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1. Innaffiare il giardino

Zia Lili ha sempre amato il suo giardino. Della sua grande casa piena di apparecchi all'avanguardia, il giardino era il luogo più prezioso. Era a pochi metri dalla piscina. Con lei avevo imparato a coltivare e ad amare ogni fiore di quel giardino.

Quella mattina non era diverso. Mi ero svegliato presto e avevo lasciato il pigro Bruno nel suo letto. Eravamo in vacanza e volevo godermi ogni istante. Ecco perché mi sono svegliato presto.

Ho fatto la mia colazione con biscotto e cioccolato che la zia Lili si lamentava sempre di darmi. Per lei dovrei mangiare più frutta, latte e latticini. Non mi sono mai piaciute quelle cose, anche se mangiavo, soprattutto quando ero a casa sua.

Dopo aver mangiato sono andato ad annaffiare i fiori in giardino. Non erano nemmeno le dieci e il sole era caldo in mezzo a un cielo blu senza nuvole. Bellissimo! Non appena ho finito con le rose mi sono buttato in piscina.

Cara... Perché ti sei alzato così presto? Bruno si lamenta, venendo verso di me, graffiandosi l'occhio destro e la faccia accartocciata.

Sei tu quello che si sveglia tardi. Pigro!

Dai, ragazzina, molla quel tubo e vieni a giocare con me. - Odio quando mi chiama così, solo perché ha un anno in più non deve parlare come se fossi un moccioso di quattro anni coperto di bava. Bruno sa quanto odio questo soprannome e lo fa solo per infastidirmi. Giro il tubo verso di lui e lo inzuppo.

Dannazione! Smettila Ana, che palle! Mi sono appena svegliato.

È un problema tuo, sai che non mi piace quando mi chiami così.

Mascalzone! - Bruno mi chiama così solo per infastidirmi perché quando giro gli occhi verso i suoi, c'è il suo sorrisetto compiaciuto.

Ti faccio vedere io il moccioso! Gli butto di nuovo l'acqua addosso, premendo più forte il grilletto del tubo.

Bruno corre verso di me e iniziamo una guerra per vedere chi stava bagnando chi. Tra risate e lamentele da parte mia, perché il mio amico è molto più forte di me e mi batte sempre.

Abbiamo finito per cadere sull'erba con Bruno sopra di me che teneva il tubo sopra la mia testa, tenendomi le mani. Ridemmo come scemi fino a quando il sorriso di Bruno svanì in un'espressione seria, uno sguardo diverso da qualsiasi altro che mi avesse mai dato mi fece battere un po' il cuore.

Sono diventato serio come lui, cercando di capire cosa stava succedendo nella testa del mio migliore amico. Per un istante ho guardato le sue labbra e avrei voluto baciarlo. So che era sbagliato pensarci, Bruno è mio amico, il mio migliore amico, quello che sa tutto di te, tutto quello che hai fatto, quello che vuoi, quello che ti piace.

Mi sono sentito orribile a questo pensiero e ho distolto lo sguardo.

Anna? - Lo guardai di nuovo, cercando di non guardare le sue labbra.

Perché vuoi baciarmi? - Non so perché lo chiedo, baciare Bruno è esattamente quello che voglio.

Non lo so. - Non lo so", risponde, concentrandosi sulle mie labbra.

Rispondo perché è quello che voglio anch'io, ma la mia voce è bassa.

Bruno avvicina lentamente il suo viso al mio. I suoi grandi occhi verdi sono fissi sui miei. Sento il suo naso affusolato contro il mio prima che lui chiuda gli occhi e io i miei. Le sue labbra toccarono le mie, timide, le sue labbra erano fredde per il bagno di acqua fredda che gli avevo fatto. La sua bocca conservava ancora la freschezza del dentifricio provocando uno strano contrasto nel contatto della sua lingua calda sulla mia.

Il mio cuore batteva così forte e veloce che non sapevo cosa fare. Era strano e bello allo stesso tempo. Ho ripetuto i suoi movimenti fino a quando abbiamo preso un buon ritmo.

_BRUNO! Mia zia Lili chiama da dentro casa.

Ci siamo separati il più velocemente possibile. Mi stavo alzando quando Lilian venne alla porta della veranda che dava sul grande cortile.

Eccoti qua, ragazzo! Hai preso il caffè e ti sei lavato i denti? E perché siete tutti bagnati? Siete entrambi bagnati! - Dice mentre si avvicina.

Anna mi ha fatto bagnare. - Il mio amico fa spallucce, fa sempre così, siamo cresciuti come fratelli e anche se mi difende sempre da tutto quello che può a volte mi dà la colpa, come adesso, per esempio.

Perché mi hai chiamato ragazzina e mocciosa! - Rispondo, tenendo il broncio come un bambino viziato.

Va bene bambini... Vai a cambiarti i vestiti. - Zia Lilian non si schiera quasi mai quando noi due litighiamo, il più delle volte richiama l'attenzione di entrambi. Odia vederci litigare. Ora sorride perché sa che stavamo più giocando che litigando.

Vorrei andare in piscina, zia. - Chiedo.

Anch'io, mamma, fa troppo caldo e il sole è forte! - Egli dice.

Zia Lili ci guarda criticamente.

Niente corse intorno al bordo della piscina, niente giochi di annegamento e indossare la protezione solare. - La signora Lilian detta le regole della piscina, queste regole sono state imposte per anni, Bruno ed io di solito disobbediamo a volte.

Grazie zia! - La abbraccio e me ne vado verso casa per mettermi un bikini.

Bruno mi segue in silenzio.

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