Libreria
Italiano
CapitolI
Impostazioni

Capitolo 5 – Un passo verso l'ignoto

Il sole era ormai alto quando Elizabeth si trovò a percorrere le strade di Parigi, diretta verso il suo appartamento. Le luci della città scintillavano attorno a lei, ma qualcosa nel suo cuore non riusciva a trovare la pace. La notte trascorsa con Taylor era ancora vivida nella sua mente, come un sogno che non voleva svegliarsi. Eppure, mentre camminava tra le vie familiari, un senso di solitudine iniziò a farsi strada nel suo animo. La presenza di Taylor, così forte eppure così distante ora, lasciava un vuoto che nessuna strada o monumento poteva colmare.

Arrivò al suo appartamento, la porta che si chiuse dietro di lei con un suono secco, e il silenzio che seguì le diede una sensazione strana, quasi spiazzante. Si guardò intorno, come se stesse cercando qualcosa di tangibile, una conferma che ciò che aveva vissuto la notte precedente fosse stato reale. Ma la sua casa sembrava immutata, con il suo arredamento semplice e la luce morbida che filtrava dalle tende. Era un luogo che l'aveva sempre accolta, ma in quel momento sentiva come se non appartenesse più del tutto a quel posto.

Appoggiò la borsa sul divano e si guardò nello specchio di fronte a lei. Nonostante la stanchezza che sentiva addosso, il suo volto era illuminato da una luce nuova, una scintilla che non aveva mai notato prima. Taylor. La sua mente tornava sempre a lui, al suo corpo che la aveva avvolta, alla sua voce che sembrava penetrarle fino in fondo. C'era qualcosa di magnetico in lui, una forza che la attirava e la spingeva a seguirlo senza pensare alle conseguenze.

Ma in quel momento, capì che non poteva restare nella sua casa per sempre. Non oggi. Doveva fare qualcosa, distogliere la mente, almeno per un po'. Così, senza pensarci troppo, si diresse verso la cucina, preparandosi un caffè forte, il suono della macchinetta che riempiva il silenzio.

Nel frattempo, Taylor era lontano. Era nella sua azienda, un luogo che conosceva fin troppo bene, dove la sua mente era sempre occupata da progetti e numeri. La sua azienda era tra le più importanti nel campo dei videogiochi, e lui era a capo di tutto, con il controllo su ogni decisione. Era un uomo abituato a tenere sotto controllo la sua vita, eppure, quella notte, qualcosa lo aveva fatto vacillare. Elizabeth. Ogni parola che avevano scambiato, ogni tocco che avevano condiviso sembrava ancora risuonare nelle sue ossa, nei suoi pensieri. Nonostante la sua facciata di uomo invulnerabile, qualcosa dentro di lui si era cambiato.

Seduto nel suo ufficio, circondato da schermi e monitor che proiettavano immagini di giochi futuristici, Taylor cercò di concentrarsi. Le sue mani si muovevano velocemente sulla tastiera, ma la sua mente non riusciva a staccarsi da ciò che era successo con Elizabeth. Come aveva fatto a diventare così importante per lui in così poco tempo? Come era riuscita a entrare così in profondità nella sua vita, nel suo cuore, senza nemmeno volerlo?

Non sapeva rispondere a nessuna di queste domande, ma una cosa era certa: quella notte aveva aperto una porta che non poteva più chiudere. E ora, anche se fisicamente lontani, sentiva una connessione con lei che non riusciva a ignorare. Nonostante le sue incombenze aziendali, non riusciva a smettere di pensare a lei.

Il telefono sul suo desk squillò, distogliendolo dai suoi pensieri. Un altro affare da chiudere, una decisione importante da prendere. Eppure, anche mentre parlava con i suoi colleghi, la sua mente tornava sempre a Elizabeth, alla sua voce, alla sua fragilità che nascondeva una forza che lo attraeva. La voleva di nuovo, ma sapeva che non doveva essere affrettato. Ogni cosa doveva seguire il suo corso.

Quando la chiamata finì, Taylor si staccò dalla scrivania, alzandosi con un respiro profondo. Guardò fuori dalla finestra, il cielo grigio di Parigi che si stava tingendo di azzurro. In qualche modo, si rese conto che, nonostante tutto, il suo mondo stava cambiando. E il cambiamento aveva un nome. Elizabeth.

Nel frattempo, Elizabeth si trovava ancora nel suo appartamento, cercando di darsi una routine che le permettesse di distrarsi. Non poteva permettersi di lasciarsi sopraffare dai suoi pensieri. Doveva andare avanti, concentrarsi su se stessa, trovare il proprio equilibrio prima di fare qualsiasi passo successivo con Taylor. Ma la tentazione di scrivergli, di sentire la sua voce, era costante. Si chiese se fosse giusto, se fosse troppo presto, ma alla fine la sua mano si mosse da sola. Prese il telefono, aprì la chat con Taylor e iniziò a scrivere.

“Ciao, come sta andando la tua giornata?”

