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6. Ho solo parlato a vanvera!

«Laura, perché hai rovinato l’abito che ti ho regalato?» Gli occhi di Angie si riempirono di lacrime. Le si spezzava il cuore nel vedere quel vestito strappato, come se fosse stato lacerato di proposito.

«Che cosa vuoi dire, Angie? Me l’hai dato già in quello stato. Cosa ho fatto di male, Angie, perché tu mi trattassi così? Mi hai invitata alla tua festa per l’anniversario di matrimonio e io mi sono dovuta presentare con un vestito rovinato?»

Laura si fece travolgere dall’emozione, convinta che Angie l’avesse fatto apposta.

«Amore, tu mi credi, vero? Ho perfino comprato l’abito nello stesso negozio di quello che indosso io. Perché mai lo avrei rovinato, proprio oggi che speravo di vestirmi come Laura in questo giorno felice?» Angie si strinse a Dalton piangendo.

«Dalton, conosco Angie da tanto tempo. Mi prende spesso in giro, ma questa volta ha davvero esagerato: voleva umiliarmi di proposito!»

Non volendo cedere ad Angie, Laura cercò l’appoggio di Dalton.

«Aspetta, Laura. Se davvero mia moglie l’ha fatto di proposito, quale sarebbe stato il suo scopo?» replicò Dalton, imperturbabile.

«Già, Laura, perché mai avrei dovuto rovinarlo?» insistette Angie.

Laura rimase in silenzio. Una parte di lei provava senso di colpa verso Angie, ma la gelosia era più forte.

«Non lo so, non lo capisco nemmeno io. Forse è meglio che non ci vediamo per un po’. Adesso, andatevene!» gridò infuriata.

Non provò neppure compassione vedendo Angie piangere tra le braccia di Dalton.

«Andiamo, amore. Non meriti di essere accusata in questo modo dalla tua migliore amica!»

Dalton portò via Angie da casa di Laura.

Anche lui, in fondo, era infastidito dall’improvvisa accusa rivolta da Laura a sua moglie.

«Voglio tornare a casa, non voglio andare in hotel!» supplicò Angie, singhiozzando ancora.

«Amore, se torniamo subito papà potrebbe insospettirsi. Magari andrebbe persino da Laura per sapere perché ti ha fatta piangere. È meglio se andiamo in hotel; io resterò con te.»

Angie non obiettò; annuì, d’accordo con il marito.

Non c’era alcuna felicità in quella coppia che avrebbe dovuto celebrare il loro anniversario.

Angie continuava a piangere, addolorata per essere stata accusata e respinta da Laura.

«Non c’è da meravigliarsi se Laura aveva già iniziato a cambiare atteggiamento durante la nostra ultima vacanza. Forse questa è la conseguenza, fino al punto di rovinare il vestito che le avevo donato. Le volevo così bene!»

Dalton non sopportava di vederla così affranta.

«Amore, esco un momento. Voglio comprarti qualcosa che ti faccia tornare il sorriso. Non andare da nessuna parte, torno subito!»

Piuttosto che continuare ad ascoltare le lamentele di Angie, Dalton scelse di consolarla a modo suo.

Ma non era l’unica cosa che aveva in mente: avrebbe anche contattato Laura per avere una spiegazione da quella donna di cui, ormai, si stava innamorando.

«Dalton, credo che Angie sospetti della nostra relazione!» disse Laura dall’altro capo del telefono.

«Impossibile! Non ha mostrato alcun atteggiamento strano con me. Laura, non cercare scuse. Sinceramente, sono deluso che tu abbia rovinato l’abito. È stato per gelosia?» l’accusò Dalton.

«Quindi credi più a lei?» ribatté Laura, indignata.

«Certo! So quanto Angie ti voglia bene. Ora devi chiamarla e chiederle scusa. Ammetti il tuo errore, perché non voglio più vederla piangere!»

Dalton chiuse la chiamata.

