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CAPITOLO 3

Il punto di vista di Casabella

Dopo aver lasciato la festa, mio zio non disse una sola parola a nessuno di noi finché non arrivammo alla villa e non entrammo nel salotto dove tutto era iniziato.

Mi diede uno schiaffo che mi fece inginocchiare mentre Lora e Annie ridevano sapendo che ero nei guai.

"Stupida puttana, hai quasi rovinato la mia vita e tutto ciò per cui ho lavorato dopo averti avvertito di non dire mai una parola a nessuno". Mio zio ruggì e mi colpì in faccia.

"Mi dispiace zio, non volevo dire niente a loro".

"Chiudi quella cazzo di bocca. Se non ti avessi tagliato la strada, la mia carriera e il mio prestigio sarebbero stati distrutti da te".

"È solo una sfortuna per noi, tesoro. Non so davvero perché hai deciso di prenderla con te quando i suoi genitori sono morti". Lora si lamentò, fissandomi con odio.

"Chiudi quella cazzo di bocca, donna, e stanne fuori. Saresti mai ricca se non avessi escogitato un piano per accumulare il patrimonio di mio fratello? Ovviamente no, quindi stai fuori dai miei affari, è una cosa tra me e mia nipote, ok?". Lui le ringhiò contro e lei si arrabbiò moltissimo e mi fissò con amarezza.

"Non voglio farti del male, zio. Mi dispiace, ti prometto che non farò più una cosa del genere". Dissi singhiozzando.

"Devi ricevere una lezione, ragazza inutile". Ha urlato e ha iniziato a colpirmi su tutto il corpo con una cintura.

"Andrai mai contro i miei avvertimenti?".

"Ti prometto che non andrò contro le tue parole zio, mi dispiace tanto. Ti prego, perdonami". Gridai implorandolo di smettere di colpirmi.

"Sei solo inutile". Ringhiò e smise di colpirmi.

"Si merita di più senza fermarsi. Mamma, non dimenticare la punizione che intendi darle". Annie affermò con una risatina.

"Non me ne sono dimenticato, tesoro. Quando tuo padre avrà finito con lei, inizierò il mio".

"Sparisci subito prima che perda di nuovo le staffe". Mi ha colpito in faccia e io me ne sono andato in camera mia all'istante.

Appena sono entrata nella mia stanza, ho chiuso la porta a chiave e sono caduta sul pavimento per il dolore che sentivo in tutto il corpo.

Che cosa ho fatto davvero per meritare tutto questo odio e questo trattamento duro da parte loro? Dio, cosa è andato storto dalla vita che stavo vivendo a questa? Non merito di essere di nuovo felice?

Vorrei solo potermi uccidere per poter raggiungere i miei genitori e andarmene in pace. I trattamenti duri di queste persone stanno diventando troppo pesanti e non riesco più a sopportarli. Se dovessi scegliere tra la vita e la morte, sceglierei volentieri la morte, perché questa vita non vale la pena di essere vissuta quando non si ha una buona ragione per essere felici, anche se lo si vuole.

"Bella! Bella!!! Bella!!! Apri subito questa dannata porta. Non ti ho dato la mia parte di punizione, quindi apri questa dannata porta, sciocca". Lora urlò sbattendo la mia porta.

Mi merito davvero di nuovo tutto questo? L'umanità non esiste più in questo mondo, ognuno pensa solo ai propri interessi e a come rendere la vita di qualcuno miserabile e senza senso.

A fatica riuscii a mettermi in piedi e le aprii la porta per vederla imbestialita.

"Puttana, ho continuato a chiamare il tuo nome e ti sei rifiutata di rispondere. Sei davvero fortunata che mio marito ti abbia risparmiata, ma io non ti risparmierò e non ti risparmierò mai, per quanto piccola possa essere l'offesa, perché non meriti alcuna pietà".

"Qual è il motivo principale del tuo odio verso di me, zia?". Lo supplicai, volendo sapere perché mi odiava così tanto.

"Odio tutto di te. Il tuo aspetto, il modo in cui la gente ti fa i complimenti e il modo in cui ottieni tutto ciò che vuoi. Odio totalmente tutto ciò che ti riguarda, mi hai sentito? Seguimi nella stanza buia per scontare la tua punizione".

Con tutto quello che aveva detto, sapevo di non poter fare nulla per cambiare l'amara verità sul motivo per cui mi odiava così tanto. Il suo odio verso di me non potrà mai essere cambiato, per quanto io cerchi di compiacere lei o mio zio.

"Va bene zia". Pronunciai, seguendola in silenzio nella stanza buia, combattendo il dolore che provavo.

"Andrai subito dentro per pulire la stanza durante la notte". Dichiarò.

"La stanza è così buia, come pretendi che la pulisca senza luce all'interno?". Chiesi, non conoscendo il motivo per cui mi aveva chiesto di farlo.