Un semplice messaggio, ma le sue mani tremavano mentre lo inviava. Non sapeva cosa aspettarsi, ma sentiva che era necessario fare quel passo. La sua mente era confusa, ma il cuore le diceva che non doveva nascondere ciò che sentiva.

Il suono del telefono che vibrava sul tavolo di legno richiamò l'attenzione di Elizabeth. Per un momento, fissò lo schermo, indecisa se rispondere o ignorare quel piccolo impulso. Il messaggio di Taylor, semplice eppure carico di significato, era comparso pochi minuti prima, ma non aveva mai trovato il coraggio di scrivere una risposta. In quel preciso istante, sentiva come se ogni parola fosse un passo verso un territorio sconosciuto, un passo che poteva cambiarle la vita.

“Ciao, come sta andando la tua giornata?” era la sua domanda, ma per Elizabeth sembrava una domanda più grande, una porta che si apriva su un mondo che non era pronta ad affrontare.

Si alzò dalla sedia, lasciando il telefono sul tavolo mentre si avvicinava alla finestra. La città di Parigi sembrava vivere la sua routine, le luci del tramonto che accarezzavano gli edifici come un velo sottile. Ma per Elizabeth, quel paesaggio si sentiva estraneo. Sentiva come se la sua realtà fosse sospesa, come se il destino stesso stesse giocando con lei, facendola oscillare tra il passato che cercava di lasciarsi alle spalle e il futuro che la chiamava, incerto ma irresistibile.

Dopo un respiro profondo, tornò al tavolo e prese il telefono. Senza pensarci troppo, scrisse:

"Sto cercando di prendere un respiro... ogni cosa è più complicata di quanto sembri."

Sentiva che quella risposta, pur così semplice, conteneva un mondo di emozioni non dette. La paura, il desiderio, la confusione. Tutti elementi che non riusciva a decifrare. Ma forse, scrivere quelle parole era l'unico modo per non lasciarsi sopraffare. Eppure, non riusciva a smettere di pensare a lui, a Taylor, al modo in cui la sua presenza la rendeva vulnerabile e forte allo stesso tempo.

Nel frattempo, a qualche chilometro di distanza, Taylor aveva appena finito un incontro importante in azienda. Le luci degli schermi riflettevano sul suo volto serio e concentrato, ma la sua mente era altrove. Ogni volta che il suo pensiero correva a Elizabeth, sentiva una tensione crescente dentro di sé, come se fosse sospeso in un equilibrio precario, tra il desiderio di avvicinarsi e la necessità di darsi tempo.

La sua azienda, un impero di videogiochi che aveva costruito con anni di duro lavoro, non lo distraeva più come una volta. La sua mente continuava a tornare alla serata trascorsa con lei, al modo in cui si era aperta, come se stesse cercando di fare i conti con qualcosa che non aveva mai affrontato prima. La sua mente si scontrava con il desiderio di proteggerla e la consapevolezza che non poteva affrettare le cose. Il rischio di ferirla, di spingerla oltre i suoi limiti, era troppo grande.

Il telefono sul suo ufficio vibrò, interrompendo il suo flusso di pensieri. Era il messaggio di Elizabeth. Il cuore di Taylor ebbe un sussulto, eppure si costrinse a mantenere la calma. Sapeva che ogni parola sarebbe stata un passo verso qualcosa che non poteva più fermare.

"Sto cercando di prendere un respiro... ogni cosa è più complicata di quanto sembri."

Taylor sorrise, un sorriso sottile che non raggiunse gli occhi. Non poteva fare a meno di sentire un legame profondo con lei, una connessione che andava oltre le parole. La sua risposta arrivò quasi spontaneamente, ma rifletteva tutto ciò che provava.

"Non ti chiedo di semplificare tutto, Elizabeth. Ma sappi che non sei sola in questo. Ci siamo già fatti un passo l'uno verso l'altra."

Mentre inviava il messaggio, sentiva una sensazione di inevitabilità. L'incontro con Elizabeth non era casuale, e lui lo sapeva. Non poteva ignorare quel legame, anche se non sapeva dove lo avrebbe portato. Ma una cosa era certa: aveva deciso di non lasciarla andare.

Nel frattempo, Elizabeth lesse il messaggio di Taylor, il cuore che iniziava a battere più forte. Quella risposta le dava una strana sensazione di sollievo e paura insieme. La sua mente correva, analizzando ogni parola, cercando di capire cosa avrebbe significato davvero quel passo, quella scelta.

"Non sei sola."

Quelle parole la toccarono nel profondo, ma nello stesso momento scatenarono una marea di emozioni che non riusciva a contenere. Si rese conto che, forse, la sua paura di cedere non era la vera barriera. Era il timore di affrontare l'incertezza di un futuro che non conosceva.

Si alzò dalla sedia, camminando lentamente verso il divano, dove si sedette. Con il telefono in mano, ripensò a tutte le parole non dette, a tutte le emozioni che si erano accumulate in quella notte, in quella giornata. Taylor non le stava chiedendo di cambiare nulla, ma di non restare sola nella sua lotta interiore. Era un passo verso l'ignoto, ma forse, in fondo, il passo che doveva fare.

