#Non posso più 1
Quella parola... quella semplice parola mi ha riportato in vita.
Era come una chiave che decifrava qualcosa dentro di me. Qualcosa che confermava quello che già provavo. Quell'uomo che mi ha abbracciato sotto la doccia, che mi ha toccato amorevolmente la pancia e mi ha fatto eccitare, era Adam, il mio Adam, mio marito. Solo lui, tutta la mia vita.
Il suo sorriso mi disse che sapeva che era confusa, ma era lui.
-Oh Dio!...
Mi sono portato le mani alla bocca, indietreggiando un po' e ho lasciato che i miei occhi versassero due lacrime di sorpresa, dolore accumulato e gioia indescrivibile. Era Adamo. Dio, come faceva male vederlo perfetto come sempre e così vicino, nudo e che mi guardava con la tenerezza di tutte le altre volte che mi vedeva prima del caos che era per noi, l'arrivo nella dimensione. Mi sembrava incredibile che con gli occhi come quelli di sua madre, e la macchia sul collo, mi fosse così chiaro che era lui... Come?
“Vieni qui, piccola.” Mi tirò per un braccio, prendendomi l'altro gomito e mi sollevò sotto le spalle per premere i miei seni contro il suo petto e portarmi alla sua altezza tenendomi stretta, la forza con cui Adam mi amava “cazzo” un modo per farmi piacere il tuo odore, tesoro, mi sei mancato tanto," fece le fusa, affondando il naso nel mio collo e strofinando le labbra su quella zona del mio corpo.
"Baciami, sono io." Non sono mai stato un altro Eiza, baciami non vedo l'ora. Dai, dammi quella bocca e ridammi la mia vita.
L'ho preso per i capelli senza alcun dubbio che fosse davvero lui. C'era qualcosa nel modo in cui mi parlava che mi convinceva. Ho corso il rischio di sbagliarmi ma non pensavo fosse un caso, quello era il mio Adam. Non ci sono due uomini che potrebbero farmi sentire allo stesso modo.
La mia lingua si fuse con la sua e quando la prese tra le labbra ero in beatitudine. Ho alzato le gambe per avvolgermi intorno alla sua vita e lui ha ringhiato nel mio bacio quando il suo membro ha sfiorato il mio ingresso e le sue mani sono andate sulle mie natiche per stringerle e avvicinarmi ancora di più a lui. Era duro e pronto e io, avevo fame che mi prendesse. Lo desideravo come sempre quando mi toccava e quel modo di baciarmi mi confermava che era lui, e poi mi sarei incaricata di scoprire come fosse possibile.
Mi ha spinto contro le piastrelle e mi ha spinto un po' più in alto, raffreddando la mia schiena bruciante con l'umidità del muro, a bermi il seno costringendomi a urlare il suo nome mentre le mie mani si arrampicavano sopra la mia testa cercando un appiglio che non trovavo . . Le mie gambe si aggrappavano alla parte superiore della sua vita e il mio sesso era aperto sul suo petto. Lui gemette e io rimasi senza fiato. Eravamo così unici che non c'era margine di errore. Quello era Adam, travestito da Adrian. Ma Adam, mio e di nessun altro.
"Ahh, per favore, ancora...!"
Le mie urla sono aumentate quando mi ha spinto ancora più in alto e sono finito praticamente seduto sui suoi avambracci con le gambe divaricate e il mio nucleo nella sua bocca.
Quando le sue labbra si chiusero sulla mia clitoride, mi morsi le labbra tra grida di piacere.
Mi stava divorando come non faceva da settimane e io sentivo i primi segni del mio imminente orgasmo.
"Premi la mia lingua con la tua figa e muoio dalla voglia di farti mia, piccola, so che stai per scappare e questo mi fa impazzire." Ha parlato della mia femminilità, eccitandomi ancora di più e ha immerso la sua lingua nel mio sesso, grattandomi la schiena con i denti e alzando la temperatura a livelli pericolosi, costringendomi a tirargli i capelli e ad aggrapparmi con enorme forza al bordo superiore del vetro della doccia.
-Non posso più...!
