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Cristal in viaggio verso l’ignoto

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Riepilogo

E SE TUTTO QUELLO CHE NOI RITENIAMO INESISTENTE E IMPOSSIBILE AD UN TRATTO DIVETASSE REALE? SE TUTTO CIO' CHE TU PENSI DI SAPERE, SE LE TUE CERTEZZE E SICUREZZE VENISSERO STRAPPATE VIA COSA FARESTI? CRYSTAL SI TROVERA' AD AFFRONTARE UN VIAGGIO CHE LA PORTERA' A CONFRONTARSI CON REALTA' E VERITA' NASCOSTE, SCOPRIRA' SÉ STESSA E FORSE UNA NUOVA VIA. Un mondo misterioso il cui accesso si trova nel sottobosco. Una volta che Cristal avrà varcato la porta che divide i due mondi, non potrà più tornare indietro. Si ritroverà catapultata in mille peripezie e scoprirà nuove verità è realtà che le permetteranno di scoprire una parte di lei che aveva dimenticato. Tra guerre, scoperte e amori Cristal si ritroverà spesso in situazioni pericolose per cui dovrà lottare. Demoni, alleanze e tradimenti questo e molto altro vi aspetta in questa nuova avventura!

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L’inizio di un’avventura

Le giornate si erano accorciate. Faceva freddo. L’inverno bussava alle porte. Guardavo la nostra piccola casa, fatta di legno e pietra. Qua e là, lungo le pareti, si infiltravano spifferi gelidi. Il camino, acceso al centro della stanza, bastava appena a scaldarci durante i lunghi e rigidi inverni di questo piccolo paese tra le montagne.

La casa era modesta, come quasi tutte nel nostro villaggio feudale: un unico grande ambiente che faceva da cucina, sala e camera per la piccola. Poi due stanze più piccole: una per me e mio marito, l’altra per mia figlia e suo marito. Coltivavamo un pezzo di terra io e lei, mentre gli uomini tagliavano la legna, andavano a caccia o lavoravano nei cantieri. La vita non era semplice, ma nemmeno infelice. Certo, se solo potessimo tenere per noi la maggior parte del raccolto sarebbe tutto diverso, ma non si può: il nostro signore pretende i tre quarti di tutto.

— Nonna!

— Dimmi, piccola.

— Oggi che piove e tu e la mamma non potete uscire... mi racconti una delle tue storie? Una vera avventura?

La guardai, pensierosa.

— Te ne ho raccontate così tante che non saprei da dove cominciare.

— Dai, dai, per favore! — insisteva, saltando e sbraitando.

— Basta! Comportati come si conviene a una signorina, Alesia! — la rimproverò sua madre. Lei fece il broncio, adorabile.

— Forse, e dico forse — sussurrai con un sorriso complice — un’ultima avventura c’è ancora. Ma dovrai ascoltare con molta attenzione, d’accordo?

— Madre... non quella. — intervenne mia figlia con voce preoccupata.

— Penso che sia pronta.

— Sì, sì, nonna, sono pronta! — esclamò la piccola, eccitata.

Aveva sei anni, e già mostrava di essere una piccola furbetta.

— Allora siediti dove vuoi. Perché adesso ti racconterò come ho conosciuto tuo nonno... ma soprattutto, ti svelerò un segreto.

I suoi occhietti vispi si illuminarono. Guardai fuori: la pioggia cadeva incessante. “Spero che i raccolti non marciscano,” pensai. “Altrimenti quest’anno sarà davvero duro.”

Era l’anno 1100. Avevo sedici anni. Mio padre mi aveva promessa in sposa a un uomo molto più anziano, che non avevo mai visto e che mi faceva paura solo a sentirlo nominare. Non potevo oppormi. Quando mi confessò quell’accordo, piansi tanto. Cercai di ribellarmi, ma fu inutile: persino mia madre si era schierata con lui.

Quella sera, convinta di essere abbastanza forte per cavarmela da sola, fuggii dalla mia stanza. Pioveva forte, il fango mi arrivava alle ginocchia e il vento mi spingeva avanti e indietro come fossi una foglia. I vestiti zuppi mi incollavano addosso, i denti battevano. Ma più mi allontanavo, più la mia idea mi sembrava sciocca.

Sapevo che se mi avesse trovata, mio padre mi avrebbe punita duramente. Ma fu proprio quella certezza a darmi la forza di continuare. Non ero solo una “donna priva di senno”, come diceva il nostro signore. Io avevo volontà, coraggio, pensiero. Emozioni che dovevo sopprimere, ma che bruciavano dentro.

Alla fine, stremata, mi accasciai fra una roccia e una cavità nel tronco di un albero. Tremavo. Il vento mi frustava il viso. L’acqua scrosciava senza tregua. Nonostante tutto, riuscii a chiudere gli occhi e addormentarmi.

Quando mi svegliai, ero in una dimora calda. Il camino ardeva, e sul tavolo due piatti fumanti di zuppa. Un giovane era accanto a me: non molto più grande di me, esile ma forte, capelli lunghi e biondi, occhi d’un azzurro profondo, orecchie leggermente appuntite. Il suo volto era gentile.

— Vieni, mangia qualcosa.