Si diresse subito in un negozio di fiori per acquistare un regalo per Angie.

Nel frattempo, in hotel, il telefono di Angie continuava a squillare.

Laura, come Dalton le aveva ordinato, la stava cercando per scusarsi.

Ma Angie ignorò la chiamata: fissava lo schermo che lampeggiava, con un sorriso ironico sulle labbra.

«Non è nulla, Laura. Non è nemmeno paragonabile a quello che hai fatto a me!»

Si alzò dal letto, prese il profumo che aveva comprato per Dalton e se lo spruzzò addosso.

«È forse questo l’aroma che ha spinto Dalton a tradirmi? Non avrei mai immaginato che provenisse da qualcuno a me così vicino!»

Versò del vino in un bicchiere e lo bevve per calmarsi.

Il suo volto cambiò espressione non appena udì Dalton rientrare.

Con il calice ancora in mano, Angie tornò a mostrarsi triste.

«Amore, perché stai bevendo vino? Il medico non ti aveva detto di evitarlo, così da poter rimanere incinta più in fretta?» Dalton le tolse il bicchiere dalle mani.

«Solo stavolta! Sono triste, Dalton!»

«Va bene, ma solo questa volta.» Dalton posò i fiori che aveva comprato: gli parvero inutili, ormai, dal momento che Angie era già ubriaca.

La accompagnò a bere, finché Angie lo abbracciò all’improvviso e gli riempì il volto di baci.

Questa volta Dalton non seppe resistere, soprattutto perché il profumo di Angie era lo stesso di quella donna che lui desiderava.

La coppia si lasciò andare a un incontro appassionato.

«Sei bellissima, amore mio!» la lodò Dalton con dolcezza.

Angie continuò a stuzzicarlo.

«Amore, che cosa ti piace di me?» domandò, senza smettere di accarezzarlo.

«Il tuo profumo e i tuoi gemiti! È questo che mi fa sempre desiderarti, Laura!»

Un nome che non avrebbe mai dovuto pronunciare. Eppure gli sfuggì.

Se ne rese conto, ma rimase spiazzato nel vedere che Angie non si fermava.

Pensò che forse non avesse sentito.

Raggiunse la sua soddisfazione, e subito dopo Angie si alzò dal letto e si rivestì.

«Allora? Com’è stato, rispetto a quello che ti dà Laura?» chiese con freddezza.

«Amore, perché parli così?» rispose Dalton, stremato, cercando di alzarsi.

«Non sei stato tu a dire che ti piace il profumo di Laura, perfino i suoi gemiti? Credo che la mia prestazione non sia all’altezza della sua, se persino mio marito deve immaginare lei mentre sta con me!»

Dalton impallidì: non si aspettava che Angie avesse colto le sue parole.

«Amore, perdonami! Ho solo sbagliato a parlare!» cercò di abbracciarla.

«Basta finzioni! So tutto. Fa’ pure quello che vuoi. Ahah! Condivido persino mio marito con la mia migliore amica!» Angie prese la borsa, decisa ad andarsene.

«Aspetta, amore, è tutto un malinteso!» gridò Dalton, nel panico.

Ma Angie non volle più ascoltare. Lasciò l’hotel prendendo un taxi.

«Dio mio, se Angie lo racconta a suo padre, potrei perdere la possibilità di ottenere quella società!»

Dalton corse via per raggiungerla prima che arrivasse a casa.

«Dalton? Perché sei tornato?» chiese Edward, sorpreso.

«Angie… è qui?» domandò lui, esitante.

Era certo che Edward si sarebbe infuriato, se avesse scoperto che Angie non era con lui.

«Avete litigato? Perché non sei con Angie?» lo fulminò con lo sguardo.

Senza attendere risposta, Edward compose il numero della figlia.

Quando però Angie non rispose, la rabbia di Edward crebbe ancora di più.

«Che cosa hai fatto a mia figlia, se nemmeno sai dove si trovi?» urlò furioso contro Dalton.

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