Capitolo 1: Non l'ho spinta
"Schiocco!"
"Schiocco!"
"Schiocco!"
Nel momento in cui la frusta si abbatté sul corpo di lei, fu un dolore lancinante! Livia Rossi sentiva che la sua schiena era ormai lacerata, il dolore la faceva impallidire, il sudore freddo le colava incessantemente dalla fronte!
Tutto davanti ai suoi occhi tremava, si morse l'angolo delle labbra con tale forza da assaporare il sapore ferroso del sangue, riuscendo a malapena a non svenire. Livia urlò con l'ultima briciola di forza che le rimaneva: "Non sono stata io! Cesare, ti prego credimi..."
Cesare Ferretti era seduto sul divano in pelle, la guardava dall'alto mentre veniva frustata.
Non si alzò, sollevò appena lo sguardo, nei suoi occhi un'evidente ferocia e disgusto: "Sei stata ripresa, e ancora osi negare?"
Il corpo di Livia tremò violentemente, si trascinò in avanti di mezzo passo, ma l'uomo improvvisamente le calpestò le dita con la scarpa, le lacrime sgorgarono copiose, con un "crack" il dolore alle ossa le offuscò la vista, eppure continuò a piangere disperatamente per difendersi: "Non l'ho fatto davvero... è un video manipolato, è falso!"
"Zitta!" Cesare si chinò bruscamente, le dita strinsero forte il suo mento, con una forza tale da sembrare volerle spezzare le ossa!
La fissò negli occhi, in fondo ai quali ribolliva una rabbia feroce, un odio tale da volerla divorare viva!
"Livia Rossi! Sapevi benissimo che Bianca ha problemi al cuore, eppure hai osato spingerla giù dal precipizio? Donna malvagia, perché non muori tu!"
Ogni singola parola accusava i suoi crimini, la mano che le stringeva il mento continuava a serrare, guardando il suo viso delicato, il suo cuore era pieno di dolore e odio!
Bianca Ferretti era la sua unica sorella!
L'unica persona al mondo che gli appartenesse davvero!
"No, non l'ho fatto, non sono stata io!"
Livia cercò disperatamente di spiegarsi: "Non l'ho spinta, volevo solo trattenerla, è stata lei a dire che non voleva più vivere, è stata lei..."
"Ancora bugie!" Cesare le lasciò bruscamente il mento, la voce gelida e minacciosa: "Continuate a colpire, finché non confesserà."
Sentendo quelle parole, Livia tremò di paura: "No, Cesare, non puoi trattarmi così, quel video è falso, non l'ho spinta, non l'ho fatto davvero..."
Ma Cesare si era già voltato, pronunciando freddamente una sola parola: "Colpitela!"
"Schiocco!"
La frusta si abbatté di nuovo violentemente, Livia urlò dal dolore, allungò la mano afferrando il fondo dei suoi pantaloni, negli occhi ancora un barlume di speranza.
"Cesare, credimi, io davvero non ho..."
Ma prima che finisse la frase, Cesare respinse via la sua mano con un calcio e se ne andò a grandi passi!
La frusta continuava a cadere sulla sua schiena, lei rimase stordita guardando la figura di Cesare che si allontanava, la coscienza sempre più offuscata. Ripensò a due ore prima—
Aveva ricevuto una chiamata da Bianca Ferretti, diceva che non voleva più vivere, che vivere era troppo doloroso, che voleva porre fine alla sua vita.
Bianca di solito non la trattava bene, ma lei non voleva che una vita scomparisse davanti ai suoi occhi. Livia quasi senza pensarci si precipitò alla Villa Mezzacolina, dove risiedeva Bianca. Ma quando arrivò, Bianca era già in piedi sul bordo del precipizio, la sua figura esile sembrava sul punto di essere spazzata via da una folata di vento.
Si era precipitata per trattenerla, ma nell'istante successivo, Bianca si era gettata nel vuoto!
Poi era arrivato Cesare con i suoi uomini.
Aveva cercato di spiegarsi, ma in quel momento erano state recuperate le registrazioni di sorveglianza della villa, che mostravano chiaramente lei che "spingeva" Bianca giù dal precipizio.
Alla fine, Cesare l'aveva condannata a morte!
La frusta continuava a colpirla, la luce negli occhi di Livia si spense gradualmente. Perché non voleva crederle?
Non aveva alcun motivo per ferire Bianca!
La coscienza iniziava a offuscarsi, il dolore violento sembrava non riuscire più a risvegliare la sua consapevolezza, tutto divenne nero e svenne.
Nello studio.
La governante bussò ed entrò, rispettosamente: "Signor Ferretti, la signorina Rossi è svenuta."