"Non mi interessa come lo troverai, ma ho bisogno che la stanza sia tutta pulita entro domani perché sarà la tua nuova stanza. Mettiti subito al lavoro!". Sogghignò e se ne andò.

Questo è ciò che continuo a ripetere. Se qualcuno si trovasse nella mia posizione, tenterebbe il suicidio piuttosto che continuare a vivere questo inferno che sto affrontando ogni singolo giorno della mia vita.

Credo che riavrò ciò che ho perso a causa loro: la mia felicità, la ricchezza di mio padre e la mia libertà.

Mi sarebbe piaciuto chiamare il signor Henry per aiutarmi a salvarmi da questo tormento, ma non so molto di lui. So solo che ha visto il dolore che sto passando e vuole aiutarmi. Ho solo paura di cosa farebbe mio zio quando lo scopre.

Non posso fare del male all'uomo che vuole aiutarmi. Posso sopportare tutto il dolore che sto vivendo fino a quando non avverrà un miracolo.

Devo iniziare a pulire, ma cosa devo usare visto che la stanza è buia? Sono tornata in camera mia per cercare un tocco e per fortuna ho visto la mia lampada sul comodino.

"Credo che ora mi salverà". Boccheggiai e lo raccolsi tornando nella stanza buia per iniziare a pulire.

Non so quanto tempo mi ci vorrà, ma spero di finire prima di mezzanotte.

A mezzanotte esatta avevo finito di pulire la stanza ed ero così esausta con gli occhi che traballavano per la mancanza di sonno. La stanza era tornata alla normalità e aveva un aspetto così bello.

"Sono così esausta in questo momento. Non vedo l'ora di andare in camera mia a dormire". Anelai trascinandomi verso la stanza.

~MORTEGGIO~

"Alzati e risplendi, disgraziato". Sentii un forte urlo e una goccia di liquido che veniva versata su tutto il mio corpo e sul letto.

Aprii gli occhi e vidi Lora che teneva una ciotola in mano. È l'unica che può farmi questo effetto.

"Buongiorno zia". Mormorai scendendo dal letto bagnato.

"Cosa c'è di bello al mattino quando dovresti essere in piedi a pulire la casa e a preparare la colazione". Ringhiò e io rimasi muto pensando a un modo per ripulire il casino che aveva creato.

Mi ha appena rovinato la mattinata con i suoi modi stupidi. La tollero solo a causa di mio zio che trova ogni difetto per dare tutta la colpa a me.

"Vado subito a farlo".

"Mi raccomando, sbrigati. Non ho tempo da perdere con una persona inutile come te". Disegnò e uscì.

Dovrei essere felice che mi abbia rovinato il sonno o che mi abbia reso la vita un inferno? Stanno rendendo insopportabile tutto ciò che riguarda la mia vita. Perché non posso mai essere felice? Che cosa ho fatto per meritare davvero questi maltrattamenti? Perché io, Dio?

"Non ho tutto il giorno a disposizione ossa magre, quindi sbrigati a scendere!". Gridò fuori dalla porta.

"Ok zia, esco tra un minuto".

"Ti conviene!" Sbuffò allontanandosi dalla porta.

Mi diressi verso il bagno, feci la mia routine mattutina e uscii per cambiarmi il vestito da notte prima di scendere al piano di sotto.

Mentre andavo in salotto, sentii mio zio e Lora che discutevano dell'arrivo di alcuni ospiti per cena.

Finalmente riuscii a vederli e li vidi fissarmi come un ospite non invitato che distraeva la loro discussione.

"Buongiorno zio".

"Stavi ascoltando la nostra conversazione?". Lei ha stretto gli occhi, fissandomi con sospetto.

"No zia, non è vero. Stavo scendendo per preparare la colazione".

"Lasciala stare, tesoro. Bella, abbiamo ospiti dalla festa di ieri sera per cena. Assicurati di non dire una parola a loro o questa volta la mia ira sarà peggiore di quella di ieri sera. È chiaro?" Affermò camminando verso di me e mi fece venire la pelle d'oca.

"Non dirò più una parola a loro, signore". Balbettai annuendo con la testa mentre lui continuava a camminare verso di me, con il pensiero che mi avrebbe messo le mani addosso proprio come aveva fatto ieri sera.

"Dio! Ti prego, proteggimi dal rischio di essere colpito oggi". Borbottai, deglutendo a fatica la saliva.

"Questo sarà per il tuo bene, inoltre oggi non farai le pulizie della casa. Ho già assunto delle persone che verranno e si occuperanno di tutto, insieme a dei ristoratori che si occuperanno dei pasti e della sistemazione della casa". Dichiarò, mentre Lora continuava a sbottare per la rabbia.

Finalmente oggi posso riposare senza pulire la casa. Avrò il tempo di fare un pisolino e probabilmente di truccarmi con calma. Ho due persone che voglio far arrabbiare quando vedranno quanto sarò bella e splendida per la cena.

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