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Capitolo 4: Il custode dell' ombra

Il sentiero si stava facendo sempre più stretto e tortuoso man mano che Kaelen e Lyra si addentravano nella foresta. La luce del giorno sembrava dissolversi, inghiottita dal fitto abbraccio degli alberi secolari, la cui chioma folta e intrecciata impediva al sole di penetrare completamente. Il silenzio che li circondava non era quello della tranquillità, ma un silenzio carico di presagi, dove ogni fruscio, ogni respiro sembrava amplificato dal mistero che permeava l’aria. Ogni passo che facevano li avvicinava a una realtà che Kaelen non era pronto a comprendere, ma che sentiva inevitabile.

La foresta di Eldoreth era sempre stata un luogo sacro, ma oggi sembrava vivere di una propria volontà oscura. La terra sotto i loro piedi era umida e cedevole, e i suoni naturali di uccelli e insetti sembravano svanire, come se anche la vita animale stesse evitando la zona. Kaelen sentiva un peso crescente sul cuore, come se la foresta stessa fosse consapevole della sua presenza e lo stesse mettendo alla prova. Sospirò, cercando di calmarsi, ma ogni respiro sembrava più difficile da prendere, come se l’aria fosse densa di qualcosa che non riusciva a comprendere.

"Lyra," chiese infine, mentre cercava di distrarsi dalla crescente ansia, "perché questa foresta sembra così diversa? Cosa c'è che non va?"

Lyra non si voltò, ma Kaelen poté percepire la tensione nella sua voce quando rispose: "La foresta sta cambiando, Kaelen. Il potere oscuro che sta corrompendo la terra è forte. La magia oscura non è qualcosa che può essere ignorata o fermata facilmente. Non è solo un male che cresce, è un veleno che scorre nelle radici stesse di questa terra, nelle sue fibre più intime."

"Ma... cos’è che lo ha risvegliato? Come è arrivato fin qui?" chiese Kaelen, ma la risposta sembrava lontana, sfuggente.

"Non lo so," rispose Lyra, ma la sua voce aveva il suono di chi nascondeva una verità difficile da accettare. "Forse qualcosa, o qualcuno, ha forzato la mano. Forse è stato il tuo stesso arrivo, Kaelen."

Il giovane elfo guardò Lyra, ma non disse nulla. Sapeva che lei non intendeva incolparlo, ma non poteva fare a meno di sentirsi responsabile. Aveva sempre cercato di evitare il suo destino, ma ora sembrava che il destino lo stesse inseguendo, con la stessa tenacia e determinazione di una forza inarrestabile.

Il sentiero si fece sempre più oscuro, e l'aria si fece più fredda man mano che si avvicinavano a un punto che Kaelen non riusciva a identificare. Le ombre sembravano allungarsi, e il silenzio della foresta era rotto solo dal loro respiro e dai rumori di passi lontani, che non riuscivano a capire se provenissero da esseri umani, animali, o qualcosa di molto più sinistro. Le ombre degli alberi si mescolavano tra loro, creando figure evanescenti che sembravano osservare e seguire ogni loro mossa.

Finalmente, giunsero a una radura. Al centro, una grotta si apriva nel terreno, le sue pareti di pietra scura sembravano affondare nell’oscurità più profonda. La luce che emanava non era naturale, ma verde, un verde intenso che sembrava emettere una vibrazione sottile, quasi come un respiro profondo che veniva dall'interno della terra. L'ingresso della grotta non era grande, ma Kaelen sentiva che qualcosa di molto potente si celava oltre. Le radici degli alberi intorno sembravano avvolgere l’ingresso come un guardiano, proteggendo il segreto che essa conteneva.

Lyra si fermò davanti alla grotta, il suo volto serio. "Questo è il punto in cui tutto cambia. Il Custode dell’Ombra ci aspetta."

Kaelen si avvicinò, ma prima che potesse fare un passo, fermò il suo movimento. "Lyra, sei sicura che questo sia il posto giusto? Non mi piace la sensazione che provo... qualcosa non va."

La guerriera si voltò verso di lui, un’espressione di determinazione sul volto. "Non c’è scelta, Kaelen. Dobbiamo entrare. Eldrin è l’unico che può aiutarci a capire la verità. È l’unico che può darci le risposte che cerchiamo."

