1 Londra
BALTHAZAR
-Vieni", la bruna che mi tiene per mano mi trascina verso l'ascensore, "fammi qui", chiede mentre si gira e si alza un po' il vestito.
Mi ha lasciato apprezzare la sua intimità e ha alzato le sopracciglia.
-Donna cattiva, non porti le mutandine", esclamò lui, facendo scorrere un dito tra i suoi umori.
Il suo corpo rabbrividisce al mio tocco ed è per questo che amo il sesso, è una transazione pulita, si può essere peccaminosi quanto si vuole, qualsiasi posizione e qualsiasi luogo va bene per raggiungere un accordo reciproco tra due o più persone. Amo tutte le donne, amo i loro corpi e come reagiscono al mio tocco.
Non posso dire di più perché l'ascensore arriva al piano della donna, l'ho conosciuta al bar dell'hotel, credo si chiami Jin, Jenn e iniziamo a parlare di cose simili, è modestamente formosa, ha un bel vestito nero stile corsetto, i suoi capelli ricci color cioccolato competono con il colore lussureggiante della sua pelle tostata, inciampiamo fino alla sua stanza e poi apriamo ed entriamo.
Non appena lo facemmo, lei chiuse saldamente la porta e cominciò a togliersi la gonna di quello che pensavo fosse un vestito, ma si tolse proprio quello lasciandolo nudo dai fianchi in giù, tirò giù le spalline lasciando esposti i suoi succulenti seni, Quando l'aria baciò i suoi capezzoli, questi divennero una piccola protuberanza eretta che reclamava attenzione, mise le mani sui fianchi e assunse quella posa che dovrebbe essere sexy per le donne, ma che su di lei appare un po' forzata, volendo apparire come una leonessa quando si capisce che è una gattina che vuole essere addomesticata.
È già bella così, non ha bisogno di distinguersi, ma non glielo dico perché il punto è che ci sentiamo entrambi molto bene. Mi sono tolto la cravatta perché appena uscito dall'ufficio sono andato al bar a chiacchierare con un amico, ma lui ha avuto un appuntamento cinque minuti prima del mio arrivo, è Jassiel.
-Sdraiati sul letto", dissi, togliendomi i gemelli e sbottonando i polsini della camicia, "allarga le gambe e fammi vedere quella figa affamata di cazzo.
La donna obbediva a ogni ordine senza lamentarsi, voleva dare l'impressione di avere il sopravvento, ma divenne mansueta come tutti gli altri.
- Toccati - continua con le mie richieste.
Mi sono tenuto i pantaloni e mi sono avvicinato a lei sul letto, abbassando il viso verso il suo centro: non l'ho toccata, mi ha toccato solo un minuto fa ed è bagnata in attesa del mio cazzo.
Soffio aria e la guardo contorcersi per il cambiamento di temperatura.
-Per favore", implora.
-Per favore cosa? - Gli risposi divertito, mentre facevo scorrere l'indice lungo la sua fessura in una fugace carezza.
-Ho bisogno di te", implora e ansima.
Il sudore le cola sulla fronte, vedo la sua vagina pulsare e le sue cosce tremare e senza ulteriori indugi porto la mia bocca sul suo piccolo clitoride e lo succhio con forza. La sua schiena si solleva dal materasso e lei emette un urlo a metà tra l'angoscia per l'attesa, l'estasi per le sensazioni e l'incredulità per ciò che sente.
Mi schiaffeggio il cazzo per avvertirlo che sta per arrivare il suo turno, ma prima le signore.
Giocai con il suo nucleo peccaminoso e aggiunsi le mie dita all'equazione, regalandomi una squisita e un po' esagerata sinfonia del suo primo orgasmo. Mentre scendeva dalla nuvola orgasmica su cui la cavalcavo, indossai il preservativo e le allargai le gambe, mentre accarezzavo la sua piccola perla gonfia e ormai sensibile, le infilai il glande senza ulteriori preliminari.
-Oddio, è troppo", geme mentre sente solo la punta del mio grosso fallo.
-Lo prenderai tutto", schiaffeggio la sua figa sensibile e lei urla di piacere e io colgo l'occasione per spingere il resto della mia asta dentro di lei in una sola spinta, rubandole l'aria dai polmoni, "merda. Sì, è una bella sensazione.
L'ho lasciato per qualche secondo per farlo adattare un po' alle mie dimensioni, ma volevo muovermi di nuovo, volevo metterlo tutto dentro, ma non mi sono lamentata.
-Metti quelle tette insieme per me", fece lei mentre le mie parole penetravano nella nebbia del piacere.
Quando i suoi capezzoli furono attaccati le diedi diversi colpetti umidi con la lingua mentre iniziavo a spingere il mio cazzo dentro e fuori di lei, il suo corpo si contorceva sotto di me e non sapevo se voleva togliermi o attirarmi dentro di lei. Nessuno poteva sopportare le mie dimensioni e a volte si lamentavano e diventava troppo quando cercavo di dare loro più di quanto potessero gestire, a volte non mi dispiaceva, ma giorni come oggi, quando voglio scaricare lo stress e la frustrazione di non aver firmato un trattato che era pronto, beh non mi piace, a nessuno piace essere trattenuto dalla propria estasi.
Estraggo il mio cazzo da lei senza preavviso e lei geme, trasalisce per il dolore, ma quando la giro e la metto a quattro zampe non geme, anzi, si irrigidisce di più, le accarezzo un po' la schiena per non farle contrarre il corpo e torno ad accarezzare i suoi meloni lussuriosi, liscissimi e morbidi. Passo una mano sul suo ventre e gioco con il piccolo piercing dell'ombelico e poi continuo la mia strada verso il suo mons pubis, divarico ulteriormente le sue labbra e ci passo sopra le dita, ogni vagina è diversa come la donna che la porta e mi piace conoscerla, assaggiarla, toccarla e riconoscerla. Le ho già detto che amo le donne, ogni figa è bella a modo suo.
La mano che giocava con i suoi seni la portai sulla schiena e la feci scorrere su e giù in un massaggio ipnotico, infilai il mio fallo spesso e duro come una roccia nella sua figa affamata e lei cercò di ingoiarne il più possibile.
-Mi fa male", mi avverte e io smetto di penetrarla così profondamente, trovo un'angolazione che sia praticabile per me e non così dolorosa per lei e ruoto i fianchi, trovando il suo punto g nel frattempo.