Capitolo 6
Mia finì la sua doccia e tirò fuori una maglietta e dei pantaloncini di Blaze che la facevano sembrare grande, non sapeva se poteva indossare i suoi pantaloni o quelli di lui perché era così insicura di mostrare le sue grandi cosce.
Alle elementari, in quinta elementare, era stata vittima di bullismo perché aveva già le tette e suo padre aveva dovuto imparare a metterle il reggiseno, il che era imbarazzante per lei, le ragazze della sua scuola erano gelose del suo corpo, aveva già cosce e tette grosse che la rendevano insicura, Mia ha sempre voluto essere una ragazza magra, era fondamentalmente normale, non era magra o grassa.
"Ecco qua". Sospirò e andò al piano di sotto con i vestiti di Blaze, si chiese se lui si sarebbe arrabbiato per aver preso in prestito i suoi vestiti, ma poi lui disse che lei poteva fare tutto perché le sue cose sarebbero arrivate domani, mentre lasciava l'ultimo gradino delle scale, vide Blaze che stava lavorando al tavolo della cucina, seduto su uno sgabello.
Stava scrivendo qualcosa su un foglio, si è tolto la camicia mostrando il suo corpo tonico e tatuato, è rimasto mezzo nudo con solo un pantaloncino da basket. Portava gli occhiali e si strofinava la mascella come se stesse pensando. Mia si schiarì la gola, voleva la sua attenzione.
"Mia, quale ristorante vuoi mangiare? Ce n'è uno che è vicino al branco". Disse Blaze senza guardarla.
"Certo che puoi scegliere, visto che non so dove mangiare in questa città". Ridacchiò e andò in cucina a prendersi dell'acqua fresca.
"Bene, allora scopiamo!" Urlò quando vide la sua compagna chinarsi per prendere dell'acqua, allargò gli occhi dalla lussuria.
"Dannazione, il nostro compagno è fottutamente sexy". Disse Nate.
Blaze non riusciva a rispondergli, non riusciva a muovere la bocca per parlare, il suo corto si sentiva stretto e voleva toglierlo. Deglutì a fatica e si schiarì la gola.
"Cambiati il vestito". Le ordinò Blaze.
"Perché?" Lei disse girandosi verso di lui e battendo nervosamente il piede.
"Lo so, lui pensa che io sia brutta". Pensò lei.
"Cambiati e basta". Lui disse severamente facendola quasi piangere.
"Bene." Lei disse con delusione, sapeva che non era sexy ma almeno lui poteva dirle che era brutta.
"Il compagno è triste". Nate dichiarò.
"Cosa?! Come!" Chiese Blaze.
"Non lo so, ma è triste ed è colpa tua".
Blaze strinse il pugno con rabbia, non voleva dire quello, non poteva sostenerla piegandosi con i vestiti addosso, doveva dire di cambiarsi perché aveva paura di non riuscire a controllare la sua lussuria. Voleva aspettare almeno, voleva seguire la tradizione e dopo l'accoppiamento l'avrebbe portata nel loro letto e l'avrebbe scopata senza senso, giorno e notte senza fermarsi.
"Devi chiederle scusa".
"Lo farò." Disse Blaze e poi tagliò la connessione con il suo lupo.
Mia entra con una camicia a maniche lunghe di lui e i suoi pantaloni, si sentiva male e sconvolto perché la sua compagna si era fatta male, aveva fatto male intenzionalmente.
"Mia guarda io sono-"
"Va tutto bene, andiamo in quel dannato ristorante". Lei sputa e apre la porta per lasciare la stanza, Blaze prende il suo maglione e la segue velocemente.
Le prese la mano ma lei la evitò e si allontanò velocemente da lui, Blaze era determinato e anche testardo a non lasciarle la mano, camminò velocemente, prendendola grazie alle sue lunghe gambe.
Le prese la mano e la strinse forte, Mia scrollò le spalle e camminò evitando tutte le conversazioni.
"Mia mi dispiace".
"Per cosa?"
"Mi dispiace di averti detto di cambiare". Disse con un luccichio di colpa.
"Mi dispiace di non avere il corpo perfetto". Disse lei senza alcuna emozione nella sua voce.
"No, non è questo", gemette lui, "Sei perfetta Mia, amo la tua figura e tutto, ti ho detto di cambiare perché avevo paura di perdere il controllo e di mandare tutto a puttane, neonata ti amo così tanto che non posso respirare senza di te".
Mia allargò gli occhi per lo stupore e sorrise timidamente. Blaze le raccolse una ciocca di capelli e gliela mise dietro l'orecchio poi si chinò vicino a lei e le diede un bacio sulla guancia.
"La mia neonata". Respirò sulla sua guancia morbida.
Rimasero in questa posizione per un momento, godendosi la sensazione di essere vicini. Blaze si staccò da lei nonostante il suo bisogno.
"Dobbiamo andare al ristorante, ho una sorpresa per te". Disse ridacchiando e si diresse verso il davanti per uscire dalla villa, Mia si chiese quale fosse la sorpresa che aveva preparato per lei.
Aprì la portiera dell'auto per Mia, lei salì dopo essere entrata, lui arrotondò la sua auto di lusso e si mise al posto di guida. Si strofinò la mano a causa del caldo freddo e accese il motore.
Dopo un paio di minuti, arrivarono in un costoso ristorante italiano, Mia gli disse di non sprecare molti soldi per una cena costosa ma lui fece spallucce e disse che non erano molti soldi.
Scendono ed entrano dalla porta posteriore, le guardie li fanno salire e le cameriere sono al loro fianco, inchinandosi a loro.
"Sanno che siamo lupi mannari?" Mia chiese a bassa voce al suo compagno.
"La mia famiglia possiede questo ristorante". Lui sospirò e lei sussultò.
Mia non disse niente di meno, salirono al piano di sopra e trovarono un tavolo con sei sedie, lei si sedette su una sedia e Blaze si sedette accanto a lei.
"Perché siamo soli?" Chiese sentendosi sola con il suo compagno che la faceva sentire felice.
"Il piano di sopra è riservato alla famiglia alfa e ai loro ospiti, quindi non preoccuparti dei vestiti visto che non andremo di sotto". Lui disse e chiamò una cameriera per portargli una birra.
Lei si strofinò le braccia coperte con ansia, sapeva che lui era ricco ma non così ricco da vivere con lusso e denaro.
"Ora aspettiamo". Disse prendendo lenti sorsi della sua birra.
"Per chi?" Mia si voltò verso di lui e lo guardò con sospetto.
"I miei genitori, piccola."
E fu lì che sussurrò a se stessa: "Fanculo la mia vita".