“Ci sono momenti che segnano un prima e un dopo,” pensò, mentre un nuovo senso di determinazione cresceva dentro di lei. Non sarebbe più la stessa, ma forse, per la prima volta, non ne aveva più paura.

La serata era calata su Parigi, e il cielo sopra la città sembrava ancora incatenato dalle nuvole grigie di quella mattina. Elizabeth si era rifugiata nel suo divano, avvolta in una coperta, cercando di non pensare troppo alla distanza che la separava da Taylor. La conversazione con lui l’aveva rassicurata in qualche modo, ma non riusciva a togliersi di dosso quel senso di solitudine che la stava consumando. Non era abituata a sentire quel vuoto, ma la sua mente continuava a tornare a lui: come stava? Cosa stava facendo? Avrebbe davvero potuto tornare a Parigi, come le aveva promesso?

Con un sospiro, si lasciò scivolare la testa indietro, guardando il soffitto del suo appartamento. Era strano come una persona, una presenza, potesse cambiare così rapidamente il ritmo della propria vita. Solo pochi giorni prima, non avrebbe mai immaginato di sentirsi così vuota senza qualcuno accanto a sé. Ma Taylor… lui aveva qualcosa di diverso, qualcosa che la stava facendo sentire viva, di nuovo.

Nel frattempo, Taylor stava cercando di concentrarsi sui suoi affari, ma il pensiero di Elizabeth non lo lasciava mai. Aveva sempre avuto una carriera frenetica, ma mai come ora sentiva che qualcosa gli mancasse davvero. La sua mente tornava continuamente a quella conversazione, al tono della sua voce, e a quanto fosse difficile accettare quella separazione temporanea.

A volte, la solitudine lo costringeva a riflettere più di quanto volesse. Era più facile fare affari, concentrarsi sulla crescita della sua azienda, sull'innovazione dei giochi, piuttosto che affrontare le proprie emozioni. Ma ora… ora la sua mente era ancorata a quella connessione che sembrava tanto fragile, eppure tanto forte.

"Non posso continuare a fuggire da questo," si disse, mentre scorreva nervosamente tra le email. Le immagini di Elizabeth si facevano sempre più vive, come un'ombra che lo seguiva ovunque. Ma allo stesso tempo, un pensiero lo turbava. Aveva bisogno di spazio per capire cosa voleva davvero, senza che la paura di perdersi nel suo lavoro lo distraesse. E se quella distanza, quella separazione, fosse stata un segno di qualcosa che non sarebbe mai stato possibile? Forse, il suo mondo e quello di Elizabeth non si sarebbero mai incontrati davvero.

Ma l'idea di allontanarsi da lei lo faceva sentire vulnerabile in un modo che non aveva mai provato prima. Il suo cuore, che sembrava sempre calmo e imperturbabile, batteva più forte ogni volta che pensava a lei.

Era ormai tardi quando Taylor ricevette un messaggio da Elizabeth. Era breve, ma pieno di significato:Buona notte, Taylor. Spero che tu stia passando una buona serata. Non vedo l'ora di vederti.

Le parole le risuonarono nella testa come una melodia. "Non vedo l'ora di vederti." Era curioso come una frase tanto semplice potesse suscitare un turbinio di emozioni. Non voleva che il lavoro interferisse con ciò che stava iniziando a costruire con lei, ma non riusciva a immaginare come far coesistere tutto.

Lentamente, afferrò il suo telefono e iniziò a rispondere, ma qualcosa lo fece esitare. Come avrebbe potuto rispondere in modo che lei capisse che, nonostante la distanza, stava pensando a lei con la stessa intensità? Con un sorriso silenzioso, digitò

"Buona notte, Elizabeth. Anche io non vedo l'ora di rivederti."

In quel momento, un pensiero lo colpì con forza. Forse non sarebbe mai stato pronto per una relazione come questa. Ma la paura non avrebbe vinto su ciò che stava costruendo, lo sapeva. C'era troppo da perdere, troppo da scoprire insieme. Il futuro, qualunque esso fosse, doveva essere affrontato insieme.

Nel suo appartamento, Elizabeth sorrise vedendo il messaggio di Taylor. Un calore si diffuse nel suo petto. Le sue parole, tanto semplici, avevano il potere di lenire la sua solitudine. Era strano, ma ogni momento senza di lui sembrava già lontano dalla realtà. Come se la sua presenza fosse ormai parte di lei.

Dopo aver letto il messaggio, Elizabeth si rannicchiò sotto le coperte, cercando di concentrarsi sul sonno, ma la mente restava sveglia. Non è così difficile, vero? si disse. La distanza tra di loro non era eterna. E quando tutto sarebbe tornato alla normalità, sarebbe stato come se non fosse mai cambiato nulla.

Con un ultimo pensiero su Taylor, si addormentò, cullata dalla dolce speranza di un futuro che, anche se incerto, sembrava ora più vicino.

Scarica subito l'app per ricevere il premio
Scansiona il codice QR per scaricare l'app Hinovel.