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Capitolo 9

Capitolo 9

Non chiamare mai. Mia zia era furiosa con me quando sono arrivata alle nove di sera e mi ha mandato nella mia stanza. Sembrava preoccupata e giuro che mi sentivo schifosa, ma non puoi biasimarmi per non aver dato la priorità a questo. Veniva da una famiglia a cui non importava dove fosse ventiquattr'ore al giorno.

Era praticamente indipendente

La casa di April era molto bella. Non lussuoso come questo, ma era comunque bellissimo. A un chilometro di distanza era piena di case molto umili e povere, come quella in cui abitavo, e sentivo come la nostalgia fosse incorporata nel mio corpo. Voglio vedere la mamma e dirle che va tutto bene.

Ma non posso. Lo sapevo.

Ho trovato molto strano che Jessi non fosse venuta a infastidirmi quando è arrivata, ma ho ringraziato Dio che non è venuta comunque.

Oggi, quando mi sono alzata, dopo aver fatto la doccia e lavato i denti, ho capito che l'atmosfera tra me e Jessi era strana. Non mi parlava né mi sorrideva sarcasticamente come faceva una volta e la prima cosa che ho pensato è stata che mia zia le avesse parlato, ma no, era qualcos'altro...

“Andiamo,” sbottò mentre iniziavo a versarmi il succo in cucina.

"Ma manca ancora un'ora prima che inizi la lezione..."

“Vieni o cammini?” Ora vedo, la ragazza si è svegliata di cattivo umore.

Sono salito in macchina e lei è scappata dal marciapiede. Come previsto, non c'erano molte persone all'istituto, era molto presto. Quando esco dall'auto, e anche Jessi, mi prende per un polso e mi conduce all'edificio. Quando siamo entrati, mi ha portato in una stanza, ha chiuso la porta e ha acceso la luce.

"Ti ho visto parlare con Donovan l'altro giorno e lui si siede sempre dietro di te. Cosa fai dopo la lezione?" Ti vedi con lui? Di cosa avete da parlare? "Sputa in un secondo e giuro che riesco a malapena a elaborare le sue domande... Cosa?"

"Vedi la mia faccia stupida?

"Hai ragione"

"Rispondimi," dice di nuovo e si avvicina a me cercando di intimidirmi, cosa che non può. Dimmi di cosa hanno parlato adesso.

- Perché sei interessato?

"Poiché vuole interessarmi, ora dimmi di cosa avete parlato tu e Donovan." Adesso.

“Sto chiedendo un incarico.” Non so perché diavolo mi sto sforzando così tanto di proteggerlo, ma farebbe male dirle la verità solo perché me lo chiede. Affonderei troppo in basso

"Ultima possibilità o..." inizia a dire

- O cosa? borbottai, notando dove sbattere la mano. Nel suo naso? Occhio?

"Dirò a tutti da dove vieni e da chi vieni." I tuoi genitori? Che ne dite di? Quante persone vorrebbero sapere cosa ti è successo lì, eh?

Boom, proprio dove fa male. Va bene puttana senza cuore, appena lascio la scuola ti giuro che ti risponderò per questo.

- Perché stai facendo questo a me?

"Smettila di essere così patetico e dimmelo

Ho pensato per alcuni secondi e ho pensato all'unica cosa che potevo dire che le avrebbe fatto credere. Perché ovviamente crederà a tutto ciò che mi fa abbassare ai suoi occhi.

"Gli stavo chiedendo di uscire e mi ha rifiutato, ok?" Adesso lasciami in pace." Ho iniziato a camminare verso la porta e lei mi ha fermato

“Wow, non sapevo che fossi così patetico, le ragazze lo adoreranno.” Inizia a ridere e io voglio nascondermi sotto uno dei tavoli della classe.

Sento come apre la porta molto forte, tanto da sbattere contro il muro. Donovan si precipita verso di me, la sua spalla e il tocco di Jessi abbastanza violentemente.

Quando è solo a un passo da me, si accovaccia e avvicina il suo viso al mio. Non mi bacia ma sembra molto vicino ad esso. Lui mi fissa e io faccio lo stesso sotto shock. Mi sento come se stesse toccando ogni parte di me, ogni angolo è invaso dalla sua presenza ma non posa nemmeno un dito sul mio corpo. È così dannatamente intenso e non tocca nemmeno le sue labbra con le mie. Sento solo un paio di sfioramenti con il suo respiro e il mio, so che li sente anche lui perché ingoia e chiude gli occhi come se questo lo disgustasse.

Proprio con quell'idea lo respingo e mi arrabbio all'istante, come sempre quando è in giro.

"Smettila di mentire Celina, lo sai che ti ho chiesto di uscire in primo luogo e tu hai rifiutato", dice, mettendomi un braccio intorno alla spalla.

- Cosa diavolo stai facendo qui? Riesco a dire con il cuore che minaccia di saltare fuori dal petto.

- L'hai baciata? chiede Jessi con gli occhi sbarrati.

" Che cosa?"

- Bacio?! No, questo è un errore…” Ho tolto il braccio di Donovan dalle mie spalle e volevo spiegare. Sembrava un bacio? Non ti sei reso conto che non mi hai baciato?

Donovan mi prende per un braccio e mette la sua schiena sulla mia spalla. Che diavolo sta facendo? "Sì, ma io e lei non siamo niente." Approfitto del momento per aggiungere un tocco di drammaticità alla faccenda, la ragazza è difficile, non accetto una semplice birra. Perché non bambino?

" Chi è questo ragazzo? Cosa stai facendo toccando me? E perché ha la faccia di Donovan ma non si comporta affatto come lui?

—Ma se dici che le ho chiesto di uscire o viceversa, ti divertirai. Lo sai, Jessi. Non giocare con me — Minaccia Jessi lanciandole dei pugnali con gli occhi

"Ora se assomiglia un po' di più a Donovan."

Si precipita fuori dalla stanza e Donovan le cammina dietro per andarsene.

- Perchè lo hai fatto? E perché ti sei comportato come Travis? Non capisco...

Smise di camminare e non si voltò per dirmi quanto segue: —Ti avrei fatto sembrare la peggior bassezza umana possibile per causa mia eppure tu non hai detto niente di me, te lo dovevo pagare.

È la prima volta che sento la voce calma e dolce di Donovan, non c'era un accenno di sarcasmo o rabbia, solo gratitudine?

-Grazie...

“Non accadrà più.” E proprio così, è uscito dalla porta e io rimango con il cuore in bocca e lo stomaco in subbuglio.

"Respira, respira, respira"

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