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Capitolo 3

Arrivarono all'appartamento di Edward, Thelma non ebbe problemi a passare qualche ora con Edward, non le dispiaceva affatto, si conoscevano, si capivano abbastanza bene in fatto di sesso, non si poteva pretendere tanto da vita.

"Vuoi qualcos'altro da bere?" chiese Edward mentre si toglieva il rigonfiamento dal collo e slacciava i primi bottoni della sua camicia blu.

"Se prendo qualcos'altro, questo passerà dall'essere qualcosa di consensuale ad essere un abuso da parte tua," rise e si tolse il dolcevita nero che indossava.

Così andavano le cose con Thelma, era controllata, semplice, senza ideali romantici. Sapeva cosa voleva ed è lì che si è lanciata. Edward non doveva sprecare fiato per lei.

Ecco perché andavano d'accordo dato che entrambi stavano per diplomarsi al college.

Erano passati anni dall'ultima volta che erano stati insieme, da quando Edward aveva ammesso di frequentare Perly. Era onesto, non voleva ferire Thelma con racconti di strade, prima lo diceva, meglio era per entrambi.

Thelma ha deciso di non condividere la loro relazione. Edward non le chiese se si fosse innamorata di lui, non era necessario, glielo davano gli occhi.

Pat , sei sicuro? Entrambi sapevano cosa significava. Si fermò davanti a lei, guardando i suoi seni perfetti a portata delle sue mani, della sua bocca.

"È solo sesso, Edward." disse in risposta e lo baciò.

Era un gusto conosciuto, una carezza antica e che sapeva di piacere.

Lui l'afferrò per la vita e la fece salire sui suoi fianchi, lei intrecciò le gambe sulla parte bassa della sua schiena e lo baciò più forte.

Il suo sesso tremava per uscire dai pantaloni.

Ogni volta che apriva gli occhi era l'immagine di Yenebeth che gli veniva proiettata davanti, Edward si sforzava di concentrarsi, di focalizzarsi su chi era tra le sue braccia, sul darle tutto quello che entrambi sapevano, che lui era capace di darle. a Thelma.

Le sue mani sbottonarono velocemente i pantaloni di Thelma, lei finì di togliersi i vestiti finché non rimase davanti a lui con solo le mutande. Non era una di quelle donne che si vestivano tutti i giorni di pizzo, né era una di quelle donne che analizzavano quando erano con un uomo se indossavano o meno la biancheria intima giusta. Anche a Edward non importava molto cosa indossasse, le prese la mano e la trascinò nella sua stanza, e lei lo seguì volentieri.

Si sdraiò sul letto ed Edward la guardò, assaporando prima ogni parte della sua pelle, del suo corpo così snello e atletico. Thelma dedica diverse ore della giornata all'esercizio fisico, per mantenersi in forma, era una bellissima mora. Le si avvicinò come una gazzella, pronto a mangiare tutto ciò che poteva offrirgli. Cominciò a darle dei piccoli baci dai piedi, passandole tra le gambe, le passò la lingua lungo l'interno delle cosce, assaporando la piccola essenza floreale del profumo che forse si era messa quella mattina.

Lei si contorceva dal piacere e lui lo prese come un incentivo.

Diede qualche piccolo boccone, assorbendo e succhiando con piacere ciò che le offriva. Entrò nelle sue pieghe nascoste, facendo scorrere la lingua lentamente, molto lentamente sul suo clitoride, che lo aspettava eretto. Succhiava con prestigio la piccola lampadina, sapeva già tutto ciò che la faceva impazzire di piacere, cosa la faceva impazzire fino ad avvolgerla in una nuvola di assoluta delizia. Si stava bagnando per secondi, lubrificando e rilasciando i suoi succhi, Edward accelerò il movimento con la bocca e la lingua e quando la sentì sul punto di raggiungere l'orgasmo, inserì due dita fino in fondo facendo urlare di piacere Thelma mentre lui non fermò il movimento e lei gli svanì tra le mani.

“Oh, wow.” L'esclamazione fu ben accolta da Edward, che si alzò dal letto e cercò il preservativo.

Tornò in un minuto e si arrampicò sopra Thelma, inserendo la sua lunga e completa erezione nel suo pozzo di piacere.

Edward non sapeva se l'alcol consumato, il desiderio che aveva accumulato o il desiderio che aveva trattenuto negli ultimi tre giorni, fossero ciò che lo aveva trasformato in una bestia sessuale. Cominciò a muoversi velocemente, mettendo la sua tazza di caffè nell'incavo del collo e della spalla di Thelma, si mosse rapidamente, ogni spinta lo trasportava in un mondo più lontano, uno dove quella bruna che era sotto di lui non era quella che possedeva, dove non erano non occhi verdi che si incupirono di piacere, ma occhi castano chiaro.

Entrò in lei affamato, assetato di raggiungere l'orgasmo, sentì le sue mani su tutto il corpo, stringendogli la schiena, grattandogli la pelle, non gli importava, lei gli urlava nell'orecchio, ansimando e mormorando cose che non capiva, neanche a lui importava, si lasciò andare dopo qualche secondo, senza cercare di trattenerlo. Si ritrovò a liberare tutto il suo seme, posseduto dal desiderio.

"È stato... Wow," disse Thelma dopo un po', tirandolo fuori dallo stato in cui si era indotto.

Lui la guardò confuso e sbatté le palpebre in modo strano.

" Cosa?" Lei si spostò da sotto di lui, ed Edward scese da lei, tirando fuori il suo pene ancora duro come la roccia.

Ci sarebbe voluto molto di più per abbatterlo.

- Sì. È stato bello. - aveva ancora i pantaloni a metà, si è tolto il preservativo, quindi è andato a buttarlo in bagno.

Sei sicuro che vada tutto bene?" Sentì che glielo chiedeva dal letto.

Certo che no, voleva confessare. Penso ad un altro mentre sono dentro di te.

Ma sarebbe troppo. Anche per lui, che si vantava di essere sempre onesto.

C'erano parole che era meglio non dire. Bugie che coprivano i sentimenti ed evitavano un mare di dolore.

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