Ma Kaelen sentiva ancora il suo cuore battere forte, come se il tempo stesso stesse rallentando. Ogni istante che passava, l’aria sembrava farsi più densa, quasi come se la foresta stesse trattenendo il fiato, aspettando qualcosa. Ogni fibra del suo essere gli gridava di non entrare, di tornare indietro, ma la forza del destino sembrava spingerlo irresistibilmente verso quel buio.

"Siamo già arrivati fin qui," disse Kaelen, a bassa voce, come se parlasse più con sé stesso che con Lyra. "Non posso tornare indietro ora."

Lyra annuì in silenzio, e insieme entrarono nella grotta. L’interno era più grande di quanto avessero immaginato. La luce verde che proveniva dalle pareti sembrava pulsare, illuminando le pietre che rivestivano il terreno, creando giochi di luce e ombra che rendevano l’ambiente inquietante e irreale. La temperatura dentro la grotta era più fredda di quanto avessero immaginato, e l’aria sembrava fitta, come se una presenza oscura li stesse osservando da ogni angolo.

Ad ogni passo che facevano, Kaelen sentiva il peso della gravità di quella grotta, come se fosse stata creata per mettere alla prova chiunque vi entrasse. La luce verde si intensificava man mano che si avvicinavano al centro della cavità, dove una figura solitaria si ergeva, avvolta in un mantello nero che sembrava essere intessuto con le stesse ombre che riempivano la grotta.

La figura non si mosse, ma Kaelen sentiva la sua presenza come una pressione fisica sul suo corpo. Il volto del Custode non era visibile, ma Kaelen non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura, come se fosse costretto a farlo. La voce che uscì dalle labbra dell’ombra era profonda, come se provenisse dal cuore stesso della terra, echeggiando nella grotta.

"Benvenuti," disse Eldrin, la sua voce morbida ma potente. "Siete giunti fin qui, ma non tutti sono pronti per la verità che io detengo."

Kaelen, che si era preparato a parlare, trovò la sua voce strozzata. C’era qualcosa nell’aria, qualcosa che lo rendeva più vulnerabile di quanto non fosse mai stato. "Noi... noi abbiamo bisogno di risposte," disse finalmente. "La foresta sta morendo, e la magia oscura sta risvegliando poteri che non comprendiamo. Come possiamo fermarla?"

Eldrin si voltò lentamente, come se stesse prendendo tempo per osservare ogni dettaglio di Kaelen e Lyra. Quando parlò, la sua voce risuonò nella grotta, ma sembrava venire da tutte le direzioni.

"La risposta che cercate non è un oggetto, non è un incantesimo. La risposta è dentro di voi, è dentro la vostra essenza. Kaelen, tu sei legato a questa terra, più di quanto tu voglia ammettere. La magia oscura non è un'entità separata da te, è un riflesso di ciò che tu stesso porti dentro."

Kaelen non riusciva a rispondere, ma il peso di quelle parole lo colpì con forza. Ogni fibra del suo essere sembrava opporsi a ciò che Eldrin stava dicendo. "Non posso... non posso essere quello che tu dici. Non voglio esserlo."

Eldrin sorrise, ma non c’era gioia in quel sorriso. "Le tue paure, Kaelen, sono la chiave della tua forza. Per salvare il tuo regno, dovrai affrontare te stesso, e solo allora comprenderai cosa devi sacrificare."

Le parole di Eldrin rimasero sospese nell’aria, e Kaelen sentì un brivido percorrergli la schiena. Era come se la grotta stessa avesse reagito alla verità che aveva appena sentito. La sensazione di incompiutezza, di incertezza, cresceva dentro di lui, ma allo stesso tempo, una consapevolezza più profonda cominciava a formarsi.

"Non è solo la Foresta Sacra che è minacciata," disse Eldrin, le sue parole fredde come il ghiaccio. "È la tua stessa anima, Kaelen. E solo tu puoi decidere se resistere all'oscurità o cedere a essa."

Kaelen non sapeva se fosse pronto ad ascoltare, ma sapeva che non poteva più ignorare il suo destino. La lotta era appena iniziata, e il vero cammino era appena cominciato.

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