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Capitolo 1

Il punto di vista di Fabiola

Non sapevo cosa aspettarmi quando ho varcato la soglia del nostro attico.

Avevo passato tre mesi in Europa, sperando che la distanza avrebbe chiarito le cose, che forse al mio ritorno avrei trovato mio marito ad aspettarmi, consapevole di ci? che stava per perdere. Ma quando sono entrata con la valigia, mi ha accolto un vuoto familiare.

Il posto era troppo tranquillo. Nessun... ?Benvenuta a casa?. Nessun rumore di passi che correvano verso di me. Niente.

Adrian Matthews correva sempre ad accogliermi sulla porta, mi abbracciava e poi mi baciava sulle labbra e mi diceva quanto gli mancassi.

Ora? Quei ricordi sembrano di una vita fa.

Ho fatto un sospiro lento, ho messo la valigia nell'armadio e ho lasciato la borsa sul tavolo di legno vicino alla porta. Le mie dita si sono posate sul legno lucido.

Questo posto non ? mai stato davvero mio, vero? Anche dopo tutti questi anni, era ancora suo. La soffitta di Adrian. L'impero di Adrian. Le decisioni di Adrian.

E io ero stata la moglie obbediente, adattandomi al suo mondo perch? lo amavo, lo ho amato negli ultimi quattro anni in cui siamo stati sposati. Non appena l'ho visto per la prima volta al bar, mi ha chiesto il mio numero e io ho accettato, felice.

Ci siamo sposati a vent'anni e l'anno prossimo, quando ne avremo trenta, festeggeremo cinque anni di matrimonio.

Pensavo che il nostro matrimonio fosse buono, o almeno lo era stato fino a quando lei non ? tornata l'anno scorso.

Laura.

Il solo nome mi ha fatto venire un nodo allo stomaco.

Lei era stato il suo primo amore, la donna che era destinato a sposare e con cui avrebbe costruito una vita. Ma quando erano all'altare, poco pi? che ventenni, pronti a pronunciare i voti, Laura ? andata nel panico. Si sentiva troppo giovane per sposarsi, cos? ? scappata da lui.

Laura era scomparsa negli ultimi nove anni. Era stata solo un fantasma del passato di Adrian fino all'anno scorso, quando ? riapparsa come una tragica storia d'amore che tornava in vita.

Ho visto come la guardava, come le sue difese crollavano ogni volta che lei era vicina. Era un uomo diviso, intrappolato tra la vita che aveva costruito con me e il passato che non aveva mai lasciato alle spalle.

Ma davvero? Da quando ? tornata, mi sento svenire.

Sono andata in Europa con la speranza che forse, solo forse, gli sarei mancata. Che si rendesse conto che mi stava perdendo e lottasse per me come io avevo lottato per lui?

Ma in fondo sapevo gi? la verit?.

Adri?n aveva gi? fatto la sua scelta.

Solo che non l'avevo ancora capito.

Fino ad ora.

Mi schiar? la gola, mettendo da parte i pensieri mentre facevo un altro passo all'interno della soffitta.

?Adri?n? Sei in casa?? La mia voce riecheggi? leggermente nello spazio aperto, ma non ci fu risposta.

Espirai, passando le dita tra i miei capelli scuri mentre mi avvicinavo alla cucina.

Forse era nel suo ufficio, dato che era il proprietario di un'azienda multimilionaria? Forse stava dormendo? Forse...?

Mi fermai.

Il respiro mi si blocc? in gola e il cuore mi batteva forte contro le costole.

L?, sul bancone della cucina, c'era Adrian con Laura.

La mia vista si fece sfocata ai bordi e il mio cervello faticava a elaborare l'immagine che avevo davanti.

Le sue gambe le circondavano la vita. Le sue mani le stringevano i fianchi.

I loro corpi si muovevano insieme in un modo che una volta apparteneva a noi.

Ho dimenticato come respirare.

Il tempo si ? allungato e deformato, intrappolandomi in quel momento, costringendomi ad assorbire ogni doloroso dettaglio.

Il modo in cui la sua bocca ha percorso la curva del suo collo. Il modo in cui ha gemito il suo nome, il nome che una volta apparteneva a me. Il modo in cui nessuno dei due mi not? l?, paralizzata sulla porta, mentre il mio intero mondo crollava intorno a me.

Avrei dovuto urlare. Avrei dovuto emettere un suono, qualsiasi cosa per interrompere quell'incubo. Ma riuscii solo a guardare i pezzi del mio matrimonio che si frantumavano ai miei piedi.

Non mi sono resa conto che stavo tremando finch? non ho stretto i pugni e ho affondato le unghie nei palmi delle mani. Sentivo la pelle tesa, il petto oppresso come se mi avessero legato le costole con una fascia di ferro.

Volevo muovermi, correre, affrontarli, lanciare loro qualcosa, ferirlo come lui mi aveva appena sventrata.

Ma non l'ho fatto.

Invece, ho fatto un passo indietro. Poi un altro e un altro ancora.

Non mi avevano ancora notato.

Mi sono girato e mi sono allontanato, ogni passo lento, misurato, silenzioso. Tutto il mio corpo era intorpidito, ma la mia mente era pi? lucida che mai.

Adrian mi aveva tradito. Mi aveva umiliato.

Se pensava di farla franca, si sbagliava.

Perch? non me ne sarei andato in silenzio. Non avrei pianto in una stanza buia, aspettando che inventasse una scusa, che mi raccontasse qualche patetica bugia sul fatto che era stato un errore, che non significava nulla, n? avrei aspettato che divorziasse da me.

No.

Se Adrian pensava di potermi scartare, se pensava di potermi sostituire come se non fossi nulla, allora non aveva idea di chi avesse di fronte.

Raggiunsi la porta d'ingresso e afferrai la borsa, le dita mi tremavano leggermente mentre tiravo fuori il telefono.

Rimasi a guardare il mio riflesso nella finestra di vetro per un breve istante, il mio viso era stranamente calmo nonostante il fuoco che ardeva dentro di me.

Feci un respiro profondo prima di tornare in punta di piedi in cucina. Premetti play sul video, cos? registrai Adrian che mi tradiva con Laura.

Adrian aveva preso la sua decisione. E ora se ne sarebbe pentito.
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