Lo guardai con diffidenza, cercando di ritrarmi.

— Non temere, non ti farò del male. Ti aspettavo da tempo. Mangia, dormi... domani ti riporterò a casa.

— No, ti prego, non voglio tornare. Mio padre vuole costringermi a sposare un vecchio. Non voglio.

Scoppiai in lacrime, perdendo ogni parvenza di fierezza.

— Resterai qualche giorno, se vuoi. Ma poi dovrai decidere tu.

Il suo tono era calmo, rassicurante. Mi sentii protetta.

— Nonna… ti eri innamorata? — chiese Alesia.

— Forse. Nessuno mi aveva mai parlato con tanta gentilezza.

La mia nipotina era rapita, mia figlia invece sorrideva con tenerezza.

— Continua, nonna, ti prego!

— D'accordo, piccola gnoma.

— Ehi! Io non sono una gnoma!

Scoppiammo a ridere tutte insieme.

Durante la cena mi disse che si chiamava Darhiel. Io mi presentai.

— Mi chiamo Elisabeth, ma tutti mi chiamano Lisa.

— Per me sarai Crystal — rispose lui. — Perché sei come un piccolo cristallo.

— Cosa?

— Capirai.

Mi raccontò storie strane, di un popolo antico, un regno chiamato Eihart, nato insieme al nostro e che coesisteva con noi per mantenere l’equilibrio. Parole che non avrei mai dovuto ascoltare.

— Attento a quello che dici, Darhiel. Se ti sentissero, ti condannerebbero per stregoneria.

— Ucciderebbero solo il mio corpo terreno, non quello vero.

Mi sorrise. E cambiò argomento.

Quando mi riportò a casa, ero sconvolta. Mio padre mi avrebbe massacrata. Ma prima che ci separassimo, Darhiel mi consegnò un libro e una collana.

— Questo libro contiene tutto ciò che devi sapere. Nel bosco, c’è una porta. La collana è la chiave, ma solo per chi sa vedere.

Volevo fargli mille domande, ma non ne ebbi il tempo. Mio padre mi trascinò in casa senza nemmeno notarlo.

— Padre, fermo! Devo salutarlo!

— Chi? Stai delirando ora?

Allora capii. Nessuno lo vedeva. Nessuno tranne me. Mi voltai. Darhiel svanì in una nube di luce.

“Sto impazzendo?” pensai. Ma il libro era reale. La collana era lì, attorno al mio collo.

Fui rinchiusa in casa. Tre giorni dopo mi sarei sposata. Ero disperata.

Come si può amare chi nasce da un atto imposto? Come si sopravvive a una vita fatta di doveri senza amore?

Accanto a me, la collana brillava. Sfogliai il libro. Non sapevo leggere bene, ma bastava. In prima pagina c’era un simbolo: un triangolo, tre spade in spirale, e al centro un giglio. Poi, un messaggio scritto solo per me.

“Cara Crystal

leggi e impara ciò che un giorno ti servirà, non sempre tutti ti diranno la verità, ma ricorda dietro la menzogna e dietro le leggende dietro le righe, quelle scritte in scuro c’è sempre del vero. Fidati di te. Buona lettura.

Ci fu un tempo in cui il regno del sottobosco o meglio di Eihart era diviso in sette regni e governato da sovrani saggi. I sovrani erano sette, ma solo il settimo era colui che più contava tra tutti. A lui gli altri regni facevano capo.

La ricchezza e la prosperità regnavano tra questi sette regni, ma l’ombra delle terre oscure presto sarebbe scesa su di loro. Il male che come un serpente ondeggia sulla terra, mise amici contro amici, fratelli contro fratelli, sorelle contro sorelle, in poco tutto fu distrutto e di quella terra rimase solo cenere.

Fu solo allora che gli anziani rimasti impassibili fino ad allora e le antiche guardiane che fin dall’inizio di quel disastro erano state in campo con i loro uomini decisero di far rinascere un nuovo regno dalla cenere. Il regno sarebbe stato suddiviso in soli quattro regni, le guardiane chiamate Laime e i regni avrebbero avuto il nome di Ther, Araapas, Waasur ed in fine di Zeltso a cui avrebbero fatto capo tutte le altre.

Ma poiché per esserci equilibrio vi è sempre bisogno anche dell’altra parte, per quanto oscura essa possa essere, le due parti di luce e di ombra si incontrarono al centro dei nuovi regni i popoli dell’una e dell’altra rimasero a guardare mentre uomini di luce scendevano veloci dal cielo e di ombra risalivano dalla profondità della terra. I signori della luce e dell’ombra insieme diedero vita ad un piccolo seme di energia che piantato al centro di quella nuova terra germogliò all’istante, egli era il custode dell’equilibrio. Dopo questo periodo i regni tutti vissero in pace e prosperità. Eppure Crystal questa pace non è destinata a durare.”

Iniziava così la storia del regno di Eihart, dei suoi sette re, della distruzione, della rinascita in quattro regni nuovi: Ther, Araapas, Waasur e Zeltso. E del seme d’equilibrio piantato dal Signore della Luce e quello dell’Ombra.

Una profezia. Una nuova speranza. E io... forse ne facevo parte.