Capitolo 6|Depressione
▪︎LILIA ▪︎
Ero rimasto vuoto per aver pianto così tanto che ancora non credevo fosse morto. Era un po' difficile da credere.
Pensare che il mio Diavolo non fosse più vivo, sapere che non guarderò mai più il suo sorriso arrogante e mentre lui mi guardava con il suo sguardo malizioso, che mi deprime ancora di più, voglio continuare a piangere ma le mie lacrime non escono più .
Perché ho dovuto innamorarmi della persona che meno mi aspettavo, che non immaginavo. Sapevo fin dall'inizio che non sarebbe andata a finire bene.
È un mafioso, quale destino potrebbe attenderlo. Prima o poi sarebbe finito per andarsene per sempre. E anche se mi addolora ammetterlo, è la verità.
Ho sentito come hanno provato ad aprire la porta, probabilmente hanno una chiave per farlo, ma comunque non mi importava. Ero ancora a faccia in giù con la faccia tra i cuscini.
Si sente il rumore della porta che si apre, ma nessuno parla, si sentono solo pochi passi in avvicinamento. Mi sento come se qualcuno si sedesse nel momento in cui il materasso del mio letto sprofonda un po'.
In quello sento una mano che mi accarezza la testa, mentre la fa scivolare lentamente più volte.
- Lilli - Sento la voce dolce di mia sorella. Ma non rispondo: Lionel mi ha detto cosa è successo. Ecco perché sono venuto, forse hai bisogno di qualcuno con cui parlare. Continuava ad accarezzarmi.
Dopo aver emesso un sospiro, voltai la testa di lato.
- Voglio solo... stare da solo... - risposi.
Ho cercato di non singhiozzare, mi ero già calmato dal pianto, ma avevo ancora il singhiozzo per questo.
- No, non ti lascio - risponde - Non stai bene. Guarda, facciamo così - cerca di tirarmi su - io resto qui con te, se non vuoi parlare o dire una sola parola, io sto zitto. Lascia che ti tenga compagnia, finché non sarai più calmo e riuscirai a dormire.
Ad Alexa piaceva prendersi cura di me, non potevo essere duro e freddo con lei, non se lo meritava, voleva solo il meglio per me.
Annuisco accettando la sua offerta. Non ho avuto il coraggio di eseguirlo e non ho nemmeno avuto la forza di farlo. Volevo solo chiudere gli occhi e addormentarmi completamente, non svegliarmi fino al giorno dopo e credere che fosse stato tutto un orribile incubo.
Mia sorella si rannicchia dall'altra parte, mantenendo la promessa di non dire niente. È sdraiata sulla schiena, guarda il soffitto, nemmeno lei riesce a dormire.
Per quanto volessi addormentarmi, non potevo. Rotolai su un fianco, di fronte ad Alex.
- Tu non hai sonno? Mi sforzo di avere una conversazione con mia sorella.
Erano già passati alcuni minuti da quando si sdraiò accanto a me e fissò il soffitto. Poverino, cosa deve fare per me.
- No, aspetto che ti addormenti - risponde.
Beh, sarebbe fino all'alba perché non riuscivo ad addormentarmi.
E così è stato, mentre mi tornavano alla mente i ricordi, del breve periodo vissuto con Dante. Mi addormento con l'immagine del suo bel viso, facendomi scivolare in un sonno profondo dal quale vorrei non essermi mai svegliato.
• ────── ? ────── •
Era passata una settimana ed ero ancora chiuso nella mia stanza, non volevo uscire né vedere nessuno. Accettazione di mia sorella e mia nipote.
Tutto quello che ho fatto è mangiare, vomitare, dormire e dormire ancora. So che devo essere forte per i miei bambini, ma mi sento completamente vuota finché non muoio.
La porta della mia camera da letto si apre completamente mostrandomi il corpicino della mia cara Sandy, corre dritta verso il mio letto, dove era ancora sdraiata.
- Marmoset - dice appena salta sul materasso, mi abbraccia con molta attenzione.
Mi lascio abbracciare dalla mia tempesta.
- Sandy, cosa ti ho detto di non correre e di non saltare addosso a tua zia - la rimprovera mia sorella appena varca la soglia.
- Lasciala, va tutto bene... - dico - I suoi abbracci sono una medicina per me.
In effetti lo era, la mia nipotina era pura gioia ed energia, l'amavo troppo. Per sei anni era stata lei uno dei motivi per cui sorridevo.
Anche se ora avevo i miei diavoletti che crescevano nel mio grembo, sapere che sarebbero stati la mia grande ragione mi dava forza, ma in questo momento avevo bisogno di un abbraccio pieno d'amore e puro, come quello di mia nipote.
Sandy si allontana un po' da me e mi sorride con un largo sorriso, il suo visino tondo da angioletto, i suoi grandi occhi castani che brillano di gioia. Indossa la sua uniforme scolastica e i suoi capelli castani sono raccolti in una coda di cavallo. È bellissimo.
- Tití, voglio parlarti della mia scuola. Ho già molti amici, solo che non tutti sono bravi come pensavo: Sandy chiacchiera.
Sorrido, mi piaceva ascoltarla, parlava senza sosta.
- Tesoro - Le parla Alexa, e le si avvicina - Non oggi principessa, tua zia non si sente bene. Devi riposare per i bambini.
Sandy fa il broncio confusa, poi sussulta come se ricordasse qualcosa.
- Certo..! Dimenticavo, non hai la pancia incinta, zia. - Sembra confusa - Anche così, sono entusiasta di incontrare i miei cuginetti. Beh, vorrei che fossero cugini per poter giocare con loro, i bambini sono molto birichini e fastidiosi.
La guardo solo mentre la ascolto, solo lei sa farmi sorridere.
- Presto li conosciamo, c'è ancora molta strada da fare - gli dico a bassa voce.
Lei annuisce, ha capito cosa volevo dire.
- Principessa, vai in cucina, ti raggiungo subito - le dice Alexa.
- Mi preparerai il mio dolce preferito che ti ho chiesto?
Mia nipote salta giù dal letto.
- Sì, ma sarà dopo il pasto, i dolci sono ultimi. Le dà una pacca sulla spalla per farla andare via.
- Va bene... ma prima - mi si avvicina per darmi un bacio sulla guancia e poi abbassa il viso sul mio ventre per depositare due baci - Pronti - corre verso la porta gridando - Addio Marmoset e cugini!
Ridacchio, lei giura che sono ragazze. E voglio che lei abbia anche un maschio, che gli ricordi di più suo padre, voglio che assomigli a Dante, che abbia qualcosa di lui così che mi sembra di guardarlo, anche se non è il mio Diavolo .
- Lilli - mia sorella sospira - Devi uscire da questa stanza, non ti fa bene stare sempre chiusa. Dov'è la Lillie ribelle e libera che conosco?
