Prologo
La donna è inginocchiata ai piedi del letto.
Piccole gocce di sudore fanno risplendere la sua pelle meravigliosa, lei è una creatura splendida anche se troppo altera per i suoi gusti.
Ha i polsi ammanettati dietro alla schiena e lo guarda con bellissimi occhi verde smeraldo, così pieni di voglia e febbricitanti da indurlo a resistere ancora qualche istante prima di agire, nonostante un gemito roco, soffocato, dischiuda quelle labbra carnose.
Lui si avvicina appoggiando lentamente, sulla schiena della donna, la sua meravigliosa erezione, ma poi la solleva di forza scaraventandola sul letto a pancia in giù.
Affonda lento tra i glutei sodi e perfetti, aprendoli con le mani, provando un’inattesa e immediata sensazione di calore: lei è completamente aperta alla penetrazione.
La donna geme, geme forte, ansimando riesce a far uscire la voce
“Oh mio Signore… è così… così enorme!”
Avrebbe dovuto imbavagliarla, odia sentire commenti sul suo sesso; infatti, si sente irritato e brutalmente affonda sempre di più in lei con violente spinte, per spezzarle il fiato e dominarla come solo lui sa fare.
Sente una rabbia montargli, prende tra le mani i lunghi capelli della donna per acuire la sua eccitazione e lei grida, grida di piacere, ma è solo l’inizio questo ed è ancora tutto troppo tranquillo per i suoi gusti.
Il Master solleva una mano e comincia a percuotere con violenza quelle natiche sode e meravigliose, la donna sgrana gli occhi urlando di dolore.
Così è meglio.
Molto, molto meglio.
La sente rigida ora, lei cerca di sottrarsi a quelle sculacciate vigorose, indecisa se cessare la seduta o stare al gioco, ma i colpi violenti accompagnano il ritmo della penetrazione che diviene via, via, sempre più incalzante.
“Ti prego… basta mio Signore, basta! Mi fai male!” singhiozza con le lacrime agli occhi.
Ma il Master appoggia le sue labbra lungo la schiena di lei, che freme e trema allo stesso tempo, poi con la lingua assapora la sua pelle sentendone la paura.
Oh! Così va meglio.
La sente tremare mentre accarezza quel culo meraviglioso che fino a qualche istante prima era stato percosso, e d’incanto lei si calma concentrandosi solo sul piacere che quel cazzo enorme le sta facendo provare.
Di nuovo il Master ricomincia ad affondare con violenza, sempre di più e lei serra le palpebre cercando di resistere, ma la sua voce di nuovo esce senza preavviso
“Basta! Mi fai tanto male mio Signore… tanto male!” il Master si ferma, fa uscire il suo cazzo da quel culo meraviglioso, poi allenta la presa sui capelli e quella stessa mano che poco prima l’aveva percossa, si fa gentile e premurosa.
“Hai paura?” le sussurra nell’orecchio con voce suadente.
“Sì, mio Signore” risponde la donna con voce rotta, è vero l’ha spaventata a sufficienza, ora deve blandirla, lusingarla, assecondarla.
Poggia le labbra di nuovo su quella schiena magnifica, ormai imperlata di sudore, divorandola con piccoli baci sensuali accompagnati da leggeri morsi.
La libera dalle manette e la gira con garbo, i seni sodi assomigliano a due coppe di champagne tanto sono perfetti, bacia quella aureola rosa e delicata mentre con una mano le stringe i polsi portando le sue braccia sopra la testa.
La lega di nuovo unendo i polsi con la corda di seta che giace penzolante sulla testata del letto, messa lì apposta per lei; quindi, le divarica ancora di più le gambe e la penetra nella vagina ormai zuppa come un lago straripante.
Il ritmo degli affondi è lento e costante e segue il montare del piacere. Il suo membro è turgido, sta quasi per scoppiare, mentre la donna è tesa nell’onda dell’ormai imminente orgasmo, accendendosi fino in fondo alle sue viscere.
“Sì… sì mio Signore” invoca rovesciando il capo all’indietro sotto l’intenso appagamento.
“Ancora! Ancora!” ansima fremendo sempre di più.
La fascia di seta è tesa tra le mani del Master e mentre il piacere monta prepotente gliela passa intorno al collo avvolgendola e stringendola con forza e decisione.
La donna sgrana gli occhi, l’odore della paura sembra impregnare tutta la stanza, “Godi ancora di più, abbandonati e non resistermi” le ordina stringendo la sciarpa fin quasi a toglierle l’ultimo alito di fiato.
Ed ecco che un violentissimo orgasmo la prende tutto d’un tratto, quel piacere ha un altro sapore, è immenso, impagabile, meraviglioso.
“Brava… sei stata splendida” esclama, allentando la sciarpa e spingendo con tutte le forze il suo enorme uccello in quella caverna inzuppata e meravigliosa.
Finalmente l’orgasmo lo prende, piega la schiena e si appoggia sopra di lei aderendo al suo corpo, i suoi gemiti sono profondi ma controllati, alza la testa e fissa le sue iridi su quegli smeraldi che lo stanno guardando persi nell’immenso il piacere.
“Grazie mio Signore” ansima baciandolo sulla bocca.
Lui si scuote e si stacca da lei, le scioglie i polsi poi la colpisce con uno schiaffetto sulla guancia.
“Alzati!” ordina, lei esegue e in un battito di ciglia è di fronte a lui.
Farebbe qualsiasi cosa per compiacerlo, quell’uomo le è entrato nella pelle, nel sangue e nelle viscere, è così posseduta da sentirsi completamente ammaliata ogni minuto della sua giornata.
“Inginocchiati.”
La sua voce è calma, suadente, quasi dolce.
“Sì Master.”
