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Prologo:

Lunedì 5 aprile, ore 8.10, commissariato "L'Aquila" Torino

Il tempo è insolitamente mite per la stagione, il cielo azzurro, limpido e sereno, ricorda le giornate di sole in riva al mare, sempre più rare in città.

Le foglie dei ciliegi del viale alberato si muovono lentamente alla brezza del vento, mentre i loro fiori rosa e bianchi stuzzicano le narici dei passanti.

Il commissario Alessandro Terenzi, giacca nera e jeans blu scuro sotto l'impermeabile marrone, cammina lentamente sul marciapiede gustandosi la bella giornata di primavera appena iniziata: in momenti come quelli quasi gli dispiace rinchiudersi in una stanza al chiuso per ore, ma sa bene che non può fare altrimenti, perché è quello che ha scelto di fare nove anni prima, all'inizio della sua carriera da poliziotto, dopo aver accantonato la vocazione da avvocato penalista.

L'uomo, l'inseparabile barba incolta, agguanta con decisione abituale la maniglia della porta davanti a lui, entrando così nel solito bar dove tutte le mattine fa colazione, i tavolini quasi tutti occupati da studenti e lavoratori degli uffici lì vicino.

La musica della solita familiare emittente radiofonica, lo accoglie non appena varca la soglia, il campanello in finto argento posto dietro l'ingresso.

-Buon giorno, commissario!- lo apostrofa un uomo sulla quarantina, la barba castano chiaro di qualche giorno e gli occhi chiari allegri, mentre con uno strofinaccio sta pulendo l'unico tavolino libero.

-Buon giorno, Maurizio!- risponde il nuovo arrivato, avvicinandosi al bancone e appoggiando una mano su di esso.

-Finalmente una bella giornata di sole: dopo la pioggia della scorsa settimana più che la primavera sembrava essere arrivato l'autunno- commenta il barista, un provocatorio grembiule rosso con la scritta "Il cappuccino più buono lo so fare solo io".

-Sì, hai ragione- ribatte il poliziotto, tamburellando con le dita sul bancone, al ritmo della canzone che le casse dello stereo posto su un angolo del mobile, stavano trasmettendo -questo tempo un po' mi mancava. Finalmente posso lasciare la macchina parcheggiata in garage e venire a piedi: il problema è che non oso immaginare quando arriverà il caldo estivo, quello sì che non lo sopporto-

-Ogni anno dice così, commissario- sorride l'uomo, sgusciando dietro la postazione lavorativa.

-Lo so, sono monotono, che ci vuoi fare?- domanda retorico il commissario, un'alzata di spalle ad accompagnare l'ironica lamentela.

Con gesti rapidi e sicuri, in pochi secondi il barista offre la colazione all'uomo in piedi oltre il bancone:

-Ecco il suo cappuccino e la brioche alla crema ... -

-Grazie, Maurizio. Per fortuna ci sei tu che mi tiri su il morale ... -

-Problemi in commissariato? Mi scusi, aspetti che vado a servire quelle due signore-

-Fai con comodo- il poliziotto sorseggia il cappuccino, rigorosamente amaro, addentando il soffice cornetto.

-Diceva?- chiede il barman una volta tornato, veloce come una saetta, mentre si appresta a completare l'ordine appena preso.

-Niente di particolare in realtà- comincia a spiegare il poliziotto dopo aver allontanato la tazza vuota, prontamente messa sotto il getto d'acqua fredda del lavandino nascosto -problemi in centrale non ce ne sono, quello a cui mi riferivo è l'arrivo dei nuovi vicini di casa-

-Ah, alla fine la signora ha affittato l'appartamento?-

-L'ha proprio venduto: è una coppia giovane, non avranno più di trent'anni. Li ho visti solo un paio di volte, ma mi è bastato e avanzato! Devono essere dei gran confusionari: lui è una specie di deejay da quello che ho capito, mentre lei è un'estetista. Mi metto le mani nei capelli ogni volta che torno a casa all'idea di tutto il rumore che mi aspetta-

-Non dica così, commissario, sono sicuro che troverete un accordo. Piuttosto dovranno stare attenti loro quando suonerà la batteria: rischia che siano i suoi vicini a lamentarsi! -

-Che ci provino! Qualche mese fa ho fatto persino insonorizzare la camera per non disturbare!-

-Male che vada glielo trovo io un bel appartamento, anche più vicino al commissariato di quello dove abita adesso, così la macchina non la dovrà proprio usare!-

-Grazie per la disponibilità, ma sto bene dove sto. Sono gli altri piuttosto che dovranno rigare dritto: non ho alcuna voglia di litigare quando torno a casa la sera, mi bastano già i miei delinquenti-

Il poliziotto si scrolla le briciole dalla camicia e si asciuga la bocca con il tovagliolo di carta:

-Adesso devo andare, ci vediamo a pranzo-

-D'accordo: per tirarle su il morale le farò trovare uno dei quei tramezzini che piacciono a lei!-

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