Papà: oggi mi stai dimostrando che non sei una persona affidabile e che non lo saprai mai, non capisco cosa ha fatto il buon Dio per darmi un figlio cattivo come te, spregevole senza cuore

Mi sono alzato piangendo per fare la valigia

Papà: no, tu non tocchi niente, esci subito da casa mia

Ha preso le chiavi della mia macchina

Sono andato alla porta di uscita piangendo, sono più che rattristato, quello che mi fa più male è che il mio rapporto con mio padre andava bene e sto soffrendo. Mio padre è il mio scudo, il mio protettore, lo perdo così, mi sento confuso.

Fuori fa freddo, sono davanti alla mia porta coperto molto molto male.

Ho tirato fuori il telefono e ho composto il suo numero.

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