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Capitolo 4

I due amici erano rimasti a lungo seduti sul divano a mangiare popcorn e gelato, guardando un film comico e romantico. Per fortuna erano riusciti a distrarsi un po' dalle loro vite, che in quel momento erano un vero disastro, anche se Alan sapeva di averle causate.

Si sente in colpa o ha paura per averla messa sottosopra? Alan sente la voce della sua coscienza che glielo chiede.

− A dire la verità, no! Sono sollevato di essermi liberato di un peso. − Borbotta.

Sono rimasto sbigottito quando Jo Ann ha detto qualcosa per distogliermi dai miei pensieri.

− Hmmm?

− Non dirmi che sono stato qui per trenta minuti a parlare da solo? − Gli chiese, facendogli capire che il film era già finito.

− Mi dispiace", disse lei, ma fu quasi un sussurro impercettibile.

− Stai davvero bene? Perché sei troppo silenzioso per i miei gusti − disse Jo Ann con un tono preoccupato, lo stesso che lui usava quando lei si comportava come Alan in quel momento, solo che non voleva preoccuparla con le sciocchezze che abitavano i suoi pensieri in quel momento − Al, non te ne sei pentito, vero?

− Perché dovrei? − Rispose con una domanda che non la soddisfaceva.

− Non rispondermi con una domanda − lo rimproverò l'amica, fingendo di essere infastidita − Ti conosco bene, Alan Martins, e non farmi questo.

− In realtà... stavo pensando a come sarà la mia vita d'ora in poi − rispose lui, sistemandosi sul divano di fronte a Jo Ann.

− Senti, so che devi pensare che la tua vita sia finita −. Fa una pausa quando si accorge che l'amica sta abbassando lo sguardo, solleva la testa in modo che lui possa guardarla negli occhi −. Ma non è finita, questo potrebbe essere un nuovo inizio di una vita che non stavi vivendo, come tu stessa hai detto.

− "Lo so, ma questo non mi impedisce di chiedermi cosa succederà d'ora in poi", risponde lei, sentendo il bisogno di dare una risposta anche se sa di non doverla dare.

− Vado a prendere altri popcorn, così possiamo guardare un altro film − dice Jo Ann, alzandosi dal divano.

L'amica le dà manforte, Alan si sente in colpa perché sa che lei non è ancora al 100%, ma Jo Ann finisce per annullarsi per cercare di farlo sentire meglio, in fondo lui non era poi così male, ma capiva la sua paura e la sua cautela.

Alan concentra quasi tutte le sue energie nel pensare a come andare avanti con la sua vita.

Fu sorpreso quando gli apparve davanti un secchio di popcorn.

− Dovevi proprio spaventarmi così? − chiede con una certa rabbia nella voce, che di conseguenza la fa uscire con un tono più alto del normale.

− Eri così distratto che non mi hai visto arrivare e non mi hai chiamato − gli fa una finta di rimprovero − Ho dovuto ricorrere a misure drastiche.

− Se avessi avuto un infarto, sarei sicuramente morto.

− Ma quanto è drammatica la mia amica − Jo Ann fece una pausa, portandosi una mano alla fronte e inclinando la testa all'indietro − Hai sbagliato mestiere, ora lo so per certo.

− Ma no! − "Adesso mi dici come stai?

− Sai già come sto − Risponde troppo in fretta per i suoi gusti, senza guardarlo negli occhi, perché sa che Alan capisce quando mente − Bene!

− Ripete, guardandomi.

− Ma che amico di merda che sei − lo rimprovera Jo Ann − Non sono io che ho bisogno di sfogarmi qui, né tantomeno di consigli, è Vostra Altezza davanti a me che ha bisogno di una spalla su cui appoggiarsi.

− Beh, è tutto quello di cui ho bisogno", impreca lei, "Beh, io non ne ho bisogno, perché per quanto ne sai tu, me la cavo benissimo.

− Allora dimmi, cosa pensi tanto da alienarti dal resto del mondo?

− Aishi, quante volte devo rispondere alla stessa domanda? − Ripete la domanda anche se sa che lei odia che io lo faccia. − Questa ripetizione mi sta già stressando.

− Finché non mi convince. − Lei gli risponde sporgendo il mento, fingendo di essere un'impicciona, cosa che non era.

− OH MIO DIO, COSA HO FATTO PER MERITARMI QUESTO? − Lui le urla contro, spaventandola: "Devo aver commesso un peccato molto grave in un'altra vita, è l'unica spiegazione plausibile per dover sopportare questa creatura".

− "So che mi ami", dice l'amica, afferrandolo e baciandogli le guance.

− Questo amore ha una data di scadenza: lui cerca di dirle di stare alla larga, ma purtroppo non serve a nulla.

− Non è vero − dice lei con convinzione − Il mio povero migliore amico pensa che non lo conosca − dice Jo Ann più a se stessa che ad Alan.

− Jo Ann, ma tu sei un idiota, certo che lo so, credo che tu abbia dimenticato che anch'io ti conosco molto bene −. Appena finito di dirlo, l'amico scoppia a ridere, lasciandolo di stucco.

− Il mio caro amico ha iniziato a guardare la serie di cui ti ho parlato? − disse Jo non appena riuscì a smettere di ridere.

− Mi hai maltrattato più di quanto mi hai detto − cerca di controbattere − Ma per tutta risposta, sì, ho visto metà del primo episodio.

− Guardiamo il resto allora − dice lei eccitata, che non gli fa capire nulla.

− Lo guarderemo tutta la notte? − chiede lui, già spaventato dalla risposta che si sentirà dare.

− "Sì", risponde lei, e lui la guarda come se fosse un alieno con sette teste colorate.

− Io e te dobbiamo lavorare domani, pazza, e io sono morto e ho bisogno di un letto", dice.

− Al, non mi lascerai qui da sola, vero? − Lei insiste, lui guarda l'amico cercando di dire...

Non credo che sarò d'accordo con questa pazza.

− E come faremo a lavorare domani?

− Questo è facile da risolvere, puoi lasciarlo a me". Lui la guarda, non credendo che lei possa farlo.

− Che cosa hai intenzione di fare? − "Chiudere la scuola", scherza, ma si vede un luccichio nei suoi occhi.

− "Che bella idea", dice Jo Ann.

− Mi prendi in giro, vero? − Lo sta già chiedendo con timore.

− Mi hai mai visto giocare con qualcosa di serio? − Alan scuote la testa in senso negativo. − Le nostre aule non saranno aperte domani.

"Perché ho aperto la tasca?", pensai.

Così passammo la notte a guardare Dorama e la mucca del mio amico mi svegliò alle 4 del mattino.

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