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2. Julien e Ariadne

Il sole stava per sorgere quando Yolande e Sebastian fecero ritorno al rifugio. Ariadne aspettava, e appena vide l’amica le andò incontro.

"Yolande! Non tornavi più! Ho avuto paura"

"Adesso va tutto bene. Sono qui"

I due ragazzi osservavano senza dire niente. Ariadne era esaltata.

"Hai visto? Questo è il loro rifugio! Loro vivono qui. E hanno un laboratorio!"

"Ci farebbe piacere ospitarvi" disse Sebastian "Qui sarete al sicuro"

Yolande era confusa.

"Io non so se possiamo. Noi siamo sempre vissute sole"

"Avete un rifugio anche voi?"

"No. Non… noi viviamo dove capita. Magari in un albergo, o…"

"Allora restate. Dopotutto facciamo la stessa cosa"

Louis si rivolse al compagno.

"Portiamole da Julien"

"Un laboratorio sotterraneo?" Ariadne era esaltata come una bambina "Pensavo fosse sullo stesso piano della casa! Che bello!"

"Restate vicino a noi, però. Di certo Julien sta facendo qualche esperimento"

"In che senso, esperimento? Ma è un adulto?"

"No, ha la nostra età"

"Ed è… uno scienziato?"

"Sì. Ma adesso vedrete"

A protezione del laboratorio c’era una porta blindata, con una tastiera per digitare il codice d’accesso. Sebastian sollevò la mano, poi

"Scusate, ma… dovreste girarvi. Vero che cambiamo la password ogni settimana, però…"

Le ragazze obbedirono.

"Di che avete paura?" domandò Yolande mentre il giovane digitava il codice.

"Di nulla. Preferiamo solo essere prudenti. Non è perché non ci fidiamo di voi"

"Ah, grazie"

L’interno del laboratorio era enorme, naturalmente privo di finestre. Sul lettino era steso un vampiro, e accanto un ragazzo biondo stava facendo degli esami. Ariadne si rifugiò contro Yolande.

"Non abbiate paura" disse Louis "È sedato"

"Ma cosa fa?" domandò Ariadne.

"Lo analizza. Ogni tanto gliene portiamo uno, e lui lo studia. Cerca di capire se hanno delle evoluzioni, insomma, se anche loro hanno delle forme più evolute, come gli esseri umani" ma dalle sue parole si capiva che non sapeva esattamente cosa l’amico in realtà facesse.

Lui e il compagno si avvicinarono per primi, e le ragazze dietro. Il giovane scienziato alzò la testa.

"Ciao… ah, non siete soli"

"Le abbiamo incontrate fuori. Come procedono gli esami?" Louis omise il salvataggio. Yolande lo apprezzò.

"Per ora, bene. Ma è già l’alba?"

"Sì, il sole è sorto da poco"

Il ragazzo voltò la testa e i suoi occhi incontrarono quelli di Ariadne. Il colpo di fulmine fu immediato.

"S… salve…"

"Salve" lei sorrise "Io mi chiamo Ariadne"

"E io Julien, per servirla" le fece un baciamano degno del più nobile fra i cavalieri. Poi si presentò anche a Yolande, ma a lei strinse la mano. E fu mossa saggia, perché se avesse fatto lo stesso probabilmente non avrebbe vissuto abbastanza per poterlo raccontare.

Louis tossì discretamente.

"Ascolta, professore… non hai neanche un po’ di fame?"

"Io no, per niente. Ma forse le nostre ospiti sì"

"Ma tu sali con noi" disse Ariadne "Da quanto sei qui?"

"Dal tramonto, ho… lavorato finora"

"Allora riposati. Hai bisogno di dormire"

"Sì. Hai ragione tu"

Rimise a posto tutti i suoi attrezzi e strumenti, quindi preparò il vampiro per rimetterlo nella bara.

"Posso vedere come lo tieni?" domandò Yolande, e lui annuì.

"Certo. È molto semplice. Per non sbagliare gli somministro un’altra dose di sedativo" praticò l’iniezione "Poi lo tengo in una cassa rinforzata. È un po’ come una bara. Per evitare che si levi, nel caso avessi sbagliato dose la sigillo con l’aglio e l’acqua santa. Aggiungo anche qualche rosa. Così, se anche si riprendesse durante la mia assenza non può far danni, o almeno… solo qui, in laboratorio"

Sistemò il vampiro dentro la cassa, che poi sigillò come aveva detto. Chiuse con attenzione la porta blindata quando uscirono.

Sotto il camice aveva addosso una maglietta a maniche corte, e sembrava molto più un ragazzino. Così Ariadne poté vedere i segni sulle sue braccia.

"Hai le braccia massacrate. Cosa ti è successo?"

"Nulla d’importante. Prima di capire quanto sedativo occorre per stordire un vampiro ho avuto bisogno di fare molti esperimenti. E così…"

"… Ti hanno aggredito? Quante volte?"

"Non ricordo. Non le ho contate. E certo se non ci fossero stati i ragazzi sarei morto da un pezzo"